Amanti e amici, non un San Valentino appiccicato

 
 

Coppie che co-abitano più che vivere insieme. Coniugi che si sopportano più che essere complici. Mariti e mogli che, se dovessero pensare ad una cosa bella da fare, la farebbero senza il partner. Insomma, i matrimoni non godono di buona salute. Anche nelle chiese evangeliche, al di là della giusta enfasi posta sul valore del matrimonio (talvolta più retorica che reale), sembrano essere poche le coppie che stanno bene insieme. Nella danza della vita, molti la ballano da soli, spesso considerando il partner un intralcio più che un compagno. Se siamo sposati, siamo amanti e amici?

In Amici e amanti. Coltivare una vera amicizia e intimità nel matrimonio, Roma, ADI Media 2016, Joel Beeke può venirci in aiuto per rispondere a queste domande. Beeke è un professore ad una facoltà di teologia riformata di Grand Rapids, USA: il Puritan and Reformed Theological Seminary, oltreché studioso dei puritani. L’ultima sua opera è Reformed Systematic Theology in tre volumi. Contrariamente ad una caricatura della teologia puritana che la dipinge come fredda e sessuofoba, Beeke la ritiene una fonte “calda” di ispirazione anche per la teologia dell’amore e dell’amicizia matrimoniale.

Per Beeke, prima ancora di una unione sessuale legittima, il matrimonio è un'unione di amicizia, suggellata da un patto di fedeltà tra i coniugi. L’amicizia nel matrimonio è un riflesso dell’identità del Dio uno e Trino che lo ha istituito: “laddove marito e moglie amano e servono lo stesso Signore, possiamo osservare una tri-unità terrena che riflette al Trinità celeste” (p.19). 

Beeke invita a prendere consapevolezza di questa dimensione del matrimonio tanto da incoraggiare a coltivare l’amicizia con il coniuge, questo perché “nelle coppie sposate accade spesso di considerare l’altra persona come una presenza scontata” (p.26) e non un amico o amica fedele. All’interdipendenza si preferisce l’autonomia nella gestione delle situazioni personali, familiari, genitoriali. Coltivare significa imparare a condividere sé stessi in una cornice di intimità, spendendo il tempo insieme in attività diverse, significa discutere sulle scelte più importanti, mostrando fedeltà in ogni periodo della vita matrimoniale. In altre parole: “fate di vostro marito o vostra moglie il vostro migliore amico” (p.58). 

L’amicizia nel matrimonio è un dono da Dio, perciò “un buon amico dovrebbe essere tenuto in grande considerazione” (p.62). La moglie/il marito è un amico da onorare, di certo però non da “adorare”. Nonostante il coniuge sia un dono di Dio non è senza peccato e non è Dio. Non può mediare la relazione con Dio, né può sostituirsi alle responsabilità affidate a ciascuno. Ordine, cura, sottomissione a Dio sono indicazioni preziosissime per coltivare l’amicizia nel matrimonio. 
La prospettiva cristiana sul matrimonio incoraggia a trarre gioia dall’avere una persona per la vita, a cui darsi completamente e intimamente, sia mentalmente che fisicamente. Per Beeke coltivare l’amicizia nel matrimonio passa anche dall’unione sessuale. Il sesso è un dono nell’ambito del matrimonio, “un modo caldo e meraviglioso di stare vicino alla persona amata” (p.72), perchè “il sesso non fa un buon matrimonio; esso è il frutto di un buon matrimonio” (p.77). Caratterizzato da onore e non sfruttamento, il sesso “è una relazione tra due persone create a immagine di Dio” (p.86), con una propria dignità. Questo impreziosisce l’unione matrimoniale.

Alla fine, Beeke consiglia diversi fronti su cui lavorare per valutare gli aspetti dell’amicizia nel matrimonio (p.141):

  • “Forse dovresti pentirti della visione che hai avuto finora del matrimonio e di come hai dato per scontato il legame personale che dovrebbe unirti a tua moglie o marito”

  • “Stai investendo nel tuo rapporto di amicizia con il tuo coniuge riservandogli il tuo tempo, i tuoi pensieri, le tue parole, la tua tenerezza e le tue carezze?”

  • “Cerchi con gioia di far piacere a tua moglie/tuo marito in ogni modo legittimo?”

  • “Ti è successo di parlare con altri spifferando alcuni segreti del tuo coniuge?”

  • “Ti capita di dare un po’ troppa confidenza a persone dell’altro sesso?”

  • “Consideri il sesso come un atto fisico isolato o come una parte di una relazione alimentata da un dialogo amorevole e da un servizio reciproco?”

I matrimoni posso assomigliare ad un fuoco che si accende e che va curato. Il rischio è che si affievolisca col pericolo di spegnersi. E’ necessario rimettere su qualche rametto, poi dei rami più grossi e poi dei ceppi affinché riprenda la fiamma. Riscoprire l’amicizia nel matrimonio equivale a rimettere in vita il fuoco del matrimonio. Non basta appicciarci su un San Valentino qualunque. Questo è possibile solo se si guarda al matrimonio attraverso le lenti del vangelo di Cristo, Colui che è esempio di fedele sposo della sua chiesa.