Arte e missione: un binomio impossibile?

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Il bisogno, oggi, del popolo evangelico di riappropriarsi di tutto ciò che Dio ha creato è sempre più forte. Ciò vale anche per l'arte, creata da Dio ma anch'essa distorta a causa del peccato. Nell'Impegno di Città del Capo (2010), il terzo fondamentale documento del Movimento di Losanna, viene data una particolare attenzione all'arte e al modo in cui questa può essere utilizzata come strumento di testimonianza della verità di Dio in un mondo pluralistico e globalizzato.

Tra gli appelli all'azione, c'è l'incoraggiamento ad un maggiore coinvolgimento cristiano nelle arti e l'invito a sostenere gli artisti per aiutarli a far fiorire il loro servizio. Il compito della missione coinvolge la comunicazione e l'arte rientra in questa grande sfera; basti pensare al modo unico in cui l'arte è in grado di muovere il nostro spirito e il nostro pensiero. Ecco il testo dell’Impegno (2a5)

5. La verità e le arti nella missione 

Possediamo il dono della creatività perché siamo portatori dell’immagine di Dio. L’arte nelle sue molteplici forme è parte integrante di ciò che come uomini facciamo e può riflettere qualcosa della bellezza e della verità di Dio. Nel migliore dei casi gli artisti sono dei narratori di verità e dunque le arti costituiscono un importante modo in cui possiamo esprimere la verità del vangelo. Il teatro, la danza, il racconto, la musica e le arti visive possono essere espressione sia della realtà del nostro bisogno sia della speranza, radicata nel vangelo, che tutte le cose saranno fatte nuove. Nel mondo della missione le arti sono una risorsa non ancora sfruttata. Incoraggiamo attivamente il più grande coinvolgimento cristiano nelle arti. 

Desideriamo tanto vedere la Chiesa che in tutte le culture usi attivamente le arti come uno scenario per la missione:  

1. riportando le arti nella vita della comunità di fede come componente valida e preziosa della nostra chiamata al discepolato;  

2. sostenendo coloro che hanno doni artistici, soprattutto sorelle e fratelli in Cristo, così che essi possano fiorire nel loro servizio; 

3. permettendo che le arti servano da contesto favorevole in cui riconoscere e imparare a conoscere il prossimo e lo straniero;

4. rispettando le differenze culturali e favorendo le espressioni artistiche indigene.

Se è vero che l'arte può essere un valido strumento per la missione, frutto dell'ubbidienza di artisti dotati che appartengono al corpo di Cristo nel mondo, è anche vero che per poterlo permettere, è necessario che essa sia redenta, restaurata e ridiretta verso gli obiettivi di Dio. In altre parole, è necessaria una riforma nel campo delle arti, che parta proprio dall'artista cristiana, impegnata nel riflettere la ricchezza della prospettiva di Dio.

L’artista cristiano deve radicarsi profondamente nella conoscenza della Scrittura, avendo una mente rinnovata ed una visione di Dio ampia e profonda così da far fiorire una buona, sana e solida cultura artistica pronta a dare ragione delle verità di Cristo. Come qualsiasi altra cosa, anche l'arte è da Lui, attraverso di Lui e per Lui e, mediante il rinnovamento della propria vita e l'ispirazione dello Spirito Santo, l'uomo può creare ed essere testimone della verità del Vangelo. E, nel suo creare, l'artista deve ricercare la verità, l'onore, la giustizia, la purezza, l'amabilità, la grazia, l'eccellenza e la lode (Filippesi 4,8). 

è necessaria una riforma nel campo delle arti, che parta proprio dall’artista cristiana, impegnata nel riflettere la ricchezza della prospettiva di Dio.

L'abilità non sta solo nel saperlo fare, ma nel saperlo fare oggi, nel lavorare nel mondo attuale, nell'essere consapevoli di ciò che sta accadendo e rispondere creando qualcosa di significativo per i nostri tempi. La vocazione dei figli di Dio è quella di essere come il sale, che da sapore qui ed ora, essere testimoni del dono ricevuto da Dio, con responsabilità e senza compromessi, favorendo relazioni aperte e buone, sforzandosi di ricercare la pace e la giustizia, l'amore e la verità, che grazie a Cristo possono essere raggiunte e godute. Solo in questo modo, gli artisti possono essere dei "narratori di verità", come li definisce l'Impegno di Città del Capo.

L'Italia possiede un patrimonio artistico molto importante ma anche molto disorientante. La sfida è quella di non lasciare questo mondo abitato solo da "altri", ma far sì che sia vissuto anche da artisti che vogliono onorare il Signore e promuovere una prospettiva biblica e radicata in Dio.

I tempi sono maturi perché le comunità cristiane rispondano positivamente all'appello all'azione dell'Impegno di Città del Capo di utilizzare le arti come una componente importante nella vita della chiesa e come risorsa per la testimonianza della buona notizia del Vangelo. Nell'appello, gli evangelici sono incoraggiati a considerare la sfera dell'arte come un campo vocazionale da vivere con integrità e in modo missionale.

La domanda che possiamo porci oggi è questa: in che modo i cristiani evangelici italiani possono riorientare la cultura artistica e rinnovarla, riformarla, per poter arrivare ad essere strumento che riflette la bellezza e la verità di Dio (come ci incoraggia a fare l'Impegno di Città del Capo)?