L'impegno cristiano in politica, a partire da un libro di Grudem (III)

 
 

L’impegno cristiano in politica è legittimo secondo le indicazioni contenute nella Scrittura. Questo è quanto sostiene il teologo nordamericano Wayne Grudem nel suo libro La politica secondo la Bibbia (2019). Per aiutare a entrare nel modo in cui la Parola di Dio parla della politica, Grudem dedica un intero capitolo alla visione del mondo[1].

Ogni essere umano ha una visione del mondo che lo orienta nelle scelte. Ogni filosofia, religione, scienza, partito politico, cultura ha una visione del mondo. Essa ci viene trasmessa attraverso la cultura, i media, film ed altro. La neutralità non esiste e la possibilità di essere fuori da una visione del mondo è semplicemente impossibile. Anche la fede cristiana biblica è una visione del mondo basata sulla confessione che Dio è Uno e Trino, che il mondo è stato creato buono e che la vita è un dono da vivere in modo responsabile, che il peccato ha corrotto ogni cosa, che il Figlio di Dio si è incarnato e ha compiuto l’opera della redenzione affinché chi crede riscopra la vita e si prepari a quella eterna.

Le altre visioni del mondo, religiose o secolarizzate che siano, si oppongono alla visione biblica, perché caratterizzate da elementi umanistici, naturalisti e soggettivi che inducono all’idolatria (elevazione di un dato di realtà ad assoluto).

La politica ed i governi, che sono espressione di una visione del mondo, risentono di questa corruzione. Tutto il creato è soggetto agli effetti devastanti del peccato che sono pervasivi e da cui non ci liberiamo da noi stessi, ma solo per la grazia di Dio. Nonostante la presenza del peccato, il governo e la politica non sono demoniaci: le autorità sono comunque ordinate da Dio (Romani 13,1). Il mondo non è stato abbandonato da Dio, la sua provvidenza consente che i suoi eletti usufruiscano della sua benedizione, guida e protezione, tanto è vero che “tutte le cose cooperano al bene di quelli che lo amano e che Egli ha chiamato” (Romani 8,28). Questa è la grazia speciale e salvifica. Tutti altri godono della grazia comune, tanto è vero che il sole e la pioggia sono per tutti e così i governi.  

A qualcuno potrebbe venire in mente il versetto di 1 Giovanni 5,19 secondo cui “tutto il mondo giace sotto il potere del maligno”. Esso va letto non isolandolo dal resto della Scrittura e alla luce del Salmo 47,8, 97,1 e di Matteo 28,18. Il creato è da Dio, noi siamo da Dio e così le autorità. L’ingresso del peccato non ha cambiato tutto ciò. Ha introdotto una distorsione nella direzione del creato, non nella sua struttura. Quel che è da contrastare sono i princîpi che regolano le visioni errate del mondo e le loro conseguenze. Il “giacere nel maligno” si riferisce alla condizione del mondo senza Dio e contro Dio, pur nel riconoscimento che Dio è sopra tutto e che la sua signoria non può essere evasa.

Il libro di Grudem si conclude con il proposito di incoraggiare i cristiani ad aver fiducia nel ruolo sovrano che il Signore ha sulla storia. Pensare che la storia la facciano i grandi delle nazioni non è esatto. Dio ha i suoi scopi da realizzare. Il Salmo 115,3 afferma che “Dio è nei cieli e fa tutto ciò che gli piace” ed Isaia 46,10 afferma che Egli opera secondo un piano ben preciso ed una volontà insindacabile (si veda anche Efesini 1,9-11). Il governo provvidenziale di Dio sul creato fa in modo che la Chiesa partecipi al suo trionfo sia nel presente che nel futuro (Apocalisse 2,26; 11,15). Tra il già della prima venuta di Cristo e in attesa della seconda, i credenti devono essere impegnati nel vivere in modo pieno la vocazione cristiana: testimoniare dell’evangelo della grazia in parole e in opere. Questa vocazione ha a che fare anche con la politica, nei limiti ad essa assegnati da Dio e nelle responsabilità proprie della politica.

Anche se ciò dovesse portare a risultati non apprezzabili bisogna sempre avere fiducia nel governo sovrano di Dio che punta sempre alla realizzazione dei suoi scopi. Dio agisce secondo un patto eterno (Ebrei 13,20) che non dimentica mai (Salmo 105,8-10). L’azione cristiana assume il carattere di un combattimento spirituale, arduo e frustrante in certi momenti, ma la fiducia è che Dio non tralascia la rotta che ha deciso di seguire.

La visione biblica del mondo non esclude la responsabilità umana e Dio si serve di quel che l’uomo fa per realizzare i suoi scopi. La Scrittura celebra la regalità dell’unico vero Dio che è esercitata su tutto (Salmo 22,28; 75,6-7; 103,19). Nella visione biblica non vi è posto per il manicheismo, né per il deismo, né per l’agnosticismo. Mentre i corsi e ricorsi storici farebbero pensare ad un andamento circolare e ripetitivo della storia, tutto ha un inizio e dovrà giungere al fine ultimo  stabilito dal Signore. Questo mondo non è diretto dal caso, né da un destino occulto, non vi è la fortuna e né la sfortuna, non si è in balia di divinità capricciose e volubili od occulte. 

Dio domina i destini delle nazioni, porta a compimento i suoi propositi e lo fa attraverso l’intero corso della storia. È grazie a questa certezza che l’impegno cristiano in politica può non essere vittima di qualunquismi e spiritualismi, ma segnato dal realismo biblico.

[1] Un libro importante sulla visione cristiana del mondo è A. Wolters, La riconquista del creato. Verso una visione cristiana del mondo, Mantova, Passaggio 2008.