Vocabolario kuyperiano (I): sovranità delle sfere

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Nel 2020 si celebra il centenario della morte di un personaggio definito fuori dal comune. La sua figura ha avuto un valore architettonico per il pensiero evangelico contemporaneo per il suo impegno e contributo da politico, pastore, teologo, professore, giornalista, a diffondere una visione del mondo cristiana che ha al suo centro la sovranità di Dio in tutte le sfere dell’esistenza umana. Abraham Kuyper (1837-1920) è un gigante del pensiero sociale evangelico. Tra i suoi contributi vogliamo ricordare la dottrina della sovranità delle sfere, spiegata e applicata in uno dei discorsi più importanti tenuti da Kuyper, quello in occasione dell’inaugurazione della Libera Università di Amsterdam, da lui stesso fondata nel 1880, e che la rivista Studi di teologia dell’Istituto di Formazione e Evangelica e Documentazione ha pubblicato per la prima volta in italiano. 

Il pilastro del pensiero di Kuyper è la sovranità di Dio su tutto il creato e in tutte le sfere dell’esistenza umana. Da questo concetto ne proviene che, ogni ambito della vita in cui l’uomo è coinvolto, e cioè tutto quello che compone la società – Stato, chiesa, università, economia, politica, famiglia, tra le altre – è sotto la sovranità di Dio. Ogni ambito o più precisamente sfera ha una vocazione propria e definita, che è preservata dalla circoscrizione dei confini delle altre da parte di Dio stesso.

Ad esempio, lo Lo Stato possiede il triplice diritto e dovere di intervenire ogni qualvolta che sfere diverse si scontrino, obbligandole ad un mutuo rispetto delle linee di confine di ciascuna; di difendere individui e deboli in queste sfere contro l’abuso di potere di altri; di obbligare a portare tutti insieme i pesi personali finanziari per il mantenimento dell’unità dello Stato. In questi casi, comunque, la decisione non può spettare unilateralmente al governante, ma la legge deve qui segnalare i diritti di ciascuno, ed i diritti dei cittadini sulle loro risorse devono rimanere l’invincibile baluardo contro l’abuso di potere da parte del Governo. Lo Stato quindi non può favorire l’una o l’altra religione o fede, non può controllare la formazione né l’educazione, non può farsi carico dalla “culla alla tomba” del benessere economico dell’individuo, ma deve assicurare pari trattamento e uguaglianza davanti alla legge a tutti gli individui e riconoscendo la validità e l’azione sociale delle sfere intermedie, spingendo ogni individuo alla responsabilità verso la società.

La dottrina della sovranità delle sfere si contrappone alle concezioni stataliste o collettiviste ; si contrappone anche alle concezioni individualiste e alle comprensioni della società che prevedono ruoli privilegiati per la chiesa di maggioranza. L’Italia ha bisogno di apprendere l’abc della sovranità delle sfere e il centenario kuyperiano è un’occasione preziosa per farlo.

Le confessioni religiose, d’altro canto, hanno il compito di diffondere il proprio credo con ogni mezzo necessario, a patto che non interferiscano nella sfera educativa della famiglia, in quella formativa della scuola o in quella dello Stato. Stato, confessioni religiose, famiglia, scuola, tra le altre, sono tutte componenti di un unico organismo che è la società, tutte sullo stesso piano, all’interno della quale ognuna di esse svolge una funzione particolare e definita e ogni azione che le caratterizza la rende responsabile direttamente davanti a Dio. Per Kuyper è essenziale questo passaggio: l’idea secondo cui ogni sfera è sullo stesso piano rispetto alle altre, con una vocazione specifica e la conseguente e diretta responsabilità davanti a Dio, è il più alto principio di uguaglianza che può essere applicato.

In altri termini, è necessario guardare alla nostra società come se fosse un organismo composto da una varietà di organi. La particolarità e la funzione determinata di ogni sfera, e come contribuisce a tutto il sistema, è una chiara immagine della multidimensionalità della società. Ogni sfera ha un proprio compito, e senza sovrapporsi ad un’altra svolge e adempie la sua funzione circoscritta.  

L’idea kuyperiana della sovranità delle sfere, radicata nel messaggio biblico, permette di orientarsi nell’applicazione di un modello di società plurale. L’idea di applicare il concetto della sovranità delle sfere è un tentativo di promuovere la responsabilità differenziata nella società, a tutto quello che la compone, partendo dal singolo individuo, passando per le organizzazioni intermedie e arrivando allo Stato. È uno stimolo a ridefinire la specificità di ogni sfera affinché venga applicata una sovranità differenziata che permette la libera attuazione delle vocazioni di ogni sfera. È un mezzo per glorificare il Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, in quanto creatore, sovrano e sostenitore di ogni cosa.

La dottrina della sovranità delle sfere si contrappone alle concezioni stataliste o collettiviste che presuppongono la supremazia dello Stato; si contrappone anche alle concezioni individualiste che ritengono la società formata da individui sconnessi e alle comprensioni della società che prevedono ruoli privilegiati per la chiesa di maggioranza. L’Italia ha bisogno di apprendere l’abc della sovranità delle sfere e il centenario kuyperiano è un’occasione preziosa per farlo.