Fotografia del cristianesimo globale. Una ricerca del Center for the Study of Global Christianity

 
 

È possibile avere un’idea dello stato di salute in cui versa il cristianesimo globale? Delle sue tendenze, delle sue direzioni e delle sfide a cui è soggetto? Il Center for the Study of Global Christianity presso il Gordon Conwell Theological Seminary, ogni anno, da trentotto anni ormai, per rispondere a queste domande e stimolare il mondo della missione e le chiese, presenta i dati raccolti con ricerche statistiche e li analizza comparativamente per ottenere un quadro da cui partire per costruire riflessioni.  

I dati del 2022 non sono semplici da sintetizzare perché presentano insieme punti di incoraggiamento e di sfida.  

Quello che emerge è che, benché le previsioni di metà Novecento fossero catastrofiche e vedevano la religiosità in netto declino, in realtà, nel complesso, il mondo sta diventando sempre più religioso e la percentuale mondiale di persone che si identificano con una fede religiosa aumentata costantemente, passando dal 80,8% nel 1970 all'88,7% nel 2022. Complice di questo dato sono le cadute dell’Unione Sovietica e dell’apertura della Cina al mondo. I regimi dittatoriali, cadendo, hanno infatti lasciato spazio alla diffusione della religiosità repressa.

Di questo aumento di religiosità, va sottolineato che la diversità religiosa è in forte aumento in alcune regioni come negli Stati Uniti, in Europa, con in testa la Germania e soprattutto in Asia, da sempre culla di molteplici confessioni religiose. In alcune aree invece la diversità diminuisce come in Africa subsahariana dove la popolazione si sta polarizzando dividendosi tra cristiani e musulmani. In generale, cristiani e musulmani insieme rappresentano il 57% della popolazione mondiale e il dato è destinato ad aumentare. Le due fedi sono quindi destinate ad “incontrarsi” spesso e sulla conoscenza reciproca delle due si gioca una grande partita in tema di convivenza. I cristiani, nello specifico, costituiscono circa un terzo della popolazione mondiale, con un tasso di crescita dell’1,08%, inferiore però a quello islamico che è dell’1,68%.

A cambiare è anche la distribuzione geografica dei cristiani nel mondo che ha subito significativi cambiamenti nel corso degli anni. Nel 1900, la maggior parte dei cristiani, infatti, si trovava nel cosiddetto "Nord del mondo", che includeva l'Europa e il Nord America. Tuttavia, nel corso del tempo, la presenza cristiana si è spostata verso il "Sud globale", che comprende regioni come l'Africa, l'Asia e l'America Latina. Nel 2022, il Sud Globale ha superato il Nord Globale diventando la regione con la maggioranza dei cristiani, trascinato soprattutto dai cristiani africani e Asiatici.

Tra i dati positivi sull’allargamento del cristianesimo globale si registrano un aumento notevole dei finanziamenti alle cause cristiane, con anche un'evidente crescita del reddito personale dei cristiani, e l’aumento della diffusione del Vangelo tra diverse popolazioni con nuove traduzioni del Nuovo Testamento in molte lingue.

I dati più sfidanti, invece, riguardano i pochi contatti che i cristiani generalmente hanno con persone di altre religioni. I dati mostrano che, ad esempio, solo il 12% dei non cristiani in Asia conosce personalmente un cristiano; in Europa meno del 18% dei musulmani e meno del 28% dei buddisti conosce o ha personalmente rapporti con un cristiano. In media nel mondo solo il 18% dei non cristiani conosce un cristiano.

Quest’ultimo dato sembra essere, più da vicino, la sfida principale per il cristianesimo europeo. I movimenti migratori hanno allargato la diversità religiosa, ma l’integrazione non avviene sulla conoscenza delle fedi reciproche e c’è una profonda mancanza di conoscenza e comprensione delle altre tradizioni religiose spesso associate a fenomeni sociali rischiosi.

Il cristianesimo europeo ed anche quello italiano, tra le altre sfide, quindi devono tenere conto della necessità di azioni che sviluppino solidarietà e amicizia interreligiosa in vista della testimonianza. Infine, il dato che resta sconcertante e che deve stimolare l’azione cristiana è quello che ricorda che c’è un 28% della popolazione mondiale che non ha ancora accesso al Vangelo.