La spinta propulsiva esaurita. Una mostra su Enrico Berlinguer

 
 

La “spinta propulsiva che si è esaurita” è una delle frasi celebri di Enrico Berlinguer (1922-1984), per molti anni segretario del Partito Comunista Italiano. La mostra “I luoghi e le parole di Enrico Berlinguer” al Mattatoio di Roma (fino all’11 febbraio 2024) permette di ricordare la parabola politica di questo importante esponente della sinistra novecentesca italiana ed europea. La mostra contiene numerose fotografie, documenti, appunti autografati, testi di relazioni e comizi, oggetti personali di Berlinguer (come gli occhiali e l’orologio indossati nel giorno della sua morte a Padova durante un comizio).

La mostra è un tuffo nella seconda metà del secondo Novecento: le contraddizioni del boom economico del dopo-guerra, la contestazione degli anni Sessanta e gli anni del terrorismo, la crescita del PCI fino ad arrivare al 34% nel 1975, il compromesso storico, lo scontro con i socialisti, ma anche la progressiva presa di distanza di Berlinguer dall’esperienza del comunismo sovietico.  

Nel 1977, in occasione della celebrazione del 60° anniversario della Rivoluzione d’Ottobre di cui la mostra espone il testo del discorso letto, a Mosca diceva che scopo del Partito Comunista Italiano era “realizzare una società nuova, socialista, che garantisca tutte le libertà personali e collettive, civili e religiose, il carattere non ideologico dello Stato, la possibilità dell’esistenza di diversi partiti, il pluralismo nella vita sociale, culturale e ideale”. L’aspirazione era “a una società superiore a quella capitalistica, alla pace, a un assetto internazionale fondato sulla giustizia”. Si trattava di ideali che, per quanto si sforzassero di prendere spunto dalla Rivoluzione, non potevano veramente riconoscersi nelle realizzazioni dei regimi nati a seguito della stessa.

Fu nel 1981, dopo la presa del potere in Polonia del generale Jaruzelski e la repressione del dissenso, che Berlinguer parlò dell’esaurimento della “spinta propulsiva” degli ideali del comunismo sovietico. Diceva Berlinguer: “Noi pensiamo che gli insegnamenti fondamentali che ci ha trasmesso prima di tutto Marx e alcune delle lezioni di Lenin conservino una loro validità; e che d’altra parte vi sia tutto un patrimonio e tutta una parte di questo insegnamento che sono ormai caduti e debbono essere abbandonati”. 

Iniziò la fase dell’eurocomunismo (una via europea e occidentale al comunismo) e lo schieramento del partito con i movimenti per la pace. Questi ultimi furono il terreno d’incontro di Berlinguer con il cattolicesimo di sinistra e pacifista. A questo proposito, a suo modo “storico” fu lo scambio di lettere pubblico con il vescovo di Ivrea, mons. Bettazzi.

Al di là dell’analisi ideologica del marxismo-leninismo che si evolse negli anni, Berlinguer impegnò decenni prima di arrendersi all’evidenza che il comunismo, ove applicato in forma politica, era diventato immediatamente tirannico e liberticida. Forse senza avere tutti gli strumenti critici e concettuali a disposizione, gli evangelici di tutto il mondo nella seconda metà del Novecento hanno sempre saputo della repressione dei regimi contro i credenti evangelici (e non solo) da parte degli stati che avevano applicato l’ideologia comunista alla forma dello stato e al governo della nazione. Chi era dentro quel “sistema” ideologico ha fatto finta di non vedere per molto tempo quali fossero i frutti dell’abolizione della religione per decreto e della repressione della libertà religiosa.

La mostra apre una finestra su un mondo che non c’è più: quando il PCI era la “seconda chiesa” italiana, insieme a quella cattolica romana, capace di organizzare le masse e dare loro un’identità ideale. Pur subendo talvolta il fascino delle battaglie sociali di Berlinguer, molti evangelici italiani (si pensi in particolare all’ala evangelicale del movimento protestante) hanno visto il Partito Comunista Italiano come organicamente collegato a quei regimi che opprimevano le chiese evangeliche nei Paesi d’oltre cortina e che erano portatori di una contraddizione irriducibile: in nome della “liberazione” dell’umanità dal sistema capitalistico, combattevano la libertà individuale, di pensiero e di iniziativa. Era solo un’applicazione sbagliata del marxismo-leninismo o era questa ideologia ad essere intrinsecamente liberticida?