La pandemia globale e la sopravvivenza del più forte

 
La pandemia globale e la sopravvivenza del più forte
 

Per miliardi di persone, la teoria dell'evoluzione, ideata e promossa da Charles Darwin, è un dato di fatto. Risponde alla grande domanda: da dove veniamo? Secondo questa teoria, spesso indistinta dall’ideologia dell’evoluzionismo, siamo qui per caso. Siamo i prodotti di un lunghissimo e lentissimo processo di macro e micro evoluzioni che continuano ancora. La nostra esistenza è il risultato casuale di incidente cosmico. Niente di più, niente di meno. 

Parte integrante di questa teoria è il concetto della sopravvivenza del più forte. Nel processo dell'evoluzione, solo il più forte sopravvive. Il più debole, al contrario, perisce. È un processo totalmente naturale e inevitabile che, per la continuazione della vita, è necessario e quindi è anche benvenuto. Non può essere fermato ed è meglio così. Meglio che solo il più forte ed il più adatto sopravvivano e procreino. 

Seguendo questa linea di pensiero, la pandemia globale che tutto il mondo sta sperimentando, deve essere vista in quest'ottica. Tale pandemia ci fa capire chi è il più forte e chi è il più debole. È semplice: il più debole perisce mentre il più forte sopravvive. Non dobbiamo cercare di intervenire perché è un processo naturale. È necessario che soltanto il più forte rimanga e sopravviva. Se nel corso dell'evoluzione ci fossero delle interruzioni continue del processo - per proteggere il più debole, ad esempio - non saremmo qui. Non si deve intervenire. Non si deve interrompere. Vada come vada, l'evoluzione deve fare il proprio corso. 

Ma l'attuale pandemia globale ci sta facendo capire che anche se la teoria dell'evoluzione sia accettata come dato di fatto, non ci piacciono e non accettiamo le sue implicazioni. Se la sopravvivenza del più forte è ormai un dogma, perché il mondo secolare vuole intervenire in questa pandemia per proteggere il più debole? Perché spendere ingenti risorse finanziarie per curare gli anziani? Perché dare la precedenza dei vaccini ai soggetti fragili? Perché non lasciare perire i più deboli affinché i più forti sopravvivano per poi poter procreare? Se siamo il prodotto di un incidente cosmico, che senso ha cercare di fermare e frenare un processo totalmente naturale? Non deve essere benvenuta la pandemia? D’altronde, non è il mondo già sovrappopolato? Ben venga, allora, un processo naturale per sradicare ed eliminare il più debole, no? 

Forse questa pandemia ci sta costringendo ad affrontare una realtà diversa e una visione del mondo alternativa. Forse ci sta facendo capire che esiste un valore intrinseco alla vita umana e non soltanto alla vita del più forte oppure a quella più bella, ma ad ogni vita, anche la vita più debole e più indifesa. Si può osare e dire che stia promuovendo una visione del mondo biblica?

L'evoluzione dice che siamo un incidente cosmico e che soltanto il più forte sopravvive. La Bibbia, di cui il Creatore dell'universo è l'autore, dice che "Dio creò l'uomo a sua immagine; lo creò ad immagine di Dio; li creò maschio e femmina" (Genesi 1,27). Vuol dire, allora, che la vita ha un valore intrinseco perché datogli da Dio alla creazione. Ogni vita è preziosa agli occhi di Dio. Se crediamo che questo sia vero, dobbiamo e vogliamo fare tutto possibile per preservare la vita, a prescindere dalla sua forza e/o dalle sue prestazioni. Non è questo che stiamo vedendo in questa pandemia? 

Per la maggior parte, il mondo occidentale deride e respinge la parola di Dio, mentre accetta come dato di fatto la teoria dell'evoluzione. Ma forse questa pandemia sta facendo luce sulla realtà che la teoria dell'evoluzione è niente più che una scusa conveniente per mantenere il nostro posto sul trono della nostra vita. Altrimenti che senso ha negare i principi centrali della teoria dell'evoluzione e proteggere il più debole? La realtà è che con questa pandemia tutti stanno facendo i conti con le prime parole della Bibbia. "Nel principio Dio creò i cieli e la terra" (Genesi 1,1). Se queste parole sono vere, non siamo qui per caso e esiste uno scopo chiaro per le nostre vite. E se sono vere queste parole, sono vere anche quelle dell'apostolo Paolo ai Romani, "...se viviamo, viviamo per il Signore, e se moriamo, moriamo per il Signore. Sia dunque che viviamo o che moriamo, siamo del Signore" (Romani 14,8-9).  

Se Dio creò tutto, e se siamo del Signore, la sopravvivenza del più forte è una bugia. Non è questo che la pandemia sta evidenziando?