Charlotte Mason (V).Verso una filosofia dell'educazione fondata sulla conoscenza di Dio

 
 

Dopo aver osservato la vita, le influenze, le passioni e i sogni che motivavano i progetti di Charlotte Mason, è tempo di chiederci quale sia stato il cuore della sua filosofia educativa, che l’ha distinta dai maestri del suo tempo. Un anno prima della sua morte, nel 1922, Mason termina di scrivere il saggio che verrà pubblicato postumo l’anno successivo con il titolo Essay Towards a Philosophy of Education. Pensato per essere un manuale d’istruzione per studenti, è riconosciuto anche come la sua opera magna, come un sommario di tutta la sua filosofia e una presentazione approfondita del suo manifesto. Mason riesce nel tentativo sistematico di riassumere il suo pensiero e semplificare il linguaggio senza tradire il cuore dei contenuti, aprendo alla possibilità di una loro maggiore diffusione. Questa è infatti la sua opera più conosciuta ma anche quella che rischia di essere più facilmente mal interpretata. Non è possibile, infatti, comprendere pienamente il senso dei princìpi esposti nella Synopsis e nella loro trattazione punto per punto, se si tralascia di cercarne lo sfondo e i presupposti nelle altre opere masoniane, anche quelle non strettamente pedagogiche. Mason riassume qui la sua antropologia, i pilastri della sua visione dell’educazione, il curricolo e il metodo.

Il bambino è innanzitutto una persona. Non un potenziale adulto ma un essere vivente caratterizzato da un apprendimento continuo e da una inclinazione filosofica nell’indagare i “come e i “perché”; è un essere spirituale portatore di una propria prospettiva attraverso la quale misura e giudica il mondo, un essere che non è costruito dall’esterno ma che si costruisce dall’interno; e infine un essere integrato composto da fisico, mente, emozioni, spirito e che brama una relazione profonda con la realtà. Per questo motivo afferma che tutti gli strumenti e le attività educative esterne, cioè che si interessano solo di modellare il suo carattere esteriore sono “decorative” o “applicate alla superficie” perché non si adattano alla natura “viva” del bambino. L’educazione che ne consegue tiene in altissima considerazione la natura profonda del bambino e sarà di una qualità tale da rendere il giusto rispetto alla sua mente, ponendolo a confronto con la realtà per conoscerne le strutture di verità. Forse la più alta attestazione del rispetto che Mason ha del bambino la si trova nell’incoraggiamento che rivolge ai genitori di porlo in relazione diretta con il testo biblico fin dalla più tenera età.

Lo sguardo realistico di Mason non le impedisce di vedere al tempo stesso i limiti della natura umana nel suo modo di pensare e agire, una natura segnata dal peccato e sostenuta dalla grazia comune di Dio, perciò con possibilità per il bene così come per il male nel corpo, nella mente e nel cuore. “Ignorare le possibilità per il male…significa esporre il bambino a rischi spaventosi.” (Homeschooling series, vol. 1, p. 129). In questo sta il ruolo dell’educazione nei suoi vari ambiti, livelli e aree, cioè quello di promuovere il bene in modo tale da mitigare il male; a condizione, afferma, che poniamo l'educazione come “ancella” della fede cristiana. Per questo motivo i concetti di autorità e ubbidienza, libertà e abitudine sono tanto importanti nella visione esposta. L’autorità di colui che educa è la condizione necessaria per la conoscenza, la libertà, l’ordine e la coesione. L’autorità dell’educatore non ha nulla a che vedere con la manipolazione, il controllo e l’ambizione indebita, ma piuttosto con la responsabilità di far fiorire la sua persona.

“Viviamo in un mondo redento, e la grazia infinita e l'aiuto dall'alto accompagnano ogni sforzo giustamente diretto nella formazione dei figli; ma non vedo molti motivi per sperare che la grazia divina intervenga come sostituto di ogni potere che decidiamo di lasciare inutilizzato o mal indirizzato…una volontà debole, cattive abitudini, una coscienza non istruita, rimangono per tutta la vita di molti uomini cristiani, perché i genitori sono venuti meno al loro dovere verso di lui, e lui non ha avuto abbastanza forza in se stesso per supplire alla loro omissione.” (Homeschooling series,  vol. 1 p. 331)

Quali sono dunque gli strumenti di questa educazione da non trascurare? “L’atmosfera dell’ambiente, la disciplina delle abitudini e la presentazione idee vive.” La prima è in accordo alla natura del bambino e in particolare alla sua “domesticità”. È l’atmosfera famigliare, infatti, quella che ha gli effetti maggiori sulla vita del bambino e a quella a cui la scuola dovrebbe ispirarsi, riconoscendo che l’amore è la prima cifra di questa atmosfera fatta di relazioni di autorità e obbedienza, rispetto e responsabilità, cooperazione e incoraggiamento, luogo ideale affinché la conoscenza fiorisca. La disciplina delle abitudini sottolinea il fatto che l’espressione libera delle potenzialità del bambino non è priva di ordine e di regole: una disciplina delle abitudini è in grado di dare forma a mente e corpo, di sviluppare le capacità intellettuali e morali e non si tratta di qualcosa di esteriore o superficiale ma che pone le sue basi nel cuore e nel carattere del bambino. “L’abitudine è per la vita, ciò che i binari sono per le carrozze”. Tra le discipline intellettuali Mason da grandissima importanza all’attenzione perché da essa dipendono molte delle cose più importanti della vita. Infine, l’educazione implica il bisogno di nutrimento intellettuale, morale e fisico, perciò, essa deve porre il bambino a contatto con la vita e con le idee che la costruiscono. Deve essere una relazione tra mente e mente e non con ambienti artificiali o manipolatori, infantilizzati o semplificati. Il confronto vivo con le idee svilupperà la maturità del bambino e la sua responsabilità di comprendere, accettare o rigettare le idee con le quali entra in relazione.

Atmosfera, disciplina e vita sono strumenti educativi, ma qual è il fine di questi mezzi? La relazione. Mason definisce infatti l’educazione come “la scienza delle relazioni”. Il bambino si pone in relazione a tutto ciò che incontra, perché sente che tutto lo riguarda. L’educazione si fonda su una triade di conoscenza: Dio, l’uomo, il mondo, di cui il primo è fondamento e culmine. Da questo principio si sviluppa il suo curricolo - che deve essere “vivo”, ampio, vario e ricco, perché la mente necessita di cibo sano tanto quanto il corpo - e il suo metodo che predilige la relazione con l’insegnante e con le persone dietro ai fatti (attraverso la lettura diretta di molti buoni libri), così come l’esperienza e l’osservazione diretta del mondo e il gioco libero all’aria aperta. 

Alcuni hanno definito il lavoro di Mason come “pionieristico” perché anticipa molti concetti pedagogici moderni proposti da Freud, Erickson e Dewey, ma con una profonda differenza che è visibile negli esiti contemporanei delle idee di questi suoi successori:

“Tutta l’educazione sgorga e si fonda sulla nostra relazione con il Dio Onnipotente. Su questo punto dobbiamo prendere una posizione molto chiara. Noi non diamo un’educazione meramente religiosa, perché quello vorrebbe dire implicare la possibilità di un altro tipo di educazione, un’educazione secolare, per esempio. Ma, noi affermiamo che tutta l’educazione è divina, che tutti i buoni doni della conoscenza e intuizione vengono dall’alto, che il culmine di tutta l’educazione è la conoscenza personale e l’intimità con Dio nel quale il nostro essere trova la sua perfezione più completa.” (Home Schooling Series, vol. 3 p. 95).