L'Allah del Corano è il Dio della Bibbia?

Nel Novecento abbiamo assistito alla rivoluzione “ecumenica”: l’idea che tutti i cristiani (cattolici, protestanti, ortodossi) sono uniti. Da essere divisi da secoli di controversie e differenze confessionali, si sono riscoperti parte di un’unica famiglia vagamente cristiana. Nel nuovo secolo e millennio, stiamo assistendo alla rivoluzione “pan-religiosa”: l’idea che tutte le donne e gli uomini di tutte le religioni (credenti, non credenti e diversamente credenti) sono uniti. Anche se professano fedi diverse, alla fine la divinità di tutti è la stessa pur denominata in modo diverso. 

In questa seconda rivoluzione, un ruolo centrale e da apripista ha avuto la tesi secondo la quale il Dio della Bibbia e l’Allah del Corano siano lo stesso Essere. Nel 1964, il Concilio Vaticano II – il principale evento della Chiesa cattolica romana del secolo scorso – così si esprimeva riguardo all’Islam: “professando di avere la fede di Abramo, adorano con noi un Dio unico, misericordioso, che giudicherà gli uomini nel giorno finale” (Lumen Gentium n. 16). A questa identificazione si sono attenuti i papi recenti, sino a Francesco che ha ripetuto la stessa affermazione nell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium del 2013 (n. 252). Una ricaduta dell’identificazione tra Dio e Allah è che, sempre secondo il papa, siamo “tutti fratelli”: cristiani, musulmani, genti di altre religioni o senza religione. Se abbiamo tutti lo stesso dio, siamo tutti uniti. Non a caso, “Fratelli tutti” (la sua più recente enciclica del 2020) è la risultante di quanto il Concilio Vaticano II aveva solo accennato sessant’anni fa. 

La rivoluzione “pan-religiosa” non ha solo attecchito in ambito cattolico o liberale. Si affaccia anche nel mondo evangelico dove voci teologicamente autorevoli stanno seminando idee che erano impensabili sino a poco tempo fa. Dalla “parola comune tra noi” (Common Word Between Us), il documento del 2007 che preparava il “dialogo” tra cristiani e musulmani, il teologo Miroslav Volf ha promosso il concetto che tra cristiani e musulmani abbiamo “dio” in comune. Nel suo libro Allah: A Christian Response, sostiene che l’Allah del Corano e il Dio della Bibbia siano la stessa divinità.[1] Dalla “parola comune” siamo rapidamente arrivati al “dio comune”.

Le sirene della rivoluzione “pan-religiosa” sono forti e suadenti. Da una semplice chiamata alla pacifica convivenza (obbiettivo del tutto condivisibile) stanno puntando a decostruire e destrutturare le differenze teologiche per ricomprenderle in un calderone unico. Che dire? Come ha scritto un importante documento dell’Alleanza Evangelica Italiana e di Meta Onlus (2011) “Evangelo e Islam: affermazioni e negazioni evangeliche sulle responsabilità della testimonianza”, “Respingiamo che il Dio della Bibbia e Allah del Corano siano lo stesso Dio visto da angolature diverse. Questa equazione è un travisamento dell’insegnamento biblico su Dio Uno e Trino, su Gesù quale vero uomo e vero Dio e sullo Spirito Santo quale Persona divina in comunione col Padre ed il Figlio”.[2]

Biblicamente parlando, Dio e Allah sono irriducibili l’uno all’altro: il Dio della Bibbia non è l’Allah del Corano. Ciò significa che bisogna coltivare ostilità nei confronti dei musulmani o addirittura inimicizia? No. Lo stesso documento dice giustamente: “Respingiamo l’idea che le differenze debbano nutrire sentimenti di diffidenza, di arroganza, di inimicizia, di caricatura da parte dei cristiani nei confronti dell’Islam e dei suoi seguaci”.

Uno degli argomenti forti ma fallaci della rivoluzione “pan-religiosa” è che se non abbiamo lo stesso dio non possiamo vivere in pace tra noi. Falso. La convivenza civile non richiede la melassa religiosa. Per essere amato, il prossimo non deve essere credente come noi: basta che sia una creatura di Dio. Dunque, rispettiamo il fatto che Dio sia Dio (secondo la rivelazione biblica culminata in Gesù Cristo) e amiamo il prossimo chiunque esso sia, senza fare distinzioni religiose ma anche senza pasticciare la teologia.

[1]  Miroslav Volf, Allah: A Christian Response, San Francisco, HarperOne 2011.

[2] “Evangelo ed Islam: Affermazioni e negazioni evangeliche sulle esigenze della testimonianza cristiana” 2011, Ideaitalia XV n. 3 (2011) pp. 7-8.