“Formare operai per la testimonianza evangelica”. I 70 anni dell’Istituto Biblico Italiano
Non sempre si ha adeguata contezza dei luoghi di formazione teologica dell’Italia evangelica. A questo proposito, suscitò un certo interesse nel 2022 l’uscita di una ricerca di Laura Caffagnini intitolata “L’arcipelago formativo evangelico”, nel volume Chiesa in Italia 2020, l’annale della rivista Il Regno. Si trattava di una mappatura dell’offerta formativa evangelica tratta da una serie di interviste della giornalista ai direttori dei vari istituti interpellati. Quel saggio evidenziava l’esistenza di molteplici iniziative formative, la maggior parte delle quali appartenenti al mondo evangelicale (pentecostale e non).
L’anno scorso, poi, una sezione dell’ampio saggio di Pawel Gajewski “I valdesi nel movimento evangelico, tra divisione e unità (1945-1990)” in Storia dei valdesi (4). Evangelizzazione e presenza in Italia (1870-1990), a cura di P. Naso, Torino, Claudiana 2024, pp. 395-396, trattava proprio dei “Luoghi di formazione teologica conservatrice in Italia” in cui includeva l’Istituto Biblico Italiano (IBI), l’Istituto Biblico Evangelico Italiano (IBEI) e l’Istituto di Formazione Evangelica e Documentazione (IFED).
Proprio l’IBI quest’anno festeggia i 70 anni dalla sua costituzione (nel 1950). L’occasione è stata utilizzata per animare diversi incontri in giro per l’Italia in cui raccontare la storia dell’Istituto e per presentarne la visione. Nel corso di questi incontri, l’attuale direttore dell’IBI, Vincenzo Martucci, ha evocato le vicende che hanno caratterizzato la preparazione e l’avvio e lo sviluppo dell’Istituto per poi approfondire le convinzioni e le finalità dell’offerta formativa.
Martucci ha collocato la nascita dell’IBI nel contesto dello sviluppo degli istituti biblici di fine Ottocento che caratterizzò la stagione dei risvegli nordamericani e che precedettero quello pentecostale d’inizio Novecento. Nei movimenti evangelici di santità che mostrarono attenzione al tema della formazione biblica, un posto di rilievo spetta a A.B. Simpson (1843-1919) e a D.L. Moody (1837-1999). Entrambi furono al centro di iniziative per promuovere gli studi biblici in vista di preparare donne e uomini a vari servizi nell’ambito della vita della chiesa.
A queste esperienze guardarono le Assemblee di Dio in Italia quando, nel Secondo dopoguerra, decisero di avviare percorsi di formazione. Nei primi anni Cinquanta fu istituita la Italian Christian Educational Foundation (ICEF) a Los Angeles per la raccolta fondi e nel 1953 fu attivato il primo corso di un mese a Roma con 15 studenti.
Due anni dopo, nel 1955, fu fondato l’Istituto Biblico Italiano. Nel 1961 fu inaugurata la sede in via Prenestina. I contatti esteri furono mantenuti non solo con gli USA, ma anche con la Gran Bretagna (International Bible Training Institute) dove alcuni studenti furono inviati per la preparazione. Nel 1977 fu aggiunto il secondo anno di studi. Nel 1988, con la sigla dell’intesa con lo Stato italiano, fu attivato anche il terzo anno di corso visto che l’IBI aveva acquisito il riconoscimento di Istituto parauniversitario. Dal 2016 l’IBI si è trasferito a Nettuno da dove continua la sua missione didattica.
Oltre a ripercorrere la storia dell’IBI, Martucci ha anche messo in evidenza la cornice teologico-spirituale dell’Istituto. Lo scopo è di formare “operai per la testimonianza evangelica” che, secondo le vocazioni e il discernimento delle chiese, potranno poi essere riconosciuti come pastori, diaconi, monitori, missionari, ecc. Non ci sono automatismi. L’IBI vuole formare alla conoscenza della Bibbia e alla crescita devozionale del carattere.
L’approccio alla Bibbia non è “storico-critico”, ma “storico-grammaticale”. La Scrittura è considerata la Parola di Dio ispirata e suprema autorità. Leggendo i vangeli non si distinguono il Gesù “storico” da quello “kerygmatico”, come se fossero due personaggi distinti, ma un unico Gesù Cristo come è presentato dagli scritti ispirati.
Alla Parola di Dio ci si sottomette, non il contrario come fanno varie forme di liberalismo. Se in passato, negli ambienti pentecostali la parola “teologia” era vista con sospetto (preferendole l’espressione “sana dottrina”), in anni recenti anche nella formazione offerta dall’IBI si usa il termine “teologia”. Evidentemente, si tratta di teologia evangelica.
A 70 anni di distanza dalla fondazione, l’IBI mantiene la visione evangelica al servizio della formazione teologica nell’ambito delle Assemblee di Dio in Italia. Dunque, la formazione evangelica in Italia non è un insieme vuoto come alcuni potrebbero essere tentati a pensare.
Oltre, all’IBI ci sono altre istituzioni dedicate all’insegnamento e alla ricerca. A questo proposito, per favorire il collegamento tra loro, nel 2024 è stato formato il Forum degli Enti di Formazione Teologica in Italia (FEFTI) per essere un tavolo evangelico di confronto e collaborazione tra tutte quelle iniziative che, come l’IBI, hanno a cuore la crescita della teologia evangelica in Italia al servizio della testimonianza dell’evangelo.