Il libretto d'oro della vita cristiana (I). Obbedienza umile, la vera imitazione di Cristo

 
 

Che cosa hanno in comune le Confessioni di Agostino, L'Imitazione di Cristo di Tommaso da Kempis e il Pellegrinaggio del cristiano di Bunyan? Sono considerati tra i grandi classici per contemplare la vita cristiana. Tuttavia, c'è un libro in particolare che dovrebbe essere annoverato tra questi e che forse, oltre alle Sacre Scritture ovviamente, li supera per la spiegazione profonda, ma allo stesso tempo semplice e pratica, di cosa sia una vita plasmata dal Vangelo di Cristo. Il libretto d'oro della vera vita cristiana (De Vita Christiana, 1550) è il suo titolo. Questo libro fu scritto da un teologo considerato rigido e arido, Giovanni Calvino (1509-1564). Un'etichetta del genere è tutt'altro che accurata, come dovrebbe dimostrare la lettura delle sue opere. In questo prezioso libro (poi incorporato nella seconda edizione del suo Magnus Opus, L’Istituzione della religione cristiana, libro III, capitoli vi-x), i lettori trovano illuminanti intuizioni pastorali per ogni cristiano che scaturiscono da una profonda conoscenza delle Scritture. Il frutto prodotto dalla lettura includerà parole di pentimento seguite da canti di lode pieni di gioia verso Gesù Cristo, al quale il cristiano appartiene per mezzo dello Spirito e alla cui santa immagine lo Spirito sta trasformando i cristiani in un sacrificio vivente, santo e gradito a Dio (Rm 12,1). Se uno sta cercando un libro breve, chiaro e allo stesso tempo profondo sulla vita cristiana, questo libretto è davvero d’oro. 

Il capitolo 1, "Obbedienza umile, la vera imitazione di Cristo” (“La vita del cristiano e gli argomenti tratti dalla scrittura per esortarci ad essa" nell' Istituzione), descrive lo scopo della vita cristiana come una vita trasformata per rispecchiare Cristo, ossia una vita santa che cerca di obbedire alla volontà di Dio. Una vita che assomiglia a Cristo è una vita di umile obbedienza, questo è il punto. Ma dato che continuiamo a tendere verso la realizzazione dei desideri peccaminosi, abbiamo bisogno di aiuto per sapere che aspetto ha questa vita umile. Calvino ci ricorda dove trovare questo aiuto…

La Scrittura è la regola di vita
È grazie alla potenza dello Spirito Santo e alla regola delle Scritture che i cristiani possono discernere come adempiere alla legge di Dio. Calvino descrive l'obiettivo della vita cristiana come il vivere in melodia e armonia con la nostra condotta. La melodia della vita è la giustizia di Dio e l'armonia è la nostra obbedienza ad essa. Il pentimento è necessario, ma non è sufficiente per contribuire alla trasformazione del credente. La parola di Dio è necessaria. Calvino ricorda ai cristiani che la Bibbia contiene tutte le esortazioni necessarie per conoscere la volontà di Dio e obbedirle. In questo senso, non c'è bisogno di nessun altro libro. Sebbene esistano numerosi libri e biblioteche pieni di esortazioni utili per il cristiano, essi esistono solo per aiutarci a comprendere la Bibbia. Quando lo facciamo, scopriamo che...

La santità è il principio chiave
Le Scritture contengono le istruzioni di cui abbiamo bisogno per far crescere l'appetito per la rettitudine, che per natura tenderemmo a contagiare e a sputare. Le Scritture insegnano al cristiano che è nell'essere unito a Cristo per fede che la ricerca della santità è possibile. La santità non è qualcosa che il cristiano raggiunge grazie ai propri meriti e che gli permette di entrare in comunione con Cristo (scusa, Tommaso d’Aquino!). Piuttosto, la santità è qualcosa che il cristiano riceve in dono perché è già unito a Gesù per fede, autorizzato a camminare secondo la nuova identità di santi. Calvino dice, 

Quando udiamo menzionare l'unione di Dio con noi, dobbiamo ricordarci che il legame di essa è la santità. Non che per merito della nostra santità noi giungiamo alla comunione col nostro Dio, visto che ci è necessario, prima di esser santi, aderire a lui affinché spanda la sua santità su noi perché lo seguiamo là dove egli ci chiama; ma, dato che l'astenersi dall'iniquità e dalle cose immonde è inerente alla sua gloria, dobbiamo assomigliargli, poiché siamo suoi.” 

Pertanto...

Santità significa piena obbedienza a Cristo
Calvino afferma che la Scrittura non solo ci insegna cosa richiede la santità, ma che Cristo è la via per la santità. Se non è alla giustizia di Cristo che ci aggrappiamo, presto guarderemo alle nostre azioni come alla fonte della nostra santità. Piuttosto, guardiamo a Cristo con gratitudine perché attraverso di lui possiamo conoscere il Padre. I bambini riconoscenti sono motivati a vivere santamente. Poiché Gesù ci ha purificati con il suo sangue, non dobbiamo perseguire l'impurità (Ef 5,26; Ebrei 10,10; 1 Cor 6,11; 1 Pietro 1,15 e 19). Poiché siamo parte del corpo di Cristo, non dobbiamo fare nulla di disdicevole con il nostro (1 Cor 6,15; Giov 15,3; Ef 5,23). Poiché Cristo è in cielo, dobbiamo concentrarci su di lui e non farci distrarre dai desideri mondani (Col 3,1). Poiché lo Spirito Santo abita in noi, non dobbiamo mancare di rispetto al corpo, ma ricordarci che ci stiamo preparando per un premio eterno che ci è stato dato grazie a Cristo (1 Cor 3,16 e 6,19; 2 Cor 6,16; 1 Tess 5,23). Il nostro cuore è grato e motivato a vivere santamente grazie a queste verità bibliche? Come sottolinea Calvino, è il cuore (trasformato) che conta perché...

Il cristianesimo esteriore non è sufficiente
È possibile confessare verità dottrinali e modificare il proprio comportamento senza conoscere veramente Cristo. Ancora Calvino: “È dunque chiaro che questo tipo di persone pretende ingiustamente di conoscere Cristo; così facendo gli reca grande ingiuria, per quante belle chiacchiere abbiano sulla lingua. Poiché…

Non si perda questa parte! 

“…l’Evangelo non è una dottrina, MA UNA VITA; non deve essere capito solo dalla ragione e dalla memoria, come le altre discipline, ma deve possedere l’anima intera, ed avere sede e adesione nel profondo del cuore; altrimenti non è ben ricevuto.”

Il progresso spirituale è necessario
Calvino conclude questo capitolo ricordando al cristiano che, sebbene la perfezione non sia ottenibile al di qua dell'eternità (nonostante quello che dica un certo perfezionismo evangelico!), essa è l'obiettivo a cui tendere in tutte le nostre azioni. Non dobbiamo cercare di dare a Dio la metà di noi stessi. Piuttosto, dobbiamo cercare costantemente e coraggiosamente di crescere in santità, anche se “i progressi sono minimi…se la realtà non corrisponde al nostro desiderio, pure non tutto è perso quando l'oggi segna un progresso su ieri.” Grazie all'unione con Cristo e alla potenza dello Spirito, il progresso spirituale è possibile. La chiave è essere onesti e umili, concentrandosi su Cristo e la Parola di Dio, resistendo ai desideri peccaminosi grazie allo Spirito fino al giorno in cui ci troveremo faccia a faccia con colui che ha garantito la nostra perfezione, Gesù Cristo. 

(continua)