Stefano Bogliolo (1958-2023), al centro dell’evangelismo romano e oltre

 
 

Quando pensiamo alle figure di spicco del mondo evangelico romano del Ventesimo secolo, i nomi di Roberto Bracco (1915-1983), Abele Biginelli (1906-1996), Francesco Toppi (1928-2014) e Bill Standridge (1926-2020) sono quelli che hanno avuto un impatto significativo sulle chiese evangeliche romane e non solo. Si può dire che Stefano Bogliolo (1958-2023) sia stato un pastore che si avvicina alla statura di questi grandi nel primo scorcio di questo secolo.

Pastore della chiesa Buona Notizia di Torre Angela che aveva contribuito a fondare, Bogliolo aveva mosso i primi passi nella vita cristiana con il movimento “Cristo è la Risposta”, famoso per il ministero con una grande tenda mobile e l’evangelizzazione all’aperto. La gavetta della testimonianza evangelica “in strada” testimoniando dell’evangelo a contatto con la gente e in un vissuto fuori dai codici della borghesia evangelica, lo aveva plasmato. Gli piacevano le iniziative pubbliche, sulla pubblica piazza e amava il confronto con persone di tutte le provenienze e convinzioni. Era un pastore molto “romano”, per certi versi sanguigno: amava sottolineare il suo esserlo, anche se il suo tratto non era provinciale. 

Infatti, aveva anche un profilo istituzionale e solidamente evangelico che lo ha fatto emergere come punto di riferimento per l’evangelismo romano. Prima la presidenza dell’IPL (Incontri Pastorali del Lazio) nei primi anni 2000 lo ha messo a contatto con la realtà poliedrica dell’evangelismo, un corpo sicuramente vivo ma spesso sconnesso e a volte conflittuale, che ha incoraggiato a coltivare rapporti di “buon vicinato” se non di collaborazione. All’impegno con IPL è seguito quello con l’Alleanza Evangelica Italiana di cui è diventato figura importante sino alle soglie del 2020. Nell’Alleanza Evangelica, Bogliolo ha sviluppato la sua spiccata sensibilità per il tema della libertà religiosa locale e mondiale e per la costruzione di un rapporto continuativo e credibile con le autorità. In molte occasioni, Bogliolo ha rappresentato l’Alleanza Evangelica Italiana in assemblee locali, nazionali ed europee riguardanti la libertà religiosa e nel dialogo con le istituzioni. Per tutte queste ragioni, è stato un perno del composito mondo evangelico romano, essendo una persona ministerialmente integra che poteva e sapeva relazionarsi con tutti e che godeva di stima trasversale. Aveva una credibilità locale che poteva essere spesa in contesti allargati.

E’ stato anche un cultore di storia del movimento pentecostale. Tra le sue pubblicazioni, vanno ricordate La storia del risveglio pentecostale in Italia, Misterbianco (CT), Verso la Meta 2002 e la voce sul pioniere pentecostale Luigi Francescon per il Dizionario di teologia evangelica.

L’ultima conversazione con Stefano è avvenuta a metà luglio. Dopo la divulgazione della notizia della vessazione da parte dell’Agenzia delle entrate alla nostra chiesa per questioni riguardanti il locale di culto, Bogliolo ha espresso solidarietà fraterna e la volontà di collaborare ad iniziative per la difesa delle minoranze e del pluralismo religioso. Erano ancora i deficit di libertà religiosa in Italia che lo facevano sussultare. Ho avuto il privilegio di condividere col pastore Bogliolo lunghi e fruttuosi anni di comune militanza evangelica e ringrazio Dio per questo dono. L’evangelismo romano è più povero senza di lui.