“Il mio viaggio con Paolo”: tappa a Milano

 
 

Nella vita è impossibile rimanere fermi: si è sempre, costantemente, in viaggio, diretti verso qualcosa. Ogni scelta che prendiamo, ogni mossa che facciamo, ci porta più vicino a qualche obiettivo e più lontano da qualche altro.

Non è un caso, allora, che la vita cristiana venga descritta, nelle Scritture, proprio come un viaggio, come un percorso: i primi cristiani, infatti, venivano descritti, dall’esterno, come i “seguaci della via” (At 9,2) e lo stesso apostolo Paolo, nel descrivere l’esperienza della vita vissuta con Dio, non esita a riferirvisi in termini di “correre” e “proseguire il cammino” (Fil 3,12-14).

Per questo motivo, pertanto, il gruppo giovani della chiesa evangelica Punto Lode di Milano ha scelto di imparare a vivere con Dio cercando, per un verso, di studiare quanto Paolo dica a riguardo nella lettera ai filippesi e, per un altro, di cogliere l’esempio che l’apostolo stesso ha dato praticamente attraverso la propria esperienza personale per come viene riportata nel libro degli Atti degli apostoli.

In seno a quest’ultima direttrice, perciò, il gruppo giovani ha avuto il privilegio di avere come oratore per una serata (2/12) Liberato Vitale, diacono della chiesa evangelica Breccia di Roma San Paolo, il quale ha condiviso il proprio viaggio con Paolo. Nel corso della condivisione, nella fattispecie, Liberato ha proposto una panoramica della vita e del ministero di Paolo, corredandola di riferimenti all’influsso avuto sul proprio percorso di vita cristiana, da cui, appunto, il titolo.

Nello specifico, Liberato si è concentrato sulla vita e sui viaggi dell’apostolo, sul cuore del suo messaggio e sull’influsso culturale che i suoi scritti hanno avuto nel corso del tempo. In merito ai viaggi, in particolare, il focus  è stato sul motore dirimente di questi, consistente nel progresso del vangelo sia in termini di fortificazione della testimonianza di una chiesa locale, sia in termini di ambizione di predicare il vangelo là dove non era ancora stato portato il nome di Cristo (Cfr. Rm 15,20).

Ovviamente, però, è stato sottolineato, i viaggi hanno senso solo nel momento in cui si abbia un messaggio rilevante da comunicare, e il messaggio che Paolo si proponeva di proclamare, il vangelo di Gesù Cristo, era non solo una comunicazione rilevante da far pervenire a delle orecchie che avessero voluto essere attente, ma la notizia più straordinaria che ogni uomo aveva (e ha tutt’ora) bisogno di sentire: il fatto di essere peccatori meritevoli della giusta condanna divina eppure poter ricevere la salvezza per grazia e il fatto, una volta riconciliati con Dio, di poter vivere insieme a quel Dio che fa in modo che tutte le cose cooperino al bene di quelli che lo amano (Cfr. Rm 3,9-12; 5,1-5; 8,28-30).  

Tutto ciò, è stato poi evidenziato, ha prodotto un grande impatto non solo nei primi lettori o uditori di quel messaggio, ma anche in una serie di personalità che, leggendo gli scritti biblici, inclusi quelli paolini, hanno usato la propria competenza professionale e accademica e la propria influenza pubblica per promuovere i principi del vangelo nella società, al punto che, anche al giorno d’oggi, diversi ambiti della società ne risentono ancora. Si pensi, ad esempio, a Agostino, Lutero, Abraham Kuyper, Charlotte Mason, Hans Rookmaker, in campi diversi quali la teologia, la politica, l’educazione, la storia dell’arte.

Al termine dell’esposizione i ragazzi del gruppo giovani sono stati sfidati, da un lato, a coinvolgere, secondo l’esempio paolino, Gesù in ogni ambito della propria vita, dall’altro, a sfruttare il proprio ambito di studio o professionale per impattare la società secondo i principi del vangelo. 

Lasciare che Gesù sia il Signore in e sopra ogni ambito della vita e usare tutti i mezzi e le risorse che Dio ha concesso per il progresso del vangelo in ogni ambito della società sono certamente questioni su cui dei giovani, che vogliano vivere veramente con Dio, hanno bisogno di fermarsi e riflettere; eppure, pare evidente che chiunque abbia a cuore di correre “verso la meta per ottenere il premio della celeste vocazione di Dio in Cristo Gesù” (Fil 3,14) debba fare proprie tali esortazioni.