Digitale o cartacea? L’enigma di quale Bibbia usare
Non bisogna essere nativi digitali per non notare il largo uso della Bibbia digitale fra i credenti, non solo in privato, ma anche durante il culto. Sono innegabili i vari vantaggi della Bibbia digitale; vuoi leggere un brano mentre sei in viaggio? Basta tirare fuori il telefonino. Non ricordi dove si trova quel versetto? Basta cercare la parola chiave. La navigazione è istantanea, è una cosa in meno da portare con sé e puoi tirarla fuori quando vuoi.
Ciò detto, è necessario chiedersi se questi vantaggi hanno anche delle controindicazioni. La comodità di accesso ha degli effetti nel nostro modo di relazionarci con la Bibbia? Nell’articolo "Why you Should Ditch your Digital Bible" (pubblicato su Australian Church Record ripreso su The Gospel Coalition, 2020), Matt Smith presenta tre pericoli dell’uso della nostra Bibbia digitale.
Prima di tutto la Bibbia digitale distrae. Chi, durante il culto o al momento della predicazione, vede qualcuno o se stesso rispondere a un messaggio, oppure controlla X, Instagram o WhatsApp? A quel punto la predicazione passa in secondo piano. Eppure, quando andiamo al cinema mettiamo via i telefonini e smettiamo di parlare.
Eliminiamo tutto ciò che potrebbe distrarci o dare fastidio. Perché non facciamo lo stesso quando Dio parla? La risposta è semplice: non diamo alla Sua voce il valore che merita. Usare una Bibbia cartacea risolverà questo problema del cuore? No. Ma è un'azione che elimina la possibile distrazione o tentazione inutile.
Secondo, la Bibbia digitale non aiuta a seguire il contesto del brano della predicazione. Sappiamo che il contesto di un brano determina il suo significato. La Bibbia digitale non solo ci impedisce di vedere il contesto, ma anche di considerarlo. Perché? Sullo schermo del cellulare si può vedere solo il capitolo preso in esame. Quando la predicazione si estende su più capitoli, non si riesce a seguirla velocemente.
Secondo l'autore: "E' solo quando si tiene fisicamente l'intera Bibbia tra le mani che si ha la sensazione che essa sia un unico libro piuttosto che una serie di passaggi scollegati su uno schermo. Non è un grosso problema per quelli che sono cresciuti con la carta e poi sono passati al digitale, ma è molto preoccupante per le generazioni più giovani, i nativi digitali che non hanno mai conosciuto nulla di diverso".
Questo problema è aggravato da uno generazionale. Un tempo, se volevi sapere qualcosa sulla storia dell'arte, dovevi andare in biblioteca, trovare la sezione di storia dell'arte, poi l'enciclopedia appropriata, cercare l'indice, trovare l'artista o il periodo in questione e infine leggere l'articolo.
Oggi, grazie a Google basta digitare: "quale artista si è tagliato l'orecchio?" la risposta è rapida; Vincent van Gogh. Caso chiuso. Qual è il problema? Questa risposta è priva del suo contesto. Non ho ancora idea di chi fosse van Gogh, quando visse o cosa dipinse. Tutto quello che posso concludere è che forse era un pazzo. Rimango ignorante in materia di storia dell'arte.
Ciò significa che non dobbiamo usare la Bibbia digitale? La risposta dell'autore è no. Essa va usata di meno non di più. Bisogna evitare che il nostro istintivo impulso alla comodità rafforzi un comportamento che ci priva delle opportunità di crescere nella nostra comprensione delle Scritture.
Infine, la Bibbia digitale limita la nostra memorizzazione. Smith cita una ricerca secondo la quale "Oggi è ampiamente accettato che la nostra memoria sia di natura visuospaziale. Ricordiamo le cose non solo vedendole, ma anche localizzandole nello spazio. È per questo che ricordiamo come raggiungere i luoghi grazie ai punti di riferimento piuttosto che ricordando le mappe".
Una Bibbia digitale fornisce meno punti di riferimento per la nostra memoria rispetto a quella cartacea. Ogni pagina è numerata individualmente e ha un aspetto e un formato distinti, il formato e la posizione delle parole sulle pagine non cambiano mai. Tutto ciò significa che la Bibbia cartacea coinvolge più sensi e in modo del tutto coerente. Il risultato? Una maggiore memorizzazione.
Una Bibbia digitale non offre nessuna di queste cose. È un testo disincarnato, privato dei vantaggi sensoriali di una Bibbia cartacea, soggetto a cambiamenti (almeno nell'aspetto) a seconda dei gusti dell'utente.
L'uso della Bibbia digitale è solo una semplice e innucua "comodità", oppure sta cambiando la nostra relazione con la Scrittura? Non si tratta di rifiutarla tout court, ma se sta portando dei veri vantaggi. Paolo pregò per i filippesi affinchè potessero "apprezzare le cose migliori" (1,10). Chi può farlo? Quelli "che per via dell'uso hanno le facoltà esercitate a discernere il bene e il male" (Ebrei 5,14b).