La playlist degli inni evangelici del secolo

 
 

Medaglia d’oro: “In Cristo solo è saldo il cuor”. Argento: “Grande sei Tu”. Bronzo: “Splendi Gesù”. D’accordo, le classifiche lasciano il tempo che trovano. Ognuno ha i propri gusti e ha il proprio inno o canto preferito. Allargando lo sguardo, qual è la playlist evangelica del secolo? Quali sono i canti più rappresentativi, cantati, conosciuti?

L’innologia evangelica ha una sua lunga storia. Si pensi all’importanza dell’inno di Lutero “Forte Rocca è il nostro Dio” (Innario Stupenda grazia, n. 243) per veicolare e consolidare la riscoperta dell’evangelo della Riforma protestante. Si pensi a “Stupenda grazia” di John Newton (Stupenda grazia, n. 132) che magnifica il miracolo della conversione, cuore nevralgico dei risvegli evangelici. Sia la Riforma sia i Risvegli hanno impresso un calco indelebile nella spiritualità evangelica attraverso i loro canti. Se non si può cantare, la fede è fasulla.

Questo riguarda la storia remota. Che dire del Novecento? Ci sono inni che hanno avuto una recezione e diffusione simile, che sono entrati nel patrimonio comune della fede evangelica contemporanea? Il discorso è complesso perché il mondo evangelico si è molto diversificato nella sua composizione globale. La matrice anglo-americana non è più la sola, né la principale fonte: che ne sappiamo dell’innologia evangelica ispanica (latino-americana) e portoghese (brasiliana) o asiatica? Inoltre, il settore dell’innologia legata all’adorazione negli ultimi quarant’anni ha conosciuto un’esplosione di produzione che nessuno, credo, sia in grado di conoscere e governare. 

Detto questo, qualcuno ha parlato del canto “In Cristo solo è saldo il cuor” (Stupenda grazia, n. 53 col titolo “A Te Gesù”) come dell’inno evangelico del secolo. Composto nel 2001 da Steve Townsend (inglese) e Keith Getty (irlandese) è diventato un inno iconico trasversale alle chiese evangeliche. In esso trova eco la risorgenza dell’evangelismo riformato dell’ultimo scorcio di secolo con la centralità dell’opera di Cristo alla croce e alla resurrezione, in particolare la sua sostituzione vicaria, con la stabilità donata a chi crede. La robusta filigrana soteriologica lo ha anche messo al centro di dibattiti. Infatti, nel 2013 l’inno fu oggetto di controversia pubblica negli Stati Uniti. Un comitato della PCUSA (chiesa presbiteriana USA, teologicamente liberale) decise di escluderlo dalle raccolte in uso perché conteneva il verso “Perché in croce su Gesù, Dio la sua ira riversò”. Il canto parla dell’ira di Dio Padre scagliata sul Figlio in quanto rappresentante vicario dell’umanità peccatrice, dunque la dottrina della propiziazione. Per la sensibilità liberale, la dottrina dell’espiazione vicaria e della propiziazione dell’ira di Dio era indigesta e l’inno non poteva essere cantato. 

Una posizione preminente deve essere riconosciuta anche all’inno “Grande sei Tu” (Stupenda grazia, n. 99). “O mio Signor, se guardo il ciel, le stelle”: la provenienza è dall’evangelismo svedese ottocentesco, ma non c’è dubbio che la popolarità del canto sia da attribuire all’uso fatto nelle campagne evangelistiche di Billy Graham a partire dagli Anni Cinquanta. Il canto è stato proposto in giro per il mondo dai cantanti George Beverly Shea e Cliff Barrows che lo eseguivano prima del messaggio di Graham alle folle. In esso si parte dalla lode a Dio creatore e provveditore per poi focalizzare l’attenzione su Dio che in Gesù Cristo salva i peccatori penitenti e credenti in Lui.

Infine, all’ipotetico terzo posto: “Splendi Gesù / Riempi il mondo con la tua gloria / O Spirito vieni e infiamma i cuor / Va, fiume va …” (Stupenda grazia n. 236). Questo inno è del compositore inglese Graham Kendrick, conosciutissimo nel mondo evangelico. “Splendi Gesù” è il vettore principale attraverso cui il Secondo Congresso per l’Evangelizzazione Mondiale (Losanna II), tenuto a Manila dall’11 al 20 luglio 1989, ha di fatto lasciato un segno nella spiritualità evangelica globale. In esso echeggiano i temi della missione verso il mondo intero, in uno stile contraddistinto dal trionfante ed inarrestabile avanzamento dell’evangelo, oltre al richiamo alla fiamma dello Spirito quale risorsa imprescindibile per vedere il mondo riempito della gloria di Dio: insomma, una “gemma” della visione rispecchiata a Manila e rilanciata attraverso l’innologia popolare in tutto il mondo. “Splendi Gesù” è un inno che segna la fase crescente dell’evangelismo che è diventato un movimento globale e portatore di un’istanza missionaria che non può essere fermata.

Qualunque sia la playlist delle chiese o dei singoli credenti, questi tre inni non possono mancare nelle prime posizioni.