Silvio Berlusconi, la cultura italiana e gli evangelici

 
 

da Evangelical Focus 

In occasione della morte di Silvio Berlusconi (1936-2023), Evangelical Focus ha chiesto un commento a caldo a Leonardo De Chirico sull’impatto di Berlusconi sulla cultura italiana e sulla considerazione che il mondo evangelico ha avuto della sua azione. Ecco la traduzione:

Berlusconi ha incarnato diversi tratti della cultura italiana, sia tradizionale che innovativa. Formatosi nelle scuole salesiane, ha sempre esaltato a parole la sua educazione cattolica e la sua fede religiosa. Il suo amore per il calcio come presidente del Milan per molti anni lo ha fatto entrare in contatto con l'italiano medio. Quando il sistema politico crollò nei primi anni Novanta, si presentò come un politico centrista contro la minaccia del “comunismo” che stava prendendo il sopravvento sulla politica italiana. Questo era il suo lato più tradizionale che piaceva ai "conservatori". Ma Berlusconi è stato anche un innovatore, per molti versi un “rivoluzionario”. Ha capito il potere dei media e ha creato il proprio impero televisivo usandolo come piattaforma per la sua carriera politica. Attraverso le sue televisioni ha plasmato l'immaginario pubblico e alimentato la cultura consumistica, individualista e sessualmente disorientata dei nostri giorni. Come uomo d'affari, magnate e politico di successo, si è presentato come l'eroe postmoderno e l'uomo fatto da sé, mostrando spesso frustrazioni nei confronti dello stato di diritto, del processo democratico e degli standard di moralità pubblica per un politico. In questo senso è stato anche un populista a cui piaceva avere un contatto “immediato” (tramite la sua tv) con il pubblico e che accusava i “politici”, i “burocrati” e i “giudici” di ostacolare i suoi brillanti piani. C'è un senso in cui Berlusconi ha polarizzato l'opinione pubblica in adulatori e detrattori. Questa battaglia continua tra lui ei suoi oppositori ha causato una situazione di stallo nella politica italiana. Certamente aveva un ego confuso ed era l'incarnazione postmoderna di ciò che Agostino intendeva quando parlava del pericolo dell'amor sui (amore di sé) in opposizione all'amor Dei (amore di Dio).

Berlusconi aveva molti volti e gli evangelici tendevano a concentrarsi su ora uno ora l’altro di essi, trovando difficile avere un quadro unitario. Alcuni vedevano il suo stile di vita come l'apice dell'immoralità se non della dissolutezza. Ad altri non piaceva il suo culto della personalità. Altri ancora apprezzavano le sue opinioni politiche “conservatrici” che (almeno sulla carta) favorivano il libero mercato e l'imprenditorialità. La realtà è che Berlusconi era una figura complessa e sfaccettata. Per quanto riguarda la sua carriera politica, nei suoi anni di governo non ha osato introdurre passi significativi verso l'attuazione del pluralismo religioso. Pur essendo molto distante dalla morale cattolica ufficiale nella sua vita personale, è stato sempre sottomesso agli interessi della Chiesa cattolica romana e ai suoi privilegi. I suoi canali televisivi non hanno mai mostrato un accenno di apertura nei confronti delle minoranze religiose. Berlusconi ha rispecchiato il decadimento della cultura italiana che cerca di onorare il tradizionale status quo cattolico romano mentre promuove un'agenda secolarizzata, senza essere aperta a una stagione di riforma spirituale.