Prega in grande

 
prega in grande
 

In genere si sente dire: “pensa in grande”, “sogna in grande” … Il titolo di questo libro (Alistair Begg, Prega in grande, Porto Mantovano (MN), Coram Deo 2020) è insolito in quanto estende l’invito alla preghiera. Alistair Begg, noto pastore negli USA e predicatore scozzese, ci conduce con questo suo libro di circa un 100naio di pagine a studiare il modello di preghiera apostolico.

Se è vero che la nostra vita è modellata non tanto da parole astratte, ma molto di più da esempi reali, allora Begg, da esperiente pastore di anime, ci offre uno dei migliori esempi di sempre: l’esempio biblico dell’Apostolo Paolo. Focalizzando l’attenzione su due soli passaggi biblici, Efesini 1,16-21 ed Efesini 3,14-21, Begg ci invita ad estrarre dal testo biblico 7 caratteristiche principali della preghiera di Paolo l’uomo di Dio, e a farle nostre mediante i 7 brevi capitoli che compongono il libro. 

Prima caratteristica della preghiera apostolica: dipendenza da Dio. Paolo, sulle orme del maestro Gesù, era consapevole in ogni questione di dipendere dal Padre celeste affinchè potesse riuscire nella sua missione di evangelizzazione, affinchè le chiese da lui fondate potessero sussistere nel tempo, e affinchè i fratelli nella fede potessero perseverare nonostante le difficoltà.: “le mie preghiere rivelano le mie priorità, se veramente penso di aver bisogno di Dio” (p. 25).

La dipendenza da Dio è un elemento spirituale che oggi si è perso. Perchè oggi si è perso il senso di chi è veramente il Dio al quale ci rivolgiamo in preghiera tramite Cristo. Secondo Begg, la giusta dipendenza da Dio che dobbiamo ricercare è quella che si trova in equilibrio tra il riconoscere la sovranità e la superiorità di Dio, che è altro ed al di sopra di noi, e il riconoscere Dio come nostro Padre amorevole, che è vicino a noi e che si prende cura di noi quali suoi figli amati. Questo tipo di dipendenza biblicamente equilibrata estirpa dal nostro cuore l’arroganza che molte volte viene esibita nella preghiera anche in certi ambienti pseudo-evangelici.

Seconda caratteristica della preghiera apostolica: centrata su contenuti spirituali e non pragmatici. La preghiera di Paolo non è centrata sui problemi di salute, sui problemi di matrimonio e famigliari, sui problemi economici dei fratelli cristiani dell’epoca. Questa è l’enfasi che noi cristiani odierni poniamo nelle nostre preghiere. Ma non Paolo. Perchè? Perchè Paolo da priorità alla dimensione spirituale, eterna, escatologica della vita cristiana. Paolo ci chiama a ritarare la nostra bilancia spirituale, a ri-schedulare le nostre priorità, a rifare le convergenze della nostra automobile per non uscire dalla retta via della preghiera apostolica. Paolo sa che “non giova a nulla guadagnare il mondo intero e perdere la propria anima“ e quindi dirige la nostra attenzione nel pregare con richieste meno pragmatiche, mondane, temporanee, ma invece più proiettate sulla realtà del Regno eterno di Cristo, che Lui ha già inaugurato alla sua prima venuta: “Quando gli occhi del nostro cuore si aprono al futuro, le nostre vite cambiano, le nostre priorità si trasformano e così anche le nostre preghiere. Ci concentriamo meno sui dettagli pratici della nostra vita e riconosciamo il valore assoluto delle realtà spirituali della nostra vita eterna. Sono le questioni eterne a contare di più, non le preoccupazioni dell’oggi. Viviamo e preghiamo consapevoli che ‘il vivere è Cristo, e il morire è guadagno’ ” (p. 35).

Le nostre preghiere dovrebbero prima essere profondamente spirituali per poi presentare anche richieste pratiche. Prima lo spirituale e poi il materiale. Sotto ogni aspetto visibile della nostra vita materiale terrena soggiace una motivazione spirituale invisibile; pertanto le nostre preghiere dovrebbero essere ricche di richieste a Dio per risolvere i veri problemi alla radice, ossia il peccato. In preghiera cerca prima il Regno di Dio e la sua giustizia, ed il resto ti sarà sopraggiunto.

Questo è particolarmente rilevante per noi cristiani che viviamo in un regime pandemico mondiale. Paolo oggi ci invita a non considerare come nostra principale priorità la nostra salute fisica o la nostra stabilità economica, ma ci tira le orecchie e ci mette davanti agli occhi la nostra vera urgenza: conoscere meglio chi è davvero Gesù Cristo e pregare per vivere più fedelmente il Suo Vangelo. Viviamo in una società fast-food, abituati alla rapidità di Amazon Prime: vogliamo tutto e subito e le nostre preghiere si sono conformate a questo mondo. Siamo preoccupati solamente con il problema di lavoro, il problema di salute, il problema famigliare quando invece Paolo era preoccupato con la vita spirituale della chiesa e del mondo senza Cristo.

Non vi svelerò le rimanenti caratteristiche della preghiera apostolica sia perché è il mio tempo sta per scadere, sia per non spoilerarvi tutto l’intero libro; vi invito invece ad acquistarlo, a leggerlo e a meditarci su insieme alle vostre chiese. Se anche tu, come me, ti senti carente nelle tue preghiere, percepisci che le tue intercessioni sono banali, e sei consapevole che le tue richieste a Dio sono distanti dal modello apostolico che Alistair Begg ci ha presentato, allora leggi Prega in grande e risolvi oggi il tuo problema adottando preghiere apostoliche potenti.

(sintesi di una comunicazione tenuta alle Giornate teologiche 2021 dell’IFED di Padova sul tema “La preghiera questa sconosciuta”)