Due tipi di teologi. La chiesa ha bisogno di entrambi

 
 

Ci sono due tipi di teologi: uno che tende ad incoraggiare, l’altro che tende a sfidare. A sostenerlo è John Frame (n. 1939), professore emerito di teologia sistematica al Reformed Theological Seminary (Orlando) ma con una precedente e lunga docenza al Westminster Theological Seminary di Philadelphia. Discepolo di C. Van Til e di E. Clowney, Frame ha sviluppato la sua teologia intrecciando la traiettoria dell’apologetica con quella storica-redentiva del messaggio biblico, caratterizzando la sua opera per l’attenzione alle “prospettive” normativa, situazionale ed esistenziale. 

Frame suggerisce la distinzione tra teologi che incoraggiano e teologi che sfidano in uno dei brevi saggi contenuti nel volume On Theology. Explorations and Controversies, Bellingham, Lexham Press 2023. Il libro contiene una settantina di capitoletti in cui Frame guarda in retrospettiva ad una serie di temi, controversie, discussioni, personalità che ha incontrato nel corso della sua lunga militanza teologica. Avventurarsi in questi scritti è come aprire tante finestre sulla sua esistenza teologica. 

Il teologo che incoraggia è colui/colei che si propone di sostenere la chiesa nei travagli intellettuali e morali in cui si trova a vivere, rinforzando la fiducia nell’affidabilità del Dio della Scrittura e infondendo coraggio nell’affrontare le sfide. Frame ritiene che, nel corso della storia evangelica contemporanea euro-atlantica, Herman Bavinck e Louis Berkhof siano stati teologi che hanno rassicurato la generazione di credenti a cui appartenevano nel misurarsi con le questioni poste della modernità liberale. Il messaggio di Bavinck e Berkhof è stato: “care sorelle e cari fratelli, la sfida del liberalismo di Schleiermacher è impegnativa, ma la Bibbia è la Parola di Dio e l’evangelo è la buona notizia che, per quanto messi in discussione, rimangono credibili e affidabili. Per tenere alta la testimonianza dell’evangelo non bisogna fuggire l’impegno accademico, ma affrontarlo con piglio cristiano”.

Il teologo che sfida è, invece, colui/colei che ha come intenzione prevalente del suo lavoro quella di sottoporre a nuove interrogazioni quelle prassi, convenzioni, credenze, tradizioni che si sono consolidate nella vita della chiesa, ma che non necessariamente sono biblicamente difendibili. Nella sua carriera di studente prima e di docente poi, Frame ricorda l’opera di Meredith Kline che interpretò l’Antico Testamento sulla scia di un trattato tra signore e vassallo, dando quindi importanza al carattere pattizio del testo, più che alle rispondenze letterali dei suoi racconti. Ciò sfidò le interpretazioni “conservatrici” tradizionali, salvo consolidare (e non indebolire) l’affidabilità della Scrittura. Non sempre si può essere d’accordo con il teologo che sfida o con i suoi modi talvolta abrasivi o con le sue domande che appaiono “irriverenti”, ma la sua funzione, secondo Frame, è di incoraggiare il ritorno alla Scrittura, non un allontanamento da essa. Frame non lo cita, ma si potrebbe pensare anche all’apologetica di Van Til come ad un ministero teologico sfidante l’approccio tradizionale alla difesa della fede che ancora oggi fa discutere, ma che ha fatto del gran bene.

Usando un altro tipo di linguaggio rispetto a quello di Frame, si potrebbe dire che il teologo che incoraggia è il teologo “sacerdote”, mentre quello che sfida è il teologo “profeta”. La chiesa ha bisogno di entrambi: sia di chi consola e infonde coraggio nel vangelo biblico, sia di chi mette in discussione gli assetti esistenti con domande e prospettive nuove che spingono tutti ad una maggiore fedeltà ed integrità.  

Riflettendo sul suo impegno teologico, Frame lo considera essere stato più sul versante dell’incoraggiamento che su quello della sfida. La chiesa ha bisogno di entrambi e, in ogni caso, bisogna essere grati per l’impegno di coloro che Dio stabilisce per svolgere un ministero sacerdotale e/o profetico. La teologia non è solo consolazione e nemmeno solo sfida, ma è entrambi. 

Scritti di John Frame in italiano:

  • “L’unità dell’evangelismo in pratica”, Studi di teologia N. 8 (1992).

  • “Uomo e donna ad immagine di Dio”, Studi di teologia N. 28 (2002).

“Dio ti ha fatto così? Una critica etica al determinismo sessuale”, Studi di teologia – Suppl. N. 2 (2004).