Chi sono i veri cattolici?

 
 

N.B. In occasione del Rome Scholars and Leaders Network 2025 si è tenuta una serata pubblica sul tema “Cattolica ma non romana. Perché la fede evangelica è cattolica mentre quella romana non lo è”. Questo articolo è una sintesi della conversazione tenuta presso la chiesa evangelica Breccia di Roma il 18 giugno 2025.

“Cattolico ma non romano” è il nome del mio canale youtube che esiste per stimolare riflessioni sulla fede apostolica all’incrocio tra teologia e storia. 

La domanda che mi sono posto è: chi sono i veri cattolici? Si può essere cattolici ma non romani? È proficuo riflettere sulla cattolicità per almeno due motivi:

  • La cattolicità irrobustisce la nostra identità evangelica, radicandoci più saldamente nella storia dell’opera dello Spirito nella chiesa di Cristo 

  • La questione della cattolicità funge da strumento efficace per suscitare riflessioni nelle nostre conversazioni con i nostri amici e parenti cattolici romani. Però, vogliamo dimostrare con amore che la romanità ha inglobato la cattolicità.

Poco dopo la mia conversione al protestantesimo, ero in visita ai miei che all’epoca abitavano in Washington D.C. Siamo andati—per quale motivo non mi ricordo—alla basilica nazionale. Nel corso della visita scendemmo a un piano inferiore e ci fermammo per dare un’occhiata al piccolo negozio di articoli da regalo. Vidi una maglia che sul retro aveva una lista delle date in cui nacquero le diverse tradizioni cristiane.

In cima della lista si trovava la Chiesa Cattolica (Romana), data di nascita 33 d.C. e scendendo un bel po’ sulla lista si trovava la chiesa protestante: solo nel 1517 d.C. Quindi, secondo questa maglia, la chiesa cattolica romana nacque con la morte e risurrezione del nostro Salvatore ma la chiesa protestante con l’affissione delle 95 testi di Lutero.

Benché l’approccio storiografico di quella maglia non fosse per niente autorevole, rappresenta una veduta superficiale della storia della chiesa che tende a concretizzarsi sia in ambiente cattolico sia protestante.


Non è insolito incontrare protestanti che concepiscono la storia della chiesa come segue: c’era Gesù, poi gli Apostoli poi c’era un paio di padri che andavano abbastanza bene. Però, non ci voleva tanto tempo prima che la verità andasse quasi del tutto persa e regnasse la confusione. Poi, scese in campo

Lutero per salvarla chiesa nel Cinquecento (e un in certo senso iniziare una nuova chiesa). Ci sono poi, dall’altro canto, Cattolici che danno per scontato che la Chiesa cattolica odierna sia più o meno uguale a quella primitiva nei primi secoli. Così facendo, ignorano la complicatezza del processo della formulazione dei loro dogmi.

Che cos’è la cattolicità? 

Il termine “cattolico” deriva dalla locuzione greca “kath’holou” ovvero “secondo l’intero” e pertanto vuol dire “generale o universale.”


Tra le varie dimensioni della cattolicità, quella dottrinale è da considerare centrale. Questo pensiero è stato sempre presente nell’ottica protestante. Melantone disse, “Essere chiamati

cattolici è una cosa; esserlo nei fatti un’altra. Sono correttamente chiamati cattolici coloro che accettano la dottrina della vera chiesa cattolica (universale), cioè ciò che è attestato dai testimoni di tutti i tempi…” (A. McGrath, Il pensiero della Riforma, p. 241).


Il Nuovo Testamento pone l’accento sulla sana dottrina e la centralità dell’insegnamento alla vita della chiesa di Cristo. Infatti, la chiesa è “colonna e sostegno della verità” (1 Tim 3,14-15). 


La Parola di Dio è il fondamento su cui il Padre edifica la chiesa (Efesini 2,20) perché le vere pecore di Cristo riconoscono la sua voce pastorale nella parola predicata (Giovanni 10,27) per mezzo dello Spirito (1 Giovanni 4,6).

Le strutture ecclesiali non sono negative in sé, ma non sono in grado da sole di delineare la cattolicità. Dopo tutto, Paolo designò anziani in ciascuna chiesa che fondò (Atti 14,23) e comandò a Tito di fare altrettanto (Tito 1,5). Inoltre, è vero che la Bibbia ci dice di sottometterci alle guide della nostra chiesa locale (1 Pietro 5,5; Ebrei 13.17). Tuttavia, dall’apostasia

dell’apostolo Giuda in poi, è evidente che i conduttori di una chiesa possono errare. Paolo disse agli anziani della chiesa di Efeso, “e anche tra voi stessi sorgeranno uomini che insegneranno cose perverse per trascinarsi dietro i discepoli” (Atti 20:30).


Quando Gesù promise, “edificherò la mia chiesa, e le porte dell’Ades non la potranno vincere” (Matteo 16,18), non significa che non ci sarebbero state determinate chiese locali visibili (o perfino denominazioni) che falliscono e nemmeno che la chiesa non sarà sterminata in un determinato luogo.


Tuttavia, nessuno può vincere la chiesa cattolica perché lo Spirito Santo si serve della sana dottrina per aggiungere al corpo di Cristo e per edificarlo. Gli uomini possono sbagliare, ma la Parola di Dio non erra mai. La forma della chiesa non dovrebbe mai inglobare la sostanza della dottrina. Un’assemblea è cattolica nella misura in cui predica, custodisce e si conforma alla Parola di Cristo.


Un altro aspetto importante della cattolicità è la apostolicità. L’epistola di Giuda 3 spiega che è stata “la fede” ad essere trasmessa ai santi una volta per sempre. Dunque, si determina la cattolicità di un’assemblea locale sulla base della sua conformità alla dottrina apostolica. Gli scritti degli apostoli sono le fondamenta della chiesa: “Siete stati edificati sul

fondamento degli apostoli e dei profeti…” (Efesini 2,20). C’era un numero specifico di Apostoli, dodici uomini avevano un ruolo irripetibile nel gettare le fondamenta della chiesa.


Gli uomini che seguirono gli Apostoli, i loro discepoli sapevano di non essere Apostoli: Ignazio di Antiochia (c. 35–115 d.C.) disse all’inizio del

secondo secolo: «Non vi comando come Pietro e Paolo. Essi erano apostoli…» (Romani 4,3).

Dunque, l’unico modo per attingere all’insegnamento apostolico è quello di rivolgersi alle loro parole messe per iscritto nel Nuovo Testamento.


La cosiddetta regola di Vincenzo di Lerino—un monaco—della Gallia che visse nel quinto secolo d.C. Scrisse:


“Nella stessa Chiesa cattolica bisogna avere la più grande cura nel ritenere ciò che è stato creduto dappertutto, sempre e da tutti” (Commonitorio).

Dobbiamo proteggere il deposito apostolico se una dottrina non è stata insegnata dappertutto, sempre e da tutti non è cattolica. Tristamente la chiesa cattolica romana insiste che i suoi membri abbraccino diverse dottrine che non erano presenti nella primitiva e sono senza sostegno negli Scritti apostolici (la Bibbia).


Quindi, la fede evangelica è quella cattolica perché è centrata sulla dottrina di Cristo insegnata dagli apostoli. Quella romana non né l’una né l’altra.