Vangelo e maternità (I). Piccole storie in una grande storia

 
 

Se Cristo davvero cambia tutto, allora questo ha a che fare anche con la fase dello spannolinamento? Davvero il Vangelo ha qualcosa da dire quando le giornate sono trascorse ad asciugare bambini bagnati, lavare il pavimento dove è appena successo “un incidente” e a riempire l’ennesima lavatrice cercando di mantenere un’attitudine positiva per non scoraggiare i nostri figli? 

Emily Jensen e Laura Wifler sono partite da qui: quando nella loro vita personale questa domanda è davvero sorta. Il risultato è il loro libro Risen Motherhood. Gospel Hope for everyday moments, (2019), divenuto in breve uno dei più venduti sul tema della maternità. Le autrici si sono chieste come mai se l’essere madre tipicamente viene descritta come la gioia più grande della vita, in realtà le statistiche parlano di un 95% di donne che si sentono inadeguate, dell’80% che si dichiarano sopraffatte dallo stress, del 70% che sentono di non riuscire a riposare abbastanza e di più del 50% che non riesce a trovare un bilanciamento soddisfacente tra vita lavorativa e maternità? 

Perché nonostante i social, i forum, i libri, i consigli ecc., una madre sente sempre di aver bisogno dì più aiuto nel capire come affrontare battaglie come lo svezzamento? L’inserimento a scuola? La disciplina per bambini ribelli? Ognuna di queste fasi è davvero una battaglia e rischia di diventare assorbente e totalizzante se si dimentica che in realtà le nostre vicende personali, la nostra maternità, i piccoli successi o fallimenti dei nostri bimbi sono inseriti in una più grande battaglia: una lotta spirituale che caratterizza la Storia (con la S maiuscola) e che di conseguenza influenza ogni aspetto delle nostre storie più piccole. 

Il libro è quindi stato scritto per voler affermare che il Vangelo conta! Conta per ogni aspetto della maternità (e non solo ovviamente) e che ogni circostanza può essere letta alla luce di una storia più grande. Il libro più che dare risposte perentorie sul miglior metodo per scegliere la scuola o affrontare il post-parto, suggerisce un metodo, un modo di ripensare alla luce del Vangelo ogni momento della maternità.

Ma cosa si intende per Vangelo ? Il Vangelo è la meravigliosa storia di amore e redenzione che tutta la Scrittura presenta sin dalle prime pagine. La cornice della creazione, caduta, redenzione e del compimento finale, fa da sfondo ad ogni nostra giornata. Per vivere una maternità consapevole, c’è bisogno di prendere consapevolezza che stiamo vivendo tra il già e il non ancora, tra la redenzione ed il compimento finale della battaglia tra Cristo e Satana.

L’aspetto della creazione ci ricorda che Dio è il personaggio principale della sua Storia: che Lui ha creato ed ordinato tutto in modo perfetto e meraviglioso per la sua gloria. Quando ci troviamo di fronte ad un problema legato alla maternità, pensare alla creazione vuol dire chiedersi come il Signore, prima della caduta, avesse progettato e pianificato quell’aspetto, come sarebbe senza l’inquinamento del peccato ed in che modo possiamo ritrovare il carattere di Dio e chi Lui è in quelle circostanze. 

Pensare alla caduta, invece ci ricorda che attraverso il peccato del primo Adamo, ogni aspetto della creazione è stato distorto, si è corrotto e non somiglia più al modo in cui era stato originariamente creato. Tenere presente questo nelle varie sfide che la maternità ci presenta vuol dire chiedersi in che modo il peccato sta inquinando quell’area e come ci sta deviando dal vivere l’essere madri secondo il piano di Dio.

L’aspetto della redenzione invece ci porta a pensare che, nonostante la caduta, Dio ha provveduto una via di riconciliazione. Attraverso il sacrificio di Cristo e l’invio dello Spirito Santo, abbiamo la possibilità di pentirci e chiedere aiuto per camminare nell’obbedienza al piano di Dio per la maternità anche in circostanze burrascose.

Infine, la speranza nel ritorno di Cristo e nel compimento finale di tutte le cose ci permette di guardare con speranza, fiducia ed in modo vittorioso ad un futuro in cui tutte le cose saranno nuove. Questa parte del messaggio evangelico dovrebbe portarci a chiedere in che modo la speranza futura può cambiare la prospettiva attuale sulle cose, e a cosa si possono ancorare desideri, speranze e gioie che puntualmente vengono disattesi nella vita quotidiana di una madre. 

Con questo schema si può affermare che il Dio Creatore ha originariamente disegnato la maternità in modo perfetto. Ha creato la donna con le capacità fisiche e spirituale per generare, partorire, nutrire e crescere i figli in saggezza con amore ed autocontrollo. La caduta ha impattato grandemente la maternità. Fisicamente, il concepimento, la gestazione ed il parto non sono né scontati né semplici, ma presentano difficoltà e complicazioni. Spiritualmente, abbiamo perso la capacità di essere buone madri, ma la speranza è in Cristo che ha già vinto per noi la battaglia più grande e nella cui vittoria possiamo combattere tutte le più piccole lotte della vita quotidiana, anche quando i figli si ribellano, a scuola sorgono problemi o lo svezzamento non va così come lo avevamo pianificato! Avere speranza nei nuovi cieli e nella nuova terra vuol dire non affidare ai nostri figli ogni nostra fonte di gioia e non crollare nella disperazione quando la maternità in qualche modo fallisce.

Guardando alla storia del Vangelo, la vita quotidiana può essere trasformata. Attraverso lo schema della creazione, caduta, redenzione e compimento finale, vedremo come alcuni aspetti della vita pratica possono essere ripensati.

(continua)