Zanchi e la legge: prospettive riformate sul diritto

 
 

Non era un giurista, ma il trattato sulla legge è opera finissima, scritta da un teologo riformato italiano come parte di un’opera più vasta. Stiamo parlando della sezione sulla legge del Tractatus de Redemptione (1597), da alcuni anni disponibile in traduzione inglese: On the Law in General, Grand Rapids, CLP Academic 2012. L’autore è Girolamo Zanchi (1516-1590), tra i più alti esponenti dell’ortodossia riformata del secondo Cinquecento. 

Uno degli aspetti più sorprendenti di questa opera è la sua capacità di rendere accessibili concetti giuridici complessi a lettori di ogni provenienza. La capacità dell'autore di svelare intricate teorie giuridiche e di presentarle in modo chiaro e comprensibile è davvero encomiabile. Attraverso narrazioni avvincenti e aneddoti stimolanti, il libro colma facilmente il divario tra teologico e giuridico, consentendo anche a coloro che non hanno alcuna conoscenza giuridica precedente di coglierne gli insegnamenti.

Un capitolo particolare si distingue tra gli altri: "La legge attraverso la quale arriva la conoscenza del peccato" fa luce sul ruolo profondo della legge nel plasmare la nostra comprensione della moralità e del peccato. Offre ai lettori una profonda comprensione di come la legge funge da specchio, rivelando la profondità della fragilità umana e la peccaminosità intrinseca che affligge la nostra esistenza.

La profonda riverenza dell'autore per i testi biblici è palpabile in tutto il capitolo. Attingendo a una ricca gamma di riferimenti scritturali, l'autore rafforza l'idea che la legge non è semplicemente un insieme di norme legali astratte, ma uno strumento divino per l'autoesame e la crescita spirituale. Ogni versetto e riferimento è scelto con cura per illuminare il profondo legame tra la legge e la nostra ricerca della perfezione morale. 

Inoltre, il capitolo ci ricorda il potere redentore della grazia e del perdono. Mentre sottolinea il ruolo della legge nel rivelare il peccato, Zanchi mette anche in luce il potenziale di trasformazione della misericordia di Dio. Incoraggia i lettori ad abbracciare la legge non come una forza di condanna, ma come una luce guida verso il rinnovamento spirituale. E’ il “terzo” uso della legge: non solo di rivelare il carattere di Dio e di mostrare il nostro peccato, ma anche di direzionare la santificazione cristiana.

Altri capitoli sono altrettanto illuminanti. La "Legge naturale" funge da bussola morale, radicata nel tessuto stesso del nostro essere creato, guidando la nostra comprensione di giusto e sbagliato. Ci ricorda che le nostre leggi terrene dovrebbero risuonare con questo innato senso di giustizia, facendo eco al disegno divino. Le "leggi umane" emergono come un'applicazione pratica della legge naturale, un modo per governare le società con equità ed eguaglianza. La lente cristiana dell'autore ci invita a contemplare come queste leggi dovrebbero essere radicate nella rettitudine e riflettere l'amore e la compassione esemplificati da Cristo. "La Tradizione della Chiesa" porta con sé il peso di secoli di saggezza e di guida spirituale. L'autore fa luce su come questa tradizione arricchisce la nostra comprensione del diritto, garantendo che i nostri sistemi giuridici si allineino agli insegnamenti senza tempo del cristianesimo. 

I "costumi" sono presentati come espressioni vive dell'etica comunitaria. In questo contesto cristiano, sono incoraggiati ad allinearsi ai comandamenti di Dio, rafforzando il tessuto morale della società. La “Legge divina” emerge come la fonte ultima della verità e della giustizia. È il fondamento su cui dovrebbero essere costruite tutte le leggi umane, garantendo che siano in linea con il piano perfetto di Dio per l'umanità. Le "Leggi dello Stato ebraico" forniscono un'affascinante prospettiva storica, mettendo in mostra la guida divina che ha plasmato il popolo di Israele. La prospettiva cristiana dell'autore ci invita a riflettere su come queste leggi prefigurassero il compimento del disegno di Dio mediante Cristo. La "Legge cerimoniale" e la sua interazione con la “Legge divina” è una testimonianza dell'intricata relazione tra l'Antico e il Nuovo Testamento. L'autore ci invita a vedere queste leggi come trampolini di lancio verso la rivelazione definitiva della grazia di Dio.

In un mondo segnato dalla divisione e dalla discordia, il trattato di Zanchi sulla legge offre non solo uno spaccato della teologia riformata del Cinquecento, ma anche un messaggio attuale di speranza e riconciliazione. L'enfasi dell'autore sull'importanza dell'amore, del perdono e del bene comune come principi guida per la pratica legale è in profonda sintonia con l'etica cristiana. Questo libro ci ricorda con forza che la giustizia non è solo una questione di norme giuridiche, ma anche una questione di cuore.

Questo libro è una lettura obbligata per giuristi, teologi e chiunque cerchi una comprensione più profonda del profondo legame tra diritto e fede cristiana. È una testimonianza dell'importanza duratura della legge di Dio nella nostra vita e un invito ad abbracciare la giustizia come un dovere sacro. "Sulla legge in generale" è un'opera senza tempo che continuerà a ispirare e illuminare le generazioni a venire.