“Buon Lavoro” a Napoli

 
 

“Buon lavoro” è l’affermazione che, credo, caratterizzi l’inizio della giornata di milioni di persone. Quando si incontra un amico o un conoscente gli si augura “buon lavoro” dopo averlo salutato. Evidentemente questo augurio è molto caro a familiari, amici e gli stessi colleghi che sperano in una giornata lavorativa piacevole e senza rischi. Sebbene questa affermazione abbia anche qualcosa di “scaramantico” per alcuni, rimane fine a sé stessa se non ci si adopera perché il lavoro sia davvero buono.

Ma come? Guardando al Dio della Bibbia e al messaggio della Parola di Dio. Questa è stata la premessa principale del seminario Buon Lavoro, che si è tenuto presso la Chiesa Apostolica di Napoli mercoledì 1 novembre 2023 tenuto da Liberato Vitale: si è trattato di un momento di sicuro interesse su un tema che le chiese troppo poco sottolineano. Il seminario ha aperto una finestra sul mondo del lavoro attraverso una chiave biblica, avendo come disegno di riferimento Dio uno e trino, servendosi del materiale contenuto nel fascicolo “Buon Lavoro”, Studi di teologia – Suppl. N. 18 (2020).

Il seminario ha anche invitato i partecipanti a capire e ad affrontare le sfide che il lavoro pone davanti. Attraverso la Scrittura vediamo che il lavoro è stato creato come una benedizione, qualcosa di buono e utile alla creazione, ma con la caduta e l’entrata nel mondo del peccato il lavoro umano non è più a immagine e somiglianza di quello di Dio uno e Trino. Quella benedizione originaria è stata infranta tanto da divenire faticosa, litigiosa, ingiusta. Solo con la redenzione, con Gesù Cristo che è venuto a riconciliare l’intera vita umana, è possibile riscoprire il lavoro come una benedizione e viverlo come tale, sempre, imparando a sostenere le “fatiche” e la complessità del lavoro nell’ottica della redenzione.

La bontà del lavoro, diversamente da quanto si pensi, non è affidata al caso, ma è indubbiamente responsabilità diretta delle parti in causa ovvero: datori, dipendenti, colleghi, sottoposti e superiori. Tutti sono coinvolti nel buon lavoro e tutti hanno una responsabilità: siamo tutti attori impegnati a livelli diversificati, e non solo sulla mera produzione di prodotti e servizi, ma soprattutto nelle relazioni tra di noi. Il luogo di lavoro non è quindi solo uno spazio fisico, in cui ci si incontra, ma è il luogo in cui le interazioni sociali, tra colleghi e collaboratori, prendono vita. La prospettiva cristiana del lavoro mi ha aiutato a guardare alle condizioni sistemiche del lavoro e a come affrontarle, dando la corretta collocazione dell’attività lavorativa nella mia vita, nonostante sia un impegno che prende molto tempo.

Lo sguardo su Dio Padre che è il lavoratore per eccellenza (avendo creato ogni cosa e sostenendola con la sua provvidenza) unitamente a Gesù e allo Spirito Santo (che “operano” in modo potente), deve significativamente condizionare il nostro modo di porci rispetto al lavoro che svolgiamo. Il lavoro è un’opportunità che può e deve sviluppare le nostre responsabilità profetiche, di annuncio di una storia diversa del lavoro e di denuncia del peccato; regali per dare un esempio credibile di lavoratore zelante, impegnato, credibile e leale, per essere un esempio di lavoratori guariti; sacerdotali per essere vicini al nostro prossimo, per essere pazienti e perseveranti nei contesti di lavoro che sono complicati.

“Buon lavoro” è stato un seminario molto interessante e partecipato che ha suscitato riflessioni e domande. Tutto ciò è una buona start line per riprendere domani il lavoro, affinché sia “buono” davvero.

Per informazioni sul seminario “Buon lavoro”: https://www.iceditalia.org/buonlavoro .