“Chi ha Cristo, ha abbastanza” (Lutero). Apprezzando il Vangelo e ricordando la Riforma in Ticino
La Domenica della memoria a fine ottobre è un’occasione per ricordare l’affissione delle 95 tesi di Lutero e l’inizio della Riforma. Così è stato a Giubiasco (Ticino) il 25 ottobre presso la “Chiesa viva” della cittadina svizzera. A parlarne in una conferenza pubblica è stato Leonardo De Chirico, docente di teologia storica presso l’IFED di Padova. Questa è una sintesi della conferenza.
La fede cristiana sta in piedi sulla memoria (“Ricorda Israele…”). Ricordiamo il Vangelo quotidianamente, settimanalmente… con parole, gesti (p. es. Cena del Signore), preghiere… E’ giusto anche fare memoria della storia della chiesa. Il gesto di Lutero, atto apparentemente innocuo, più di 500 anni fa ha segnato la storia. Noi lo dobbiamo ricordare ogni anno (domenica della memoria), così come anche un altro evento, sempre incentrato su Cristo, che successe 1700 anni fa a Nicea.
Cosa successe a Nicea? Gesù era un uomo che ha camminato sulle strade della Palestina, facendo quello che fanno altre persone, ma senza peccare, e che però non può essere confinato alla sua umanità: Egli era una persona unica, in quanto in Lui si sommavano una natura umana e una divina. Egli fu al centro delle discussioni a Nicea 1700 anni fa. La chiesa ebbe la responsabilità di fare i conti e chiarire le idee su quello che era la Persona di Gesù Cristo.
Ario diceva che non si può mantenere l’unicità di Dio se si considera Gesù anche Dio. Alessandro (vescovo di Alessandria) e il suo segretario Atanasio, insieme anche ad altri, sostenevano che Gesù non fosse una creatura speciale, simile a Dio, ma che fosse proprio Dio incarnato.
Il Concilio di Nicea (325) affermò che il Padre e il Figlio sono della stessa sostanza divina: due Persone, ma un solo Dio. Il Figlio al tempo dovuto si è incarnato per compiere la volontà del Padre. Poiché, in effetti, se Gesù non è che un buon esempio (che è alla fine ciò che ha dovuto sostenere Ario), la fede cristiana crolla. Secondo Ario la fede è soltanto un tentativo di imitare Cristo, e quindi non si può essere sicuri della salvezza. Il Concilio di Nicea riconobbe la triunità di Dio: Padre, Figlio e Spirito (Dio uno e trino), poiché volle sottostare alla verità della Scrittura
Un’altra tappa cruciale della storia è quella dell’affissione delle tesi a Wittenberg. Anche questo evento ruota intorno al riconoscimento della Persona di Gesù; è qui che si gioca la fede cristiana, che è radicata nell’opera e nella Persona di Cristo.
Lutero si trovò ad affrontare un’altra sfida sempre riguardante la Persona di Gesù. Ma, 7 anni prima dell’evento questo monaco agostiniano fece un viaggio a Roma (1510) per sbrigare delle faccende amministrative del suo ordine. Lutero aveva una grande concezione della santità di Dio e una forte concezione del proprio peccato, con cui aveva provato a rapportarsi in diversi modi: entrando in monastero per allontanarsi dal mondo e anche attraverso esperienze di solitudine (eremitismo), senza però trovare soluzione. Lutero era una persona religiosa e ligia, ma si rendeva conto che non c’era modo di risolvere questa realtà del peccato (e del relativo senso di colpa) che risiede nel nostro cuore.
Lutero vide in Roma una città dove, nonostante vivessero il Papa e i vescovi, c’era un terribile decadimento morale, un totale sovvertimento di princìpi, e ne fu scandalizzato e perplesso. La città che avrebbe dovuto essere la rappresentazione plastica della fede cristiana era invece luogo di mercimonio, scandali, ecc.
Lutero restò colpito davanti a un luogo iconico (Paolo, uno dei suoi numerosi figli ne parlò): la Scala Santa. La madre di Costantino (Elena) aveva fatto scardinare i gradini della scala di legno, che aveva salito Gesù inaugurando la Sua passione, e li aveva fatti portare a Roma. Lo fece per i pellegrini (come penitenza) in modo che si identificassero con Gesù.
Ora, la Chiesa stabilì che, coloro che avessero salito la Scala nell’Anno Santa, avrebbero ricevuto l’indulgenza dopo aver pagato un contributo. Nel 1300 Bonifacio VIII fece un’operazione economica e di marketing straordinaria per portare alle casse della Chiesa di Roma tante risorse, e che continua anche oggi (dal 1967 però non bisogna pagare le indulgenze).
Lutero trovò molto grave ciò che rappresentava la Scala Santa: una visione del mondo in cui c’era una distanza incolmabile tra le persone e Dio, le quali dal basso dovevano impegnarsi per raggiungere Dio con le proprie azioni e in mezzo c’erano i preti (coloro che si attribuivano la rappresentanza di Dio). La relazione tra l’uomo e Dio era sempre mediata dalla Chiesa.
La Scala Santa poi non risolveva nulla, poiché, dopo poco, si tornava a peccare e si doveva ritornare… vIl problema non era soltanto economico e morale, come sostengono ancora alcuni storici. Lutero capì che era radicato nella narrazione religiosa proposta dalla Scala Santa.
A partire dello studio della Lettera dei Galati e altre epistole bibliche e dai salmi, Lutero si rese conto che la Scala doveva essere rovesciata. Gesù era sceso giù per incontrare coloro che non possono salire, donando loro la Sua giustizia; non per opere, ma per fede. E questo dono ha un impatto che cambia la vita.
La questione spirituale (“come posso risultare giusto davanti a un Dio santo?”) è quella determinante della Riforma, e non quelle questioni economiche e sociali con cui gli storici cercano di spiegarla.
Tutti noi abbiamo una Scala Santa nel nostro cuore, che si chiami religione o tentativi di successo o altro. Gesù è veramente uomo e veramente Dio, e in questo sta in piedi o cade la fede cristiana. Questa è la vera buona notizia, nel 325, nel 1517, nel 2025 e sempre: non c’è un altro nome per cui uno possa essere salvato!
Riforma significa tornare alle fonti della Parola di Dio, tornare al centro della fede che è la Persona di Gesù Cristo ed essere pronti a levare tutte le incrostazioni che si sono accumulate nel corso del tempo (“Ecclesia riformata semper riformanda”).
Il progetto alternativo esiste dall’inizio del mondo; già c’era nel Giardino d’Eden: “non è vero quello che dice Dio; ma, se vi mettete al centro, facendo quello che dico io (il Serpente), sarete come Dio”. La sfida è quella di tutti i credenti: fidarsi della Parola di Dio, delle risorse di Dio, dell’affidabilità di Dio. I modi di pensare, che sono molto potenti e radicati, devono essere assoggettati alla Parola di Dio. La croce di Cristo è però molto più leggera delle istanze che il mondo mette sulle spalle delle persone attraverso il sedicente progetto alternativo dell’antropocentrismo. Se invece pensiamo che il Vangelo non sia sufficiente per oggi, che bisogni cercare qualcosa altro, poiché nessuno crede, ecc., prendiamo una strada sbagliata! Il Vangelo è il tesoro che abbiamo ricevuto e che dobbiamo custodire.
La chiesa non deve essere né più né meno di quello che Dio vuole (quello che dice la Scrittura) e, cioè: si deve attenere nell’esercizio della propria autorità alla sfera che le è stata assegnata, e quindi non deve cercare di essere né Stato, né famiglia, né altro. Altrimenti, diventa un mostro!
Nel 1983 nel 500 anniversario della nascita di Lutero, la narrazione cattolico romana è stata che lui è stato un figlio della Chiesa un po’ birichino e impaziente. A partire del Concilio Vaticano II le istanze della Riforma sono state riviste e, secondo i teologi cattolici, recepite. Tuttavia, la Chiesa di Roma, non modificando l’assetto tridentino, ha soltanto dato un aspetto rinnovato alla loro dottrina (una verniciatura che non ha cambiato che soltanto superficialmente il muro!). Per questo la Riforma è ancora attuale!