John MacArthur (1939-2025), il pastore che non temeva le controversie

 
 

Nel corso del culto di domenica scorsa (13 luglio 2025), un anziano di Grace Community Church di Los Angeles, la chiesa alla quale John MacArthur si era unito nel 1969 e che ha condotto per oltre cinquant’anni, ha annunciato con profonda commozione che il “pastore John” era stato ricoverato per una polmonite e che la prognosi, anche a causa delle condizioni di salute già gravemente compromesse, era infausta.


Il pastore John MacArthur è andato con il Signore ieri sera (14 luglio 2025). Era nato il 19 giugno del 1939 da una famiglia di tradizione protestante (il nonno è stato un ministro anglicano e il padre un predicatore battista).

Ancora molto giovane, dopo aver coltivato il sogno giovanile di divenire un giocatore di football americano professionista, anche in seguito a un grave incidente automobilistico dal quale ne è uscito provvidenzialmente vivo, ha voluto orientare la propria vita verso il ministero cristiano divenendo uno dei più noti e influenti espositori biblici della nostra epoca.

L’impatto che MacArthur ha avuto sul mondo evangelico e, in una certa misura, anche nella società americana vissuta a cavallo del XX e del XXI secolo è sicuramente degno di nota. Non di rado, infatti, gli è stata offerta la possibilità di apparire in programmi giornalistici e in talk show nazionali dove ha potuto esprimere, senza remore, con la franchezza e la chiarezza che lo hanno caratterizzato, le proprie posizioni distintamente conservatrici tanto nel campo della teologia evangelicale quanto nel campo dell’etica.

Possiamo essere certi che, così com’è accaduto per la sua vita, anche con la sua morte, tanto i suoi amici e ammiratori quanto i suoi critici continueranno a discutere di lui. Il passaggio terreno di John MacArthur non è stato privo di significato.

 

Chiunque abbia avuto la possibilità di visitare il complesso di edifici che ospita Grace Community Church sa quale pesante e complessa eredità abbia lasciato dietro di sé. Una chiesa che settimanalmente raccoglie migliaia di membri e frequentatori; “Grace to you”, l’organizzazione no profit fondata allo scopo di produrre, diffondere e distribuire i suoi numerosissimi libri e una quantità impressionante di risorse audio e video (1969); un college e un’università (1985), un seminario teologico (1986), una conferenza annuale che viene frequentata da oltre quarant’anni da migliaia di pastori da tutto il mondo e, inoltre, una rete di seminari teologici e di missionari con sedi, oltre che in America, in Europa, Asia e Africa (a partire dal 1992). 


Inoltre, bisogna riconoscere a John MacArthur il coraggio di essersi esposto e, in certi casi, di aver voluto  mettere anche la propria chiesa a capofila, per sostenere molte controversie, sia all’interno del mondo protestante/evangelico (inerranza della Scrittura, Lordship salvation, pragmatismo evangelico, cessazionismo), sia al suo esterno, e di non essersi tirato indietro dall’assumere posizioni rigide e impopolari anche su questioni controverse e potenzialmente pericolose come la relazione tra Vangelo e giustizia sociale (2018) e la chiusura delle chiese nel corso della pandemia da COVID-19 (2020).


Infine, seppure, come si può ben immaginare, sia stato più volte fatto oggetto di delazione e sotto il mirino di critici più o meno ingenerosi, bisogna riconoscere che il suo nome sia tra i pochi di quelli che sono stati definiti come le “celebrità evangelicali” a non essere stato coinvolto in scandali che hanno riguardato direttamente la sua persona e la sua condotta.


L’Italia si è incontrata direttamente con John MacArthur a partire dal 2000 quando, con la partecipazione di un’agenzia missionaria, fu organizzata la prima conferenza in cui è stato ospitato. Da allora, seppur non senza difficoltà, altre conferenze e attività di formazione sono sorte sotto gli auspici del ministero collegato alla Grace Community Church e al Master Seminary così come vari missionari formatisi negli Stati Uniti sono stati inviati e sostenuti per svolgere l’opera del ministero nella nostra nazione.  


MacArthur, nel corso del proprio ministero, anche grazie all’aiuto di amici come R.C. Sproul, ha più volte riconsiderato e corretto le proprie posizioni teologiche inclinandosi verso le forme più solide del protestantesimo storico. Ha insegnato apertamente la soteriologia calvinista, ma non è mai giunto ad abbracciare una posizione che possa dirsi pienamente “riformata”. Piuttosto, fino alla fine, è rimasto un convinto assertore della posizione dispensazionalista, e di posizioni escatologiche riconducibili al premillenarismo pretribolazionista.


Con la sua morte scompare un protagonista di oltre mezzo secolo di storia evangelica ed è un fatto che né la chiesa che lo ha avuto come pastore né le istituzioni da lui fondate hanno potuto (o voluto?) trovare un successore dalla caratura necessaria per continuare a ispirare e dirigere quanto rimane e tutto ciò che è derivato dalla sua opera.


Di certo definire elefantiaco ciò che il ministero di John MacArthur ha prodotto appare come un eufemismo e gli interrogativi sul futuro e sulla sostenibilità di una macchina che conta centinaia (se non migliaia) di dipendenti e una distribuzione così ampia nel mondo, ci costringe a interrogarci circa l’opportunità e la legittimità biblica della creazione di “organismi” di questo genere. I segnali che sono giunti di recente circa una notevole contrazione delle contribuzioni sono piuttosto preoccupanti in questo senso.

Da amici e persone che hanno spiritualmente beneficiato del ministero del pastore John MacArthur e della sua chiesa, oltre a porgere le nostre più sentite condoglianze alla famiglia e a quanti lo hanno amato e rispettato in vita, non possiamo che pregare affinché il Signore Gesù Cristo continui a preservare il frutto delle sue fatiche e affinché coloro che hanno raccolto il testimone possano mostrare la medesima fedeltà in modo che la fiaccola della testimonianza cristiana nel mondo possa brillare sempre di più.