Abusi nella chiesa (I). Un documento dell’AEI

 
 

Dopo un lavoro di quattro anni, la “Commissione Abusi” dell’Alleanza Evangelica Italiana ha presentato un prezioso documento sul delicato tema. Il titolo è “Abusi. Prevenirli, riconoscerli, curarli e denunciarli con la saggezza biblica” (2025). Sebbene il testo lasci spazio ad ulteriori riflessioni, il documento rappresenta una pietra miliare per il movimento evangelico italiano. 


Viviamo in una società sempre più attenta alle dinamiche dell’abuso nei vari livelli della società; tuttavia, la chiesa evangelica sembra spesso ignorare le dimensioni di questo fenomeno e di quanto essa stessa possa esserne coinvolta. Con questo documento l’AEI vuole incoraggiare le chiese a fare i conti con il dramma dell’abuso in ogni sua forma, riconoscendo nella saggezza biblica il fondamento sui cui costruire. Ecco una breve sintesi del documento:


Cos’è l’abuso

Abusare significa approfittare della propria posizione di potere, del proprio status o della propria reputazione per perpetrare un maltrattamento o una violenza di vario genere (fisica, spirituale, psicologica e sessuale) nei confronti di persone vulnerabili come donne, bambini, diversamente abili, ma anche uomini o pari in varie condizioni di fragilità.

Tutto questo è frequentemente accompagnato da comportamenti come minacce e manipolazione da parte dell’abusatore per indurre la vittima all’isolamento, al senso di colpa ed alla vergogna. 


Anche se la Bibbia non ne usa in modo specifico il termine, essa non rimane affatto silente sull’argomento. La Parola offre miriadi di esempi dove il peccato genera l’abuso attraverso l’azione degli empi e a prescindere dalla sua tipologia, non è in alcun modo legittimato. L’abuso non era presente alla creazione e non lo sarà nei nuovi cieli e nuova terra ma esso è uno dei violenti effetti della caduta dell’uomo al peccato (Genesi 3). Esso nasce, ci dice il documento, “dove il vangelo è dimenticato ed il messaggio biblico distorto”. 


L’abuso alla luce di Cristo

La Bibbia afferma che Il peccato ha stravolto tutte le relazioni tra gli individui. Perdendo la relazione con il Creatore, le dinamiche tra fratelli, tra mogli e mariti, tra genitori e figli, tra persone di comando e sottoposti sono state pienamente corrotte. Nello stesso modo, anche gli aspetti comunitari, famigliari, lavorativi e tristemente quelli ecclesiali vivono la drammaticità della distorsione del peccato. A prescindere dall’individuo, a prescindere della comunità, la corruzione è alla radice. 


Gesù Cristo è l’unico che è stato e che è in grado di andare al cuore del problema per risolverlo. In Cristo la devastazione dell’abuso è stata sconfitta sulla croce dal sangue del Salvatore e scomparirà per sempre al Suo ritorno. Colui che ha vissuto in prima persona l’abuso degli abusi, nel già e non ancora della compiutezza dei tempi, agisce attraverso l’opera dello Spirito Santo nel cuore dei Suoi figli.

Gesù, come dice il documento, mostra come l’amore per il prossimo è intimamente legato a quello per Dio. In Cristo, quindi, e solo attraverso la Sua opera le relazioni, anche quelle più disperate, vengono restaurate, guarite e riformate. Solo nella Sua opera di redenzione troveremo quindi le risorse per contrastare l’abuso in noi ed intorno a noi.


La chiesa in prima linea

Sebbene scaduta nell’individualismo sempre più estremo, l’umanità è contraddistinta dall’essere parte di una collettività. La Bibbia descrive l’uomo come parte di una comunità nella quale svolge il suo ruolo con responsabilità e rendicontazione. Questa, per i figli di Dio, è la chiesa.

La chiesa nella sua accezione locale è quindi il contesto nel quale, all’insegna del discepolato, le relazioni vengono sviluppate alla luce della Parola di Dio.  È qui che attraverso la predicazione, la cura, l’accompagnamento, la riprensione, la formazione e la crescita si impara a vivere relazioni guarite e lontane da meccanismi abusivi.


La chiesa però, non è un’isola felice priva di peccato. Il rischio di instaurare dinamiche abusive all’interno della stessa è elevato. Non tutto è abuso e non ogni forma di decisione che va contro il proprio volere deve essere considerato tale. Tuttavia, come ogni sistema di persone fallaci, l’abuso è dietro l’angolo e la chiesa ha il compito di fuggirlo e condannarlo.

In Cristo la chiesa ha ricevuto la chiamata e gli strumenti per combattere l’abuso, ne viene così la necessità di instaurare una doppia vigilanza: interna, dove vigila su sé stessa e sulle proprie dinamiche ed esterna dove si fa promotrice di dinamiche sane.


Un invito all’azione

Alla luce di tutto questo, il documento AEI invita le chiese a considerare la necessità di intervenire attraverso la prevenzione, la preparazione e la formazione. Vedremo nei prossimi articoli questo invito considerandolo alla luce del triplice ufficio di Cristo: regale, sacerdotale e profetico, per essere chiese vigili ed utili strumenti per combattere l’abuso in ogni sua forma.  


(continua)