L’anniversario di Andrea Bajani, vincitore dello Strega. Storia di abusi
IIl 4 luglio è stato annunciato il vincitore della LXXIX edizione del premio Strega. A vincere è stato Andrea Bajani con il romanzo breve intitolato L'anniversario, Milano, Feltrinelli 2025. Essendo lo Strega il più importante premio letterario in Italia, prestare attenzione ai romanzi premiati dall'élite culturale può gettare luce su interessi e preoccupazioni, utili a comprendere e a intercettare parte della cultura italiana.
Il racconto è in prima persona. A parlare è lo stesso Bajani, il quale narra, a mo' del Lessico familiare della Ginzburg, le sue dinamiche familiari, vissute in un paesino vicino Torino. A differenza però della Ginzburg, che per lo meno all'inizio dipinge le consuetudini ironiche e spiritose della sua famiglia (prima dei primi arresti antisemiti), Bajani fin dalle prime pagine imposta il romanzo su frequenze marcate da tristezza, dolore e risentimento.
Il protagonista parla del padre abusivo, sia verbalmente sia fisicamente, e della madre, succube di quest'ultimo, non in grado di reagire, forse per incapacità, forse per paura, o molto più probabilmente per un crescente disinteresse nella propria vita, ormai assorbita da quella del marito.
Le dinamiche familiari vengono descritte a distanza di dieci anni, anniversario, appunto, di quando il figlio-Bajani ha deciso di tagliare tutti i ponti con la sua famiglia, sorella compresa. La separazione sembra essere la migliore soluzione per permettere al protagonista di guarire dalle ferite.
Il racconto autobiografico di Bajani getta luce sulla realtà di molte famiglie italiane, senza dubbio anche di famiglie italiane credenti. Pur rigenerate, non è inusuale assistere a dinamiche dove si vive ancora la vita coniugale e genitoriale con categorie distorte, malsane e dannose, per nulla bibliche. Il rischio di incorrere in tali degenerazioni è alto se si vive la fede con parametri spiritualisti e dualisti, compartimentalizzando tra la vita “spirituale” della domenica e quella “carnale” della settimana.
L’altro rischio è dimenticare il realismo biblico, il quale ci rammenta che siamo peccatori giustificati per fede, sempre suscettibili di ritornare o adottare gli standard della nostra vecchia natura. È quindi imperativo valutare per mezzo della saggezza biblica anche i comportamenti tra le mura di casa per prevenire, riconoscere, curare e denunciare modelli abusivi.
Molto utile a tal proposito, è il recente documento sugli abusi redatto dall’Alleanza Evangelica Italiana, a cui Loci Communes sta dedicando una serie di articoli. Tra le sezioni, è presente anche quella che si concentra sulla violenza coniugale.
Così come Bajani descrive, il documento sottolinea che “la vittima spesso si adatta in silenzio integrando questo vissuto di violenza come “normale” (p. 18). Diversamente da Bajani, il testo offre una soluzione in Cristo, colui che può ristabilire il dono della “bella complicità voluta dal Creatore”.
Certo, nelle maggior parte dei casi la guarigione non è un percorso facile e indolore, talvolta anche implicante l’allontanamento di cui parla il protagonista del racconto. La Parola ci invita comunque a sperare nel Signore contro ogni speranza (Romani 4,18), fiduciosi di vedere cambiamenti incoraggianti e duraturi.