Giannino Piana (1939-2023) e la cattolicità dell’etica cattolica

 
 

Forse non era un nome molto conosciuto al di fuori degli addetti ai lavori, ma la figura di Giannino Piana (1939-2023), da poco scomparso, è stata importante negli sviluppi dell’etica e della bioetica cattolica italiana degli ultimi decenni. Docente di Etica sia in Facoltà teologiche cattoliche sia in università statali (ad esempio Urbino) Piana è stato un protagonista del rinnovamento post-conciliare della morale cattolica. Piana ha rappresentato l’ala “progressista” dell’etica cattolica che vuole elasticizzare le categorie morali tradizionali del cattolicesimo senza spezzarle e sostituirle con categorie più adeguate. Ha mappato vari territori etici della riflessione con grande versatilità: la bioetica, l’etica politica, il rapporto tra morale e scienza, ecc.

Ad esempio, sull’etica politica un certo interesse ha suscitato il suo volume Nel segno della giustizia. Questioni di etica politica, Bologna, EDB 2005. Nel mondo contemporaneo, i poteri dell'economia, dell'informazione e (aggiungiamo) di certe agenzie religiose, tendono ad erodere gli ambiti e le prerogative della politica. Se in altri momenti storici, la politica aveva avuto la tendenza ad inglobare il resto, oggi assistiamo ad una tendenza inversa. La crisi della politica è anche una crisi dell'etica della politica.  

Questo volume vuole indirizzare questo fascio di problemi che la politica ha davanti a sé: crisi di legittimazione, crisi di partecipazione, crisi valoriale. Nell'introduzione, Piana esplicita il profilo del suo discorso. Da un lato, indica il perseguimento di un approccio laico nel segno dell'etica della responsabilità della tradizione weberiana. Dall'altro, sottolinea la ricerca di un "orizzonte di senso" metaetico d'ispirazione cristiana (6). Ognuno dei due approcci può portare ad una contrapposizione: la riduzione dell'etica alla politica e della politica all'etica. Da eticista cattolico, Piana ha come obbiettivo di pervenire a una "sintesi" che rispetti entrambi gli approcci, mettendo in risalto la mutua relazione. La sintesi appare molto nettamente nel tentativo di rileggere l'insegnamento del Vaticano II in relazione alla laicità. Per Piana, la laicità si situa al crocevia tra l'autonomia della politica e la necessità di una mediazione etica. Il problema che non solleva, e che neanche il Vaticano II risolve, è il ruolo delle agenzie religiose nello svolgimento della "mediazione". Il caso italiano, che vede la Chiesa cattolica massicciamente impegnata anche nel campo politico che dovrebbe essere autonomo e le autorità civili impregnate di cattolicesimo spesso incapaci di mantenere le distinzioni tra sfera civile e sfera religiosa, testimonia come, nella visione cattolica, il confine tra autonomia e mediazione non sia sempre limpido. La laicità ha bisogno di altre categorie concettuali che superino l'orizzonte teologico del cattolicesimo il quale spinge verso una sintesi tra autonomia e mediazione. Lo sforzo dell'A. di compendiare il magistero cattolico e la letteratura politologica è notevole. Purtroppo, manca un confronto con il pensiero evangelico della sovranità delle sfere.

Un altro volume importante di Piana è Vangelo e società. I fondamenti dell’etica sociale cristiana, Assisi, Cittadella 2005. Il legame tra vangelo e società è indubbio. La questione è come stabilirlo e in che modo viverlo. Questo libro si propone di affrontare il tema nella prospettiva della dottrina sociale della Chiesa cattolica. Nel primo capitolo, Piana descrive la categorie del “sociale” in ottica filosofica e alla luce della svolta individualistica della modernità. La società degli individui (pensiero liberale) è un modo riduttivo di rendere ragione della socialità dell’uomo. Essa è sempre data nel rapporto interumano, di partnership tra persone. Nel secondo capitolo si passa ad una riflessione teologica, nel tentativo di abbozzare una teologia del sociale. Piana prende in esame il fondamento biblico (in particolare: la centralità della giustizia nell’AT e il tema del regno di Dio nel NT) e le connessioni sistematiche (il mistero trinitario come socialità originaria, il modello di Gesù, il comandamento della carità). 

Nella seconda parte, Piana entra più nel merito della dottrina sociale della Chiesa romana. Dalla Rerum Novarum (1891) in poi, il cattolicesimo si è particolarmente confrontato con l’ideologia liberale e quella marxista nel corso del Novecento. Anche la dottrina sociale ha risentito del confronto critico con questi paradigmi sociali con cui ha polemizzato, pur subendone delle influenze. Piana intravede alcuni stadi di sviluppo nella storia della dottrina sociale: dal modello ideologico-dottrinale (Leone XIII e Pio XI), a quello antropologico-etico (Pio XII, Giovanni XXIII e Paolo VI); dal modello critico-profetico (Vaticano II) a quello etico-teologico (Giovanni Paolo II). Per il futuro, Piana avrebbe voluto vedere la sua chiesa spendersi in chiave critico-profetica (sulla scia del Vaticano II), in modo più pluralista e coinvolgendo maggiormente i laici. Della dottrina sociale, Piana espone anche i temi portanti: la destinazione universale dei beni, l’opzione preferenziale per i poveri, la sussidiarietà e la solidarietà, l’interdipendenza mondiale e i rapporti tra i popoli.  Pur con qualche critica alle forzature della dottrina sociale, Piana si colloca nell’alveo della tradizione cattolica. Anche il ventaglio di temi e di autori, nonché la bibliografia, risente di questo punto di vista che esclude altri orientamenti di etica sociale cristiana. In un lavoro di questo respiro, ad esempio, un’attenzione all’etica sociale evangelica nello spirito del Patto di Losanna non sarebbe dovuta mancare. 

Insomma, Piana è stato un eticista cattolico aperto ed interessato ad esplorare nuovi e diversi territori, pur non affacciandosi mai al pensiero evangelico. Il suo è stato un tentativo di “aggiornare” l’etica cattolica aprendone la sintesi, ma rimanendo dentro l’alveo tracciato dalla teologia morale romana.