Spinge o sorregge? Chiedere a Mr. Arbitrium

 
 

A Milano è stata recentemente installata una singolare scultura in resina alta 5,40 metri intitolata "Mr. Arbitrium". Rappresenta un uomo in procinto, a seconda dell’interpretazione dell’osservatore, di spingere via o sorreggere un edificio storico o una chiesa. Questa volta è stata “appoggiata” all’Arco della Pace, mentre in precedenza era apparsa all’esterno della chiesa di San Michele a Lucca. 

L’autore, Emanuele Giannelli, ha spiegato sinteticamente il concetto dell’opera: “In un momento storico di grandi cambiamenti e di ritmi sempre più accelerati come quello che stiamo attraversando, inevitabilmente ci viene chiesto di scegliere: spazzare via la chiesa o l’edificio storico, simbolo delle Istituzioni, della nostra storia e della nostra cultura, o invece sostenere e difendere la chiesa, la nostra storia millenaria, i simboli della cultura dell’Occidente?”. I grandi cambiamenti ai quali si riferisce sono legati alla scienza, un ambito che più di altri sta progredendo speditamente nel settore tecnologico (ad es. robotica, neurotecnologie, intelligenza artificiale, ecc.).

Ecco spiegata l’ambivalenza interpretativa: sia spingendo che sorreggendo, viene messa in tensione la stessa muscolatura; perciò, spetterà all’osservatore immedesimarsi nel gigante di resina e decidere se difendere o meno i valori della cultura Occidentale dall’inarrestabile progresso scientifico-tecnologico che genera “incertezze, paure, entusiasmi e progressi”. Non è chiaro a quali simboli e valori Giannelli si riferisca, ma è presumibile che intenda quelli apportarti dal cristianesimo e successivamente incoraggiati dalle istituzioni (libertà, cortesia, compassione, uguaglianza e rispetto dell’altro). La paura del futuro, ignoto e poco rassicurante, porta l’uomo di oggi a volersi aggrappare quasi nostalgicamente al passato per ritrovare in esso la sua identità e tradizione. Il problema è che il passato è “figlio del suo tempo” e non è detto che i valori della chiesa (cattolica) e dei governi siano rimasti gli stessi. Ecco la sintesi del pensiero: vivendo un presente claudicante, si mira al futuro ignoto chiedendo aiuto ad un passato apparentemente solido. È comunque apprezzabile la volontà dell’artista di far prendere una posizione all’osservatore; in una città come Milano, dove la secolarizzazione sta prendendo sempre più piede, una riflessione sui valori storico-religiosi non è scontata. 

Soffermiamoci un attimo sulla visione che l’autore ha della chiesa cattolica. La scultura non è parte integrante dell’Arco ma è posta all’esterno dell’edificio. Chi sorregge o non sorregge può essere un credente o un non credente, un buddista o un musulmano, un ateo o un agnostico. Tanto l’importante non è chi sei, ma la scelta (arbitrium) che fai. Tutti possono sostenere o non sostenere i “valori” della chiesa cattolica indipendentemente dalla propria fede personale, perché, d’altronde, oggi non si tratta di incoraggiare o scoraggiare la vera predicazione del vangelo di Cristo (che porta la spada ma che risana il dialogo con Dio) ma di promuovere o meno i valori della fratellanza, dell’universalismo e dell’ecumenismo (che all’apparenza risanano il dialogo con l’uomo ma ledono quello con il vero Dio). 

Diversamente dall’immaginario comune, la Bibbia ci insegna che il vero credente non sostiene l’istituzione chiesa ma è la chiesa stessa. Essa è l’insieme di coloro che si sono pentiti del loro peccato riponendo la loro fede in Gesù Cristo, colui che è “la via, la verità e la vita” attraverso il quale accedere al Padre (Giovanni 14,6).Il ruolo della chiesa nel piano di Dio è essere “colonna e sostegno della verità” (1 Timoteo 3,15), cioè della Parola di Dio che rivela la creazione, la caduta e la redenzione dell’umanità. Riprendendo la metafora e ricollegandola al versetto appena citato, potremmo dire che la comunità dei credenti è sia componente dell’Arco della Pace (colonna) che Mr. Arbitrium (sostegno). Diversamente da quest’ultimo, però, la chiesa non sceglie di sostenere, ma riconosce di essere stata scelta e chiamata per mezzo dello Spirito Santo a, come elenca Turrettini, (1) custodire gli oracoli di Dio; (2) essere la guida che conduce gli uomini alla Parola; (3) difendere la Bibbia; (4) proclamare la verità e (5) interpretare la Scrittura. 

Detto questo, pare evidente che dal punto di vista evangelico, non sia questione di spingere via o sostenere i valori e i simboli delle istituzioni statali o ecclesiali, ma di calibrare le proprie scelte presenti e future in base all’eterna verità della Parola di Dio incarnatasi nella persona di Gesù Cristo in un momento preciso della storia. I grandi cambiamenti, inevitabili per una società in continuo progresso, potranno essere messi al vaglio del Vangelo di Cristo ed essere accolti con un atteggiamento sobrio, da una parte cosciente delle potenzialità e benefici della scienza e delle altre arti, ma dall’altra realista dinanzi alle devastazioni del peccato che deviano il buon proposito di Dio, colui che è il sovrano indiscusso di tutto il creato.