Stesse parole, mondi diversi. Un libro evangelico per capire il cattolicesimo romano

 
 

Potremmo dire che la pallavolo e il tennis sono la stessa cosa perché condividono nel loro linguaggio termini come “rete”, “palla” e “battuta”? In Stesse parole, mondi diversi. I cattolici e gli evangelici credono allo stesso Vangelo?, Caltanissetta, Alfa&Omega 2021, Leonardo De Chirico ci conduce nell’esplorazione di una domanda simile, ma decisamente più importante per quel che concerne le nostre vite e la nostra salvezza: i cattolici e gli evangelici credono allo stesso vangelo?

Con precisione, chiarezza e scorrevolezza, si toccano i principali temi teologici di attualità della posizione cattolico romana visti da una prospettiva evangelica. Il primo capitolo del libro è dedicato a sfatare alcune false credenze che si stanno diffondendo negli ambienti evangelici. Questi possono essere riassunti nel fatto che il contenuto teologico del Catechismo della Chiesa Cattolica sia in larga parte sottoscrivibile da una persona evangelica, il fatto che sia nata una nuova era di condivisione tra cattolici ed evangelici, il fatto che la cristologia e la trinitaria siano pienamente condivise da cattolici ed evangelici e il fatto che la chiesa cattolica romana si stia avvicinando a posizioni protestanti.

Il secondo e il terzo capitolo del libro sono dedicati all’analisi di alcune parole chiave del cattolicesimo romano. Il secondo capitolo si focalizza su parole come rivelazione, Bibbia, croce, salvezza, rigenerazione, giustificazione, santificazione, missione, unità, che sono condivise anche dagli evangelici. Il libro smaschera la comunanza del lessico mettendo a nudo le differenze nella comprensione dei medesimi termini; la comprensione di tali termini è guidata dalla Scrittura per gli evangelici, mentre è guidata dall’impianto teologico cattolico per i cattolici romani.

Il terzo capitolo analizza tre peculiarità dell’edificio teologico del cattolicesimo romano (Maria, il papato e le indulgenze), ma ha il grande pregio di non trattare questi temi come se fossero isolabili dal contesto. I temi in esame vengono trattati come pietre in un edificio e sono quindi presentate come un susseguirsi di collegamenti e rimandi tematici, una serie di zoom che allargano o restringono la visuale impedendo al lettore di trattare in modo isolato questi argomenti, seppur importanti e peculiari del cattolicesimo romano, e trarne delle conclusioni superficiali. Proprio su questi temi, infatti, gli evangelici rischiano di porsi in modo superficiale e sgradevole ai cattolici romani con cui entrano in contatto, dando prova di una mancata comprensione della profondità e complessità della struttura teologica della chiesa di Roma.

Il quarto capitolo è dedicato a “investigare il cuore” (p. 107) del cattolicesimo romano portando il lettore a individuare quale sia la struttura portante del sistema teologico cattolico. Vengono quindi individuati due assi principali che reggono il sistema cattolico: l’asse natura-grazia e l’asse Cristo-chiesa. Anche in questo caso, però, gli assi non possono essere trattati separatamente, ma sono interconnessi in modo stretto e si alimentano e sostengono a vicenda. Nell’asse natura-grazia si afferma che la chiesa cattolica romana è l’estensione del Figlio di Dio che veicola la grazia dentro la natura, sottostimando tragicamente gli effetti del peccato sull’uomo e restituendo quindi una visione tutto sommato ottimistica della situazione umana. Nel cattolicesimo la natura è toccata dal peccato, ma può essere elevata dalla grazia. “C’è sempre un residuo di bene nella natura con cui la grazia può e deve cooperare” (p. 125). Il secondo asse è quello Cristo-Chiesa, perché occorre che qualcuno funga da mediatore per collegare natura e grazia. La chiesa è l’estensione terrena e contemporanea di Cristo con una natura divina e una natura umana. “L’enfasi sull’interconnessione Cristo-chiesa sembra dimenticare che la chiesa è una creatura divina che appartiene alla realtà creata da Dio e segnata dal peccato, mentre Cristo è il perfetto ora e sempre” (p. 127). La distinzione Creatore-creatura rimane offuscata e sovvertita nella teologia cattolica. In questo modo anche hapax (una volta per tutte) e mallon (per sempre) rimangono confusi, i loro confini sbiaditi e le loro differenze bibliche cancellate. Il sistema cattolico prolunga mediante la chiesa ciò che era la presenza di Cristo in terra e in questo modo si dà un fondamento alla chiesa come mediatrice che mediante il sistema sacramentale permette e funge da unico tramite per accedere alla grazia di Dio. In questi due assi portanti dell’edificio teologico cattolico si evidenzia l’infedeltà della chiesa cattolica romana nei confronti dell’autorità della Scrittura.

Le tre appendici risultano estremamente utili. La prima riporta il documento La Riforma è conclusa? Una dichiarazione di convinzioni evangeliche che riporta in sintesi la posizione evangelica espressa in modo esteso nel libro durante l’analisi del cattolicesimo romano. La seconda appendice condensa in poche righe il pensiero di nove figure cattoliche romane legandolo alla posizione attuale del cattolicesimo mediante il Concilio Vaticano II. L’ultima appendice, forse la più importante, particolarmente in un contesto come quello italiano, tratta del perché sia utile per gli evangelici osservare, studiare, capire e comprendere il cattolicesimo romano in profondità.

Tutto il libro è percorso da informazioni storiche e riferimenti ai documenti magisteriali della chiesa di Roma che possono essere estremamente utili per avere riferimenti chiari e per poter espandere la lettura personale dei documenti della chiesa cattolica romana per maggiori approfondimenti. In particolare, la connessione dei temi trattati agli ultimi tre Concili della chiesa di Roma (Trento, Vaticano I e Vaticano II) appare una scelta necessaria per mostrare le linee di continuità e di discontinuità della chiesa romana negli ultimi cinque secoli di storia.

Come persona nata, cresciuta e formata (anche teologicamente in seminario) in un contesto cattolico romano, non posso che essere grato al Signore per un libro come questo.