Allarme bullismo oltre i dati preoccupanti

 
 

Il bullismo è una piaga della società. Questo ci ricorda Giovanna Pini, presidente del Centro Nazionale Contro il Bullismo BULLI STOP che ha lo scopo di contrastare il grave fenomeno giovanile del bullismo e del cyberbullismo. Il Centro promuove attività d’informazione e di aggregazione di giovani, seminari, incontri nelle scuole ed altro. 

Proviamo a comprendere i termini. Il bullo è un giovane arrogante, spavaldo, prepotente e violento. Il cyberbullismo è lo scambio o condivisione attraverso i social di azioni compiute dal bullo da solo o con altri. Per bullismo s‘intende l’insieme di azioni che si compiono a danno di altri, utilizzando forme di pressione e violenza psicologica ed anche fisica, inculcando paura, derisione e vergogna, diffamazione e condivisione di filmati. 

Solitamente vengono presi di mira l’aspetto fisico, l’origine etnica, l’orientamento sessuale, la condizione economica, la religione, l’identità di genere e la disabilità della vittima: tutte queste azioni sono rivolte contro giovani deboli, indifesi, che hanno delle difficoltà e che diventano vittime e schiavizzate. Il bullismo è un fenomeno silente ma devastante, che investe soprattutto i giovani. Solitamente se ne parla quando chi subisce queste azioni decide di aprirsi ai genitori o ad altre persone da cui ritengono di poter essere aiutati e, ahimè, quando chi viene bullizzato è al limite della sopportazione e compie scelte estreme. 

Quando scatta la denuncia, la cronaca non può fare a meno di parlarne. Il fenomeno non è nuovo. Anche nell’ambiente militare esiste il nonnismo. In questo caso le giovani reclute subiscono delle azioni maldestre dai commilitoni più anziani, pretendendo il rispetto e l’obbedienza. Statistiche attendibili riportano dati allarmanti. E’ stato rilevato che il 47,7% dei giovani italiani tra i 14 e i 26 anni è vittima di bullismo o di cyberbullismo. Il fenomeno avviene più frequentemente tra i ragazzi che tra le ragazze. Pini afferma che esiste una correlazione tra bullismo e criminalità, tanto è vero che una grossa percentuale di bulli, se non fermati in tempo, può diventare manodopera della criminalità perché non accetta le leggi sociali e non sa rapportarsi agli altri in modo rispettoso. Inoltre, Pini sostiene che il fenomeno del cyberbullismo è ulteriormente in progress a seguito della didattica a distanza. In merito all’esistenza del fenomeno del bullismo, Pini sembra individuare almeno tre motivazioni che lo alimentano: problemi personali del bullo, quelli familiari ed ambientali e il non controllo dei genitori. A questi motivi, non si possono aggiungere problemi forse più “remoti” ma comunque influenti: ragioni che potremmo definire di tipo culturale legate a tendenze diffuse nella società. Il punto è che il bullo ha un problema personale, ma il bullismo è anche causata dalle deviazioni culturali ramificate e stratificate nella società.   

L’agire umano comporta una scelta o un coinvolgimento personale, che poi fonda la responsabilità personale. Poi ci sono le problematiche generali, sociali, culturali, ambientali che sono impattanti e che vanno tenute presenti. L’agire umano avviene sempre in un contesto. Il rischio è quello di isolare e divaricare la responsabilità personale da quella sociale. Se si prende in considerazione solo la prima, si corre il rischio di colpevolizzare l’individuo senza chiedersi quali siano le distorsioni del sistema. Questo è il pericolo che corre la cultura securitaria che pensa di risolvere i problemi sbattendo i colpevoli in carcere e inasprendo le pene. Se, al contrario, si incolpa la società della piaga del bullismo, si corre il rischio di scagionare tutti e di scaricare sugli altri le responsabilità. Questo è il pericolo della cultura progressista che pensa che il problema sia sempre sociale e non responsabilizza gli individui.

La cultura cristiana valorizza la responsabilità personale e non è ignara delle questioni di sistema. Mentre sa che un contesto sociale fatto di famiglie rotte, quartieri malridotti, internet inquinato, comunità inesistenti produrrà gravi ingiustizie, sa anche che è il cuore di ciascuno uomo e ciascuna donna ad essere insanabilmente maligno e bisognoso di essere guarito in profondità. Nella Bibbia il cuore è descritto come un abisso (Salmo 64,6) ed è dal cuore che emergono i cattivi comportamenti ed altro ancora (Marco 7,21-22). D’altra parte, il mondo intero è in travaglio a causa del peccato (Romani 8,22) ed è il sistema ad essere deviato. Ciò vuol dire che per affrontare il bullismo, bisogna non isolare la responsabilità personale da quella sociale, ma vivere la vocazione cristiana in modo pieno. Nel contesto della grazia comune, è bene essere sale e luce della terra limitando i guasti del peccato a livello del sistema sapendo che, in forza della grazia speciale, solo Cristo può cambiare i cuori delle persone e portare a cambiamenti radicali.