Patto non contratto. Con Dio vale il primo o il secondo?

 
 

Il concetto di patto è centrale nella Bibbia. Infatti, “i patti organizzano le Scritture”. [1]. Il famoso predicatore inglese del XIX secolo, Charles Spurgeon, lo sottolinea quando afferma: “La dottrina dei patti è la chiave della teologia”.[2] In altre parole, è impossibile comprendere la Bibbia e il suo messaggio centrale senza comprendere la teologia del patto. Un patto è un giuramento solenne tra due parti. È un impegno garantito. La Bibbia è una serie di patti tra Dio e l'uomo, in cui Dio è sempre fedele e l'uomo no. Questa è la bellezza del patto di Dio, che è molto diversa dall'idea e dalla comprensione che il mondo ha del patto.


Viviamo in una società che gira sull’economia di mercato. In questa società c'è un costante scambio di beni. Spesso vengono stipulati accordi contrattuali per specificare e garantire lo scambio di determinati beni. Inerente ai contratti è l'idea del reciproco vantaggio. Le persone non accettano contratti unilaterali che avvantaggiano solo una delle parti. Inoltre, i contratti hanno dei termini e se questi vengono violati il contratto diventa nullo. In altre parole, i contratti sono vincolanti fino al momento in cui i termini vengono soddisfatti. I contratti non sono più vincolanti se i termini non vengono rispettati. 


Vivendo in una società di mercato e avendo familiarità con l'idea di contratto, c'è il rischio costante di confondere il contratto con il patto. Il modo in cui pensiamo al nostro rapporto con Dio si basa più sulla nostra comprensione di una società di mercato in cui c'è uno scambio di beni reciprocamente vantaggioso che sull'idea biblica di patto.


Consideriamo ad esempio il patto che Dio stabilì con Noè in Genesi 6. In questo capitolo vediamo un aumento della corruzione sulla terra. L'umanità era diventata completamente malvagia, al punto che “il Signore si pentì di aver creato l'uomo sulla terra e se ne addolorò nel suo cuore” (Genesi 6:6). Così il Signore disse: “Io sterminerò dalla faccia della terra l'uomo che ho creato...” (6:7). Dio, quindi, mandò il diluvio. Prima di mandare il diluvio, tuttavia, stabilì un patto con Noè. Nel versetto 8 leggiamo: “Ma Noè trovò grazia agli occhi del Signore”. Poi nel versetto 9: “Noè fu uomo giusto, integro…Noè camminò con Dio”. 


A causa della nostra educazione culturale e del fatto che viviamo in una società di mercato, leggiamo questi versetti e giungiamo naturalmente alla seguente conclusione: Noè fu uomo giusto e integro e camminò con Dio; quindi, trovò grazia agli occhi del Signore. Qui c'è uno scambio di beni. Noè cammin o con Dio ed era integro, quindi trovò grazia agli occhi di Dio e fu ricompensato con la salvezza sua e della sua famiglia dal diluvio. Applichiamo quindi la stessa logica al nostro rapporto con Dio. Io faccio X e Lui mi dà Y in cambio. Come nel caso di Noè, anche noi abbiamo costantemente bisogno di soddisfare Dio per ottenere ciò che vogliamo. Facciamo opere buone, recitiamo una certa preghiera o compiamo un certo rituale spirituale, diamo questi soldi, partecipiamo ad atti di carità, siamo persone integre, ecc. e Dio ci ricompensa dandoci le cose che desideriamo e di cui abbiamo bisogno. Questo rapporto transazionale con Dio è ovviamente antecedente alla società di mercato. Nel corso della storia, il rapporto dell'uomo con gli dei è stato transazionale. Noi sacrifichiamo, gli dei ricompensano. Ma questo tipo di rapporto con Dio non è intimo né piacevole. È semplicemente transazionale e impersonale.


L'errore qui è confondere il contratto con il patto, il che ci porta a fraintendere il Dio della Bibbia e la sua unicità tra tutti gli dèi. Consideriamo, ad esempio, come interpretiamo erroneamente il patto che Dio stabilì con Noè. Ragioniamo in questa maniera: poiché Noè era giusto, irreprensibile e camminava con Dio, egli trovò grazia agli occhi di Dio. Ma questo significa leggere questi versetti in ordine inverso. La realtà è che Noè trovò grazia agli occhi di Dio e poi Noè fu dichiarato uomo giusto, integro, che camminava con il Signore. Questa inversione cambia tutto.


Dio non opera secondo una società di mercato e i suoi contratti di reciproco vantaggio. Non c'è uno scambio di beni che avvantaggia entrambe le parti. Col patto Dio prende l'iniziativa e dichiara giusto Noè. Leggete la Genesi e non troverete nulla che indichi che Noè fosse un uomo eccezionale. Non ha fatto nulla per guadagnarsi la grazia di Dio e la salvezza dal diluvio. Non ha portato nulla al tavolo del patto. Dio prese l’iniziativa e Dio fece tutto. Noè non poteva vantarsi di nulla. Dio non doveva niente a Noè. Fu una sua grazia soltanto che salvò Noè e sua famiglia dal diluvio. 


Tutti i patti della Bibbia sono così. Un altro esempio importante è il patto che Dio stabilisce con Abramo in Genesi 15. Nell'antichità il sacrificio e il sangue degli animali erano fondamentali per la stipulazione dei patti. Gli animali venivano tagliati a metà e il loro sangue versato per indicare la gravità di ciò che sarebbe accaduto se il patto fosse stato infranto. Gli animali venivano tagliati a metà ed entrambe le parti camminavano tra le due metà come per dire: “così dovrebbe accadere a te ciò che è accaduto a questi animali se il patto fosse infranto”. Ciò che è sorprendente nel patto stipulato con Abramo è che solo Dio passa tra gli animali sacrificati. Abramo non lo fa (v. 17). 


Ancora una volta Dio prende l'iniziativa. Egli stabilisce il suo patto per grazia, non in base a qualche merito di Abramo. A differenza dei contratti del mondo che possono essere infranti se i termini non vengono soddisfatti, i patti di Dio sono eternamente vincolanti. Non possono essere infranti perché Lui non li infrangerà mai. Ecco perché Abramo non passa tra gli animali. Egli non è in grado di soddisfare perfettamente i termini dell'alleanza, solo Dio lo è.


Christopher Watkin osserva correttamente che “i patti di Dio... operano secondo una logica di sovrabbondanza, un paradigma generoso, misericordioso e amorevole di eccesso... È la logica della grazia e del dono”. [3]


In nessun altro luogo vediamo questa logica di grazia, dono e sovrabbondanza se non nella croce di Gesù Cristo e nel suo sacrificio per prendere il posto dei nostri peccati. È assurdo che l'uomo creda di poter portare qualcosa al tavolo di quel patto in cambio di ciò che Cristo ha fatto. Non può esserci uno scambio reciproco di beni. Non possono esserci negoziazioni contrattuali. Il dono di Dio del perdono e della nuova vita in Cristo può essere ricevuto solo per grazia attraverso la fede in ciò che Cristo ha fatto sulla croce. 


Nella nostra società di mercato pensiamo di poter negoziare con Dio. Pensiamo di poter stabilire un contratto con lui in cui beni vengono scambiati, ma il Dio della Bibbia non è un Dio di contratto, ma di patto. La differenza cambia la vita. 


[1]: Tom Hicks, What is a Reformed Baptist? An Overview of Doctrinal Distinctives, Cape Coral, Founders Press 2024, p. 106. Traduzione mia. Vedi anche Aa.Vv., “Ricchezze della teologia dell’alleanza”, Studi di teologia N. 59 (2018).

[2]: Citato in Peter Golding, Covenant Theology: The Key of Theology in Reformed Thought and Tradition, Fearn, Christian Focus 2004, p. 9. Traduzione mia.

[3]: Christopher Watkin, Biblical Critical Theory: How the Bible’s Unfolding Story Makes Sense of Modern Life and Culture, Grand Rapids, Zondervan 2022, p. 248. Traduzione mia.