Se lo Spirito Santo è Dio, che differenza fa? Chiedere ai Padri Cappadoci

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Se lo Spirito Santo non è Dio, che differenza fa? Questa domanda è stata al centro di un appassionante dibattito nel IV secolo tra coloro che negavano la divinità dello Spirito (gli “pneumatomachi”) e coloro che la sostenevano (su tutti, i Padri Cappadoci: Basilio di Cesarea, Gregorio di Nissa e Gregorio di Nazianzo). Su questa antica ma decisiva discussione si è tenuta la presentazione del volume di Giulio Maspero, Dio trino perché vivo. Lo Spirito di Dio e lo spirito dell’uomo nella patristica greca, Brescia, Morcelliana 2018. Ad ospitare l’evento è stato “Libri per Roma”, un’attività dell’Istituto di Cultura Evangelica e Documentazione che, dal 2017, organizza eventi intorno a libri per la riforma evangelica della cultura. A presentare il libro, oltre all’autore, professore di teologia alla Pontificia Università della S. Croce (Roma), è intervenuto anche Leonardo De Chirico, professore di teologia storica all’IFED di Padova.

Il volume di Maspero è uno studio approfondito sul contributo dei Cappadoci alla dottrina dello Spirito Santo. È Gregorio di Nissa, secondo l’A., il vero “teologo dello Spirito”. Sulla base di un rigoroso studio dei testi biblici dell’evangelo di Giovanni, del Cantico dei Cantici, dei Salmi e delle epistole di Paolo, Gregorio illustra le relazioni intra-trinitarie con l’immagine del fuoco: il rapporto tra il sole, il raggio e lo splendore, sottolineandone l’unità e la distinzione. Il contributo decisivo di Gregorio è di pensare allo Spirito come “Colui che nella Trinità unisce il Padre e il Figlio”.

La seconda parte del libro invece tratta della dottrina dello Spirito Santo e il suo collegamento con l’antropologia e la salvezza. Per i Cappadoci la salvezza è partecipazione alla vita divina. Ciò non significa superare la distinzione tra Creatore e creatura, ma essere coinvolti in un’unità di comunione con Dio. Mantenendo la distinzione tra Creatore e creato, la salvezza non è più dal corpo, ma diventa salvezza del corpo realizzata nella comunione con Dio.

Uno dei temi ricorrenti del libro è il contrasto tra il quadro metafisico greco di partenza e quello sviluppato dai Cappadoci nella loro penetrazione del mistero della Trinità. Il libro sottolinea la differenza tra la concezione filosofica della salvezza, cioè il risalire i gradini che stanno tra l’uomo e Dio con il pensiero e tramite un demiurgo, e quella cristiana ovvero il dono dall’alto della grazia divina tramite l’uomo-Dio, Gesù Cristo. Ne emerge che il cristianesimo è altro rispetto al paganesimo. Non si può mettere il vino nuovo dell’evangelo negli otri vecchi della filosofia greca.

Un’altra considerazione può essere fatta sulla visione antropologica dei Cappadoci. Per loro la salvezza è la divinizzazione come movimento verso Dio riflesso di un’inclinazione naturale al Bene. Questa tensione naturale verso il Bene (Dio) è una proprietà dell’uomo in quanto creatura o è del cristiano in quanto rigenerato da Dio? In altre parole, stiamo parlando di un carattere dell’uomo in quanto tale, a prescindere che sia cristiano, o del cristiano in quanto salvato? Una delle parole mancanti della trattazione dell’antropologia dei Cappadoci è proprio il “peccato” e gli effetti dello stesso. Nella loro teologia, per quanto ricca e profonda, c’è un rischio di sottostimare gli effetti del peccato e quindi di perdere il senso tragico della rottura dell’alleanza con Dio.

La dottrina della Spirito Santo è parte integrante della Tri-unità di Dio. Questo è il contributo decisivo e permanente dei Cappadoci. Dio è una comunità di tre Persone in relazione tra loro. Lo Spirito Santo è Colui che sta tra il Padre e il Figlio, che procede dal Padre e manifesta le opere del Figlio. Per credere e professare ciò, occorre rompere le categorie di pensiero della filosofia greca e assorbire le categorie del pensiero biblico. Non sempre i Padri Cappadoci furono coerenti con l’interno consiglio di Dio della Bibbia (la loro “debole” dottrina del peccato apre a pericolosi scivolamenti), ma lo furono nella difesa della divinità dello Spirito Santo come terza Persona della Trinità.

(il video della presentazione del libro può essere visto qui sotto).