La formazione di Tim Keller (III). Tra Ligonier e Westminster
Siamo tutti figli di una storia che è fatta di tanti incontri ed esperienze. Oltreché influenzata dalla famiglia di provenienza e dalla moglie Kathy, quella di Tim Keller è stata costellata di relazioni intessute in luoghi di formazione e facoltà di teologia, sia all’interno di percorsi accademici sia nell’ambito di rapporti informali intrattenuti con personalità significative. Anche di questi intrecci parla la biografia di Collin Hansen, Timothy Keller. His Spiritual and Intellectual Formation, Grand Rapids, Zondervan 2023. Un po’ schematizzando, si potrebbe fare una lista istituzioni formative che hanno plasmato il giovane Keller.
Ligonier. Prima ancora di essere sposato e mentre si accingeva a iniziare gli studi teologici, Keller già frequentava il centro studi appena aperto da R.C. Sproul (1939-2017) a Ligonier (Pennsylvania). A sua volta, Sproul aveva tratto ispirazione dall’apologeta evangelico Francis Schaeffer (1912-1984) che, anni prima, aveva aperto l’Abri: un luogo dove accogliere giovani in ricerca.
A Ligonier, Keller respirò un cristianesimo gagliardo sul piano intellettuale, aperto ad affrontare le domande spinose dell’ateismo, delle religioni, dello scetticismo, ecc. e rispondervi con una visione biblica del mondo.
In quegli anni la teologia di Keller era ancora in formazione e le sue prime esperienze nel mondo evangelico erano avvenute in ambienti legalisti: la frequentazione di Ligonier lo aiutò a uscire dal ghetto neo-fondamentalista da cui proveniva e a guardare con favore all’impegno apologetico senza complessi di inferiorità, né tentativi escapisti.
Gordon-Conwell. Quella di Boston è la facoltà di teologia evangelica che sia Tim che Kathy frequentarono e da cui si laurearono. Il giovane Tim vi entrò senza grandi convinzioni consolidate: erano vagamente arminiano, con qualche intuizione brillante, ma con grandi punti interrogativi. Al contrario Cathy vi entrò volendo diventare “pastora”. Gordon-Conwell era una facoltà evangelica mista, d’impronta conservatrice, dove orientamenti teologici diversi coesistevano.
Durante i suoi studi, Keller fu molto influenzato da Roger Nicole (1915-2010). Svizzero francese e riformato battista, Nicole aiutò Keller ad approfondire la teologia dell’inerranza della Scrittura, l’espiazione sostitutiva e la teologia dell’alleanza. Lo introdusse anche al neo-calvinismo, soprattutto nelle figure di Herman Bavinck e Louis Berkhof.
Un’altra grande influenza di quegli anni fu Richard Lovelace (1930-2020), autore di The Dynamics of Spiritual Life: An Evangelical Theology of Revival (1979), un libro cult di quegli anni. In quel volume Lovelace mostrava la connessione tra la Riforma e i Risvegli d’oltre Oceano come tratto distintivo dell’evangelicalismo americano. Tramite Lovelace, Keller s’innamorò del puritano americano Jonathan Edwards.
Per parte sua, Kathy visse una profonda revisione della sua teologia. Aiutata da Elisabeth Elliot (1926-2015), Kathy lasciò le posizioni egualitariste sul ministero pastorale per abbracciare quelle complementariste. Da evangelicale con sensibilità liberali, anche Kathy abbracciò la teologia riformata.
Alla fine degli studi in facoltà, i Keller erano persone teologicamente diverse da come erano entrate. Non che Gordon-Conwell fosse una facoltà riformata, ma i loro anni trascorsi lì li portarono a maturare la loro fede in senso riformato.
Westminster. Dopo il primo pastorato a Hopewell, Virginia (di cui parleremo nel prossimo articolo), Keller si affacciò anche alla carriera accademica come professore di teologia pratica al Westminster Theological Seminary di Philadelphia.
Qui la sua più grande influenza fu quella di Ed Clowney (1917-2005). Figura poliedrica della teologia evangelica americana, Clowney ha contribuito a popolarizzare la teologia biblica di Geerhardus Vos e ad immettere nella predicazione evangelica la lettura cristocentrica della Scrittura, un altro caposaldo del futuro ministero di Keller.
Sempre negli anni di Westminster, Keller fu anche profondamente influenzato da Harvie Conn (1933-1999), missiologo geniale che sviluppò una teologia della contestualizzazione (si veda il suo saggio “Gli evangelici nordamericani e la contestualizzazione negli anni '80: tendenze e reazioni”, Studi di teologia N. 10 [1993/2]) e da cui Keller imparò i rudimenti della missione evangelica urbana.
Sempre negli anni a Westminster, Keller si appassionò a distanza di predicatori britannici il cui ministero aveva avuto un impatto a Londra: Martyn Lloyd-Jones a Westiminster Chapel, Dick Lucas a St. Helens e John Stott a All Souls. Si trattava di predicatori evangelici diversi, ma i cui ministeri diedero a Keller l’ispirazione di provare a New York quello che loro stavano facendo o avevano fatto a Londra.
La vita di un uomo è il frutto di incontri ed esperienze che la plasmano. Quella di Keller fino a 25 anni era ancora evangelicamente orientata, ma teologicamente indefinita. Furono vari e provvidenziali momenti a darle la “forma” che poi Keller ha infuso nelle vicende della chiesa Redeemer a New York e, da questa, al mondo.
(continua)
Della stessa serie:
“La formazione di Tim Keller (I). La famiglia (in parte) italiana” (27/5/2025)
“La formazione di Tim Keller (II). Kathy, ‘donna coraggio’” (30/5/2025)