Gioco d'azzardo. Se il miraggio della vincita facile diventa una piaga sociale

 
 

Chi perde il controllo e si gioca tutto passa dal vizio alla malattia. Il Dga (Disturbo da gioco d’azzardo) è una dipendenza comportamentale, in cui l’oggetto non è più una sostanza, ma un comportamento legato al gioco.

E' una dipendenza caratterizzata dal bisogno irrefrenabile di giocare, che porta a perdere il controllo delle proprie azioni,  un bisogno sempre costante di investire somme crescenti di denaro, allungare il tempo passato a giocare e, infine, all'illusorio tentativo di recuperare le perdite.


In breve, il gioco d'azzardo non è un semplice vizietto, o un passatempo innocuo, ma una patologia riconosciuta anche dall’OMS (Organizzazione mondiale della sanità) e, da una dozzina d’anni, è entrata nei Lea (Livelli essenziali di assistenza), ossia è a carico della Sanità pubblica.

Altro che vizio! Un ammalato di Dga si gioca proprio tutto: tutto lo stipendio, la casa, l’azienda se ce l’ha, i gioielli di famiglia, si indebita, e quando le banche non gli concedono più prestiti, si rivolge agli usurai.


Secondo i dati raccolti da Nomisma, i malati di Dga in Italia sono circa 800mila, non più del 3-4 per cento del totale dei giocatori. Per l’industria dell’azzardo questo dato è considerato uno sgradevole effetto collaterale che non può bloccare una grande industria.


Quanto fattura (raccoglie) l’azzardo in Italia? Sempre secondo Nomisma per il 2024, si prevede una spesa di oltre 160 miliardi di euro, con la tendenza al rialzo. Il 36,20% va nelle casse dello Stato. Quel misero 3-4 per cento garantisce all’industria dell’azzardo, da solo, oltre la metà del fatturato. Proprio così: senza i malati, il fatturato si dimezzerebbe, e addio all'azzardo in Italia!


E' evidente che questa industria non ha nessun interesse a fare prevenzione, è letteralmente fondata su questa patologia. L'art. 32 della Costituzione afferma: "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettivita, e garantisce cure gratuite agli indigenti". Come conciliare questi dati spaventosi con quanto afferma l'art. 32?


Purtroppo questa piaga sociale non è solo un problema italiano. Negli USA i dati sono ancora più allarmanti. I Battisti del Sud da molti anni fanno sentire pubblicamente il loro dissenso e la loro opposizione al gioco d'azzardo. La Commissione per l'etica e la libertà religiosa (ERLC della Southern Baptists Convention) ha redatto un documento chiaro e circostanziato documentato: Don't Bet on it (Non scommetterci) "A Biblical and Theological Foundation Opposing Sports Gambling.[1]


Il presupposto che anima questo documento è presto detto: "La visione cristiana per comprendere il gioco d'azzardo si rivolge a principi biblici come l'amministrazione, la soddisfazione e la promozione della virtù. Esplora anche il ruolo del governo nella protezione dei cittadini da pratiche predatorie che danneggiano sia gli individui che le loro comunità". 


Verso quale direzione deve rivolgersi la testimonianza del popolo di Dio? "Proteggere gli individui e la società, favorendo una cultura di responsabilità personale, di vita virtuosa e di prosperità della società". D'altra parte, i governi hanno il dovere di proteggere i cittadini dalle pratiche predatorie dell'industria delle scommesse sportive, che intenzionalmente prendono di mira popolazioni vulnerabili e alimentano conseguenze distruttive come la dipendenza e la violenza familiare.

I governi sono responsabili per l'attuazione di politiche che inibiscono i vizi che nuocciono alla società e lodano le virtù che ne promuovono il bene.


Il documento si rivolge anche ai credenti e pone diverse domande: Non sono libero di utilizzare il mio denaro come voglio? Cosa c'è di male nel guadagnare soldi velocemente se è legale? Il gioco d'azzardo danneggia davvero gli altri? Queste domande hanno diverse implicazioni morali e teologiche che evocano l'importanza di comprendere come una visione cristiana del mondo si confronti con il gioco d'azzardo.


Il documento riconosce che il gioco d'azzardo è una questione olistica che influenza negativamente il benessere fisico, emotivo e spirituale a tutti i livelli della vita umana e delle relazioni. A livello personale nutre e alimenta i peccati dell'avidità e della cupidigia, perché il suo obiettivo è quello di fare soldi in fretta, affidandosi alla fortuna piuttosto che al lavoro. A livello sociale perpetua l'ingiustizia e mantiene le persone povere emarginate, specie quelle economicamente e socialmente svantaggiate.


Poiché tutta la creazione appartiene a Dio (Sl 24,1), la chiesa ha la responsabilità, attraverso il mandato culturale, di amministrare la Sua creazione. Un aspetto di questa fedele amministrazione è garantire che le persone non siano private ingiustamente delle risorse e quindi, della capacità di contribuire al mandato culturale.


Inoltre, i dieci comandamenti sono ancora più specifici. Il decimo comandamento "Non desiderare" (Es 20,17), condanna esplicitamente il desiderio dei beni altrui. La cupidigia è il vizio su cui prospera l'industria del gioco d'azzardo. Il popolo di Dio è chiamato a vivere una vera dipendenza dalla provvidenza divina.

La cupidigia viola anche il primo comandamento, "Non avrai altri dèi oltre a me" (Es 20,3), perché colloca i propri desideri e aspettative nella ricchezza piuttosto che nel Signore.

Ogni attività che scegliamo di intraprendere e il modo in cui vi partecipiamo, sono essenzialmente di natura morale in quanto promuovono la virtù o il vizio. Il problema del gioco d'azzardo è che incoraggia stili di vita che porta a dipendenza, pigrizia, egoismo, materialismo, violenza, ubriachezza e persino immoralità sessuale.


Le società di scommesse sportive sfruttano le persone a basso reddito che hanno molte più probabilità di subire gli effetti negativi delle scommesse e di cadere nella dipendenza. Queste aziende mettono in atto tattiche predatorie come promozioni ingannevoli, pubblicità ininterrotta durante gli eventi e le trasmissioni sportive e persino algoritmi di intelligenza artificiale che calcolano i modi più efficaci per mantenere agganciati i giocatori d'azzardo compulsivi. 


In conclusione, un approccio prudente e cristiano al gioco d'azzardo, dovrebbe affrontare la questione da una prospettiva che vede la connessione dei suoi problemi da una prospettiva individuale, interpersonale e sociale.


Tutti sono chiamati a fare la propria parte; la chiesa con una sana attenzione pastorale, un aiuto professionale per chi vive questa dipendenza e, se il caso lo richiede, una forma di tutoraggio nell'amministrazione dei soldi. Lo Stato deve favorire una legislazione e controlli che limitino l'ondata capillare di luoghi e concessioni dove si consumano tragedie personali e familiari.


[1]: Questa Commissione nel febbraio 2024 ha pubblicato Pay to Play: A Practical Guide to Addressing Gambling in the Church, per aiutare pastori ad affrontare il crescente problema delle scommesse all'interno delle chiese.