Lou Priolo (1954-2023), una vita per il counseling biblico

 
 

Abbiamo appreso dell’inattesa scomparsa di Lou Priolo (1954-2023). Priolo è stato anziano della Eastwood Presbyterian Church a Montgomery, in Alabama, dove ha diretto il Center for Biblical Counseling e insegnato al Birmingham Theological Seminary. Nel mondo era conosciuto come un rappresentante del “counseling biblico”, una scuola evangelica di pensiero applicata ai temi della consulenza. Anche in Italia, da diversi anni ormai esistono decine di libri su temi legati alla consulenza di Jay Adams (1929-2020), Paul D. Tripp, David Powlinson (1949-2019), Ed Welch, Robert Jones, pubblicati da case editrici quali ADI-Media, Alfa & Omega, Passaggio e Coram Deo. Negli ultimi anni, Priolo aveva animato seminari sul counseling biblico in chiese evangeliche italiane e conferenze apposite.

Ringraziando Dio per il servizio di Priolo, forse un modo per apprezzarne il ministero è rileggere delle segnalazioni bibliografiche relative ai suoi libri, già pubblicate negli anni dalla rivista Studi di teologia.

Lou Priolo, Un marito completo. Una guida pratica per diventare mariti migliori, Caltanissetta, Alfa & Omega 2007, pp. 301.

Ecco finalmente un libro che verrà apprezzato sia dalle mogli che dai mariti, perché riempie una grossa lacuna ed aiuterà ogni coppia a dialogare in modo costruttivo senza sospettare il male nell’altro perché l’esempio da vivere è quello bellissimo e perfetto di Cristo che ama la sua chiesa. . È un libro da studiare perché vuole essere un saggio di teologia pratica, di agile consultazione. È un manuale ideato per “addestrare” i mariti cristiani a mettere in pratica gli insegnamenti biblici relativi alla vita matrimoniale.

L’autore rivela che ogni moglie porta con sé il manuale delle istruzioni ma questo è nascosto nel suo cuore ed è compito del marito scoprirlo con l’aiuto della Parola di Dio. L’autore parla poi dei vari impedimenti ad una vera relazione come la paura, l’egoismo, l’orgoglio, ecc. che definisce come la “sindrome da immunodeficienza acquisita dell’anima”, la pigrizia e l’ignoranza.

Dio ha creato l’uomo e la donna affinché si completino e non per essere in competizione.

L’autore propone molte domande che possono aiutare la coppia a dialogare su le tante sfere della vita coniugale, anche quella intima, alla quale riserva un capitolo intero. Il marito che vuole essere un vero capo e guida spirituale per la sua famiglia troverà in questo libro tutte le indicazioni necessarie per diventarlo. Se i mariti s’impegnano a vivere questi suggerimenti nessuna donna chiederebbe di separarsi o di divorziare, perché troverebbe accanto a sé un marito che la sa amare e apprezzare come Cristo ama la sua chiesa.

Katarina Wolf

Lou Priolo, La rabbia nel cuore, Caltanissetta, Alfa e Omega 2009, pp. 235.

Questo bel libro può aiutare i genitori a scoprire il cuore dei loro bambini e adolescenti. L’A. parte dagli insegnamenti biblici e cerca d’applicarli ai genitori che sono responsabili davanti a Dio per l’educazione dei propri figli. Se i figli sono ribelli, pieni d’ira, mancano di rispetto, sono violenti, pieni d’amarezza o indifferenti, ciò è dovuto ad un rovesciamento di principi fondamentali. E’ la casa che ruota intorno al bambino o la casa è centrata su Dio? Una casa centrata su Dio sarà una casa modellata secondo il principio di Genesi 2,24: “Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e saranno una stessa carne”. Secondo l’A. gran parte dei problemi familiari e matrimoniali possono essere ricondotti al non lasciare i propri genitori, al non unirsi alla propria moglie e a non diventare una stessa carne con la propria sposa. La famiglia non è una democrazia. Il marito è il capo del nucleo decisionale, la moglie è il suo aiutante. I due sono una sola carne. La relazione tra genitori è prioritaria, quella con i figli è secondaria.

L’A. fornisce una lunga lista di comportamenti sbagliati o corretti a seconda che la casa sia centrata sul bambino o su Dio. C’è un ampio capitolo dove spiega come i genitori provochino i figli ad ira e con molti riferimenti biblici indica come uscire da tali atteggiamenti. L’A. suggerisce anche l’opportunità di tenere un diario per sconfiggere la rabbia. Il ragazzo ha così l’opportunità di riflettere su ciò che ha fatto o detto e su ciò che avrebbe dovuto fare o dire. Come superare il problema della mancanza di rispetto e della manipolazione è spiegato molto bene nei capitoli 9 e 10 con vari esempi.

Le appendici sono anche molto utili per saper veramente perdonare e come sapere di essere veramente salvati. I vari suggerimenti dati dall’A., anche per il loro profilo biblico, possono portare a dei cambiamenti notevoli nei rapporti tra genitori e figli. Il rispetto, l’amore e la giustizia vengono visti come parametri per onorare Colui che è il Creatore ed il Riformatore della famiglia.

Lydia De Wolf

Lou Priolo, Istruirli con diligenza. Come usare le Scritture nell’istruzione dei bambini, Caltanissetta, Alfa & Omega 2011, pp. 189.

Insegnare la Bibbia ai propri figli è un imperativo esplicito per dei genitori credenti.

Citando il comandamento in Deuteronomio 6,7, l’A. sviluppa il suo pensiero in riferimento a questa chiamata  e apre un percorso di formazione e trasmissione della conoscenza del Signore. Un percorso che inizia dalla formazione biblica del genitore che può interpretare il vissuto proprio e del figlio alla luce della Parola di Dio, una Parola che deve essere metabolizzata e non letta. Leggere, meditare e parlare della Scrittura; vivere e lasciarsi governare da essa è il modo migliore per insegnarla, essa infatti passa dal cuore del genitore al cuore del fanciullo. Fin da piccolissimi si è invitati a parlare con un linguaggio biblico per rispondere alle domande del bambino, con spiegazioni semplici ma fedeli al contenuto della Scrittura, in questo modo far capire che la Parola serve per la vita reale.

Siccome è naturale che i figli non seguano la volontà di Dio è compito dei genitori convincerli  che ciò che fanno contrasta con l’insegnamento della Scrittura, più che con i propri standard di comportamento o gradimento. Per questo è importante che il genitore conosca cosa dice la Bibbia e dove trovare i testi da citare per istruire il figlio.

Si è esortati ad esprimersi con un linguaggio biblico e non mondano rifacendosi alla Parola di Dio per riprendere i comportamenti sbagliati più che far leva sul “dispiacere” arrecato al genitore, a farlo con gentilezza e mansuetudine per persuadere e non per s-gridare, anzi questa modalità non è affatto educativa ma aggressiva. Si capisce che questo richiede molta umiltà ma si è incoraggiati a non delegare ad altri un compito così importante perché il figlio ha bisogno di sentirsi dire ciò che non va anche se non gli farà piacere.

Il percorso proposto dall’A. prosegue dalla convinzione di peccato al ravvedimento, confessione, perdono, abbandono del peccato e messa in atto di comportamenti positivi in luogo di quelli riconosciuti sbagliati. L’ordine e la sequenza del processo non sono garanzia di efficacia, la quale è affidata alla potenza dello Spirito Santo che opera per mezzo della Parola di Dio, come la legna fa con il fuoco, a tanta preghiera e da linee guida che favoriscono la comprensione delle attitudini dei figli. Infatti l’A. sottolinea l’importanza di capire il peccato caratteriale del figlio quale sia la sua tendenza o macro area per applicare i passi biblici più adeguati nella piena convinzione che la Bibbia sia efficace a risolvere ogni problema comportamentale, efficace e sufficiente.

In sintesi, è un forte incoraggiamento, uno stimolo, una pressione urgente per adempiere un compito difficile. Essere istruiti per istruire, conoscere le Scritture, essere devoti per essere convincenti.

Marisa Piran