“Noi crediamo nel Dio Trino”. Una voce evangelica sul concilio di Nicea e la sua eredità
“La confessione della Trinità è ancora oggi la spina dorsale della fede cristiana. Nicea non è un simbolo del passato, ma una guida per la fede contemporanea”. Nel 2025 si celebra l’anniversario del Concilio di Nicea, che si è svolto nel 325 d.C., un momento cruciale nella storia della chiesa universale.
In quell’occasione, la chiesa antica, sotto la pressione dell’eresia ariana e spinta dalla necessità di proteggere la verità evangelica, dichiarò con fermezza che Gesù Cristo è “Dio vero da Dio vero”, generato e non creato, consustanziale al Padre. Questa affermazione ha lasciato un segno indelebile nella teologia cristiana, ancorando la fede al mistero del Dio Trino: Padre, Figlio e Spirito Santo. La recente pubblicazione del volume “Nicea (325) allora e ora”, curato dall’Istituto di Formazione Evangelica e Documentazione (IFED) nella collana Studi di teologia N. 73 (2025), offre un contributo significativo alla riflessione teologica contemporanea su questa eredità.
Il testo propone un’analisi approfondita della dottrina trinitaria e del significato ecclesiale del credo, dimostrando come l’eredità di Nicea non sia solo un ricordo del passato, ma un richiamo diretto e urgente per la chiesa di oggi. È interessante notare che il filo conduttore dell’analisi mette in luce come la Trinità non sia una costruzione astratta o un aspetto secondario della fede cristiana, ma piuttosto la sua struttura fondamentale.
In un’epoca in cui la teologia rischia di essere vista come un elemento accessorio, o addirittura trascurata a favore di una spiritualità scollegata dalla Rivelazione, la confessione del Dio Trino emerge come un elemento essenziale per una fede che sia coerente. Il volume offre una prospettiva teologica che mette in evidenza come, senza la Trinità, la rivelazione biblica perda la sua coerenza. Il cristianesimo non si limita a proclamare un monoteismo generico, ma afferma la fede in un unico Dio che è un’eterna comunione d’amore: Padre, Figlio e Spirito Santo.
In questo contesto, la Trinità diventa la “cornice” (L. De Chirico) interpretativa dell’intero messaggio cristiano, influenzando la liturgia, la preghiera, la missione e la vita della chiesa. Un tema importante trattato nel volume è il battesimo. Non si tratta di un semplice atto simbolico o individuale; il battesimo cristiano – celebrato nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, come indicato in Matteo 28,19 – viene riscoperto come un gesto profondamente teologico e comunitario.
Esso segna l’ingresso del credente nella comunione con il Dio Trino e la sua appartenenza pubblica al corpo di Cristo. La sua validità e il suo significato non possono essere separati dalla confessione trinitaria, altrimenti si rischia di svuotare di senso l’atto del battesimo stesso.
Il libro, composto da contributi distinti ma interconnessi, prende le distanze da un approccio puramente (e solamente) accademico. Propone invece una riflessione contestuale, radicata nella Scrittura e attenta alle sfide attuali, rivolta in particolare alle comunità evangeliche.
Viene messa in luce una certa tendenza del cristianesimo contemporaneo a trascurare la dimensione trinitaria della fede, privilegiando un approccio immediato e funzionale, ma teologicamente impoverito. Di fronte a questo rischio, il ritorno a Nicea non è visto come un gesto nostalgico, ma come un atto di fedeltà all’essenza del Vangelo. Studiare oggi la Trinità non è un esercizio per specialisti, ma una necessità vitale per la chiesa.
La riscoperta della dottrina trinitaria e del battesimo nella sua dimensione ecclesiologica è un’urgenza pastorale e formativa per coloro che hanno deciso di essere cristiani, ovvero seguaci di Cristo.
In un’epoca di disorientamento spirituale e teologico, la confessione del Dio Trino si conferma come la bussola che orienta la fede cristiana, la vita ecclesiale e la testimonianza del Vangelo. Nicea non è soltanto un ricordo storico: è una voce che guida ancora oggi la chiesa, chiamandola a una fede radicata nella verità e vissuta nella comunione del Dio che è Amore Eterno.
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J. Davis, “Atanasio e l’incarnazione del Verbo” (20/4/2022)
D. Ibrahim, “Nicea 325-2025. Il pretesto per un ecumenismo infondato?” (8/3/2023)
L. De Chirico, “Nicea ora e allora” (3/2/2025)