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Tommaso d’Aquino, uomo del dialogo? A margine di un convegno

 
 

Come può un uomo vissuto 800 anni fa essere preso come modello di “dialogo” per affrontare la frammentazione culturale e i venti guerra che spirano nel mondo oggi? Questo è l’interrogativo dietro un importante convegno a Napoli su “San Tommaso d’Aquino. Uomo del Mediterraneo, uomo del dialogo” tenuto a Napoli in occasione del 750° anniversario della morte di Tommaso. Vi sono state 25 relazioni tra cui alcune dei massimi studiosi italiani di Tommaso, sia domenicani (S.-T. Bonino, Roma; G. Barzaghi, Bologna; G. Carbone, Bologna), sia accademici universitari (P. Porro, Torino; L. Malusa, Padova) ed ecclesiastici cattolici (Antonio Staglianò, presidente della Pontificia Accademia di Teologia). 

Il convegno ha avuto tre fuochi: Tommaso e Napoli, uomo del dialogo, i dialoghi del XXI secolo. Esso ha voluto mettere in evidenza il carattere ampio del pensiero di Tommaso che è in grado di includere e ricomprendere le istanze dell’interlocutore in un tutto più grande. Per questo è stato indicato come modello di “dialogo”: il suo pensiero non si oppone, non riduce, ma ha maglie elastiche in grado di integrare ed espandere. Tommaso raccoglie il pensiero altrui, lo purifica e lo ricapitola nella pienezza cattolica (S.-T. Bonino). Egli fa leva sul principio di non contraddizione della ragione e quindi invita gli interlocutori, ad esempio i musulmani, a ragionare assumendo la possibilità universale della retta ragione (J. Ellul). La ragione è la cerniera che tiene insieme il confronto con gli ebrei (M. Benedetto). La Summa contra Gentiles è primariamente votata all’uso della ragione accessibile a tutti, sfidando i non cristiani ad usarla per addivenire a ciò che è accessibile a tutti aprendosi alla fede (F. Tramontano). Nel dialogo inter-religioso, Tommaso aiuta a vedere un “di più” della realtà che fa scoprire un “di più” della verità per diventare “di più” amici (A. Cortesi). Questi sono solo alcuni spunti che aiutano a farsi un’idea. 

E’ chiaro che questa comprensione di Tommaso è al servizio della cattolicità del cattolicesimo romano. Si tratta di una traiettoria molto suadente ed invitante oggi, ma che perde di vista l’integrità dell’evangelo biblico (sottostima gli effetti devastanti del peccato su tutta la vita, compresa la ragione), le antitesi evangeliche (“o con me o contro di me”) e la chiamata a combattere le potenze spirituali contro Dio e a rendere prigioniero di Cristo ogni pensiero (2 Corinzi 10,5). E’ un tomismo molto profondo, affascinante, accogliente, non oppositivo e invitante a partecipare alla sintesi allargata. E’ un tomismo che riproduce il problema del pensiero di Tommaso: vuole includere la Bibbia dentro una sintesi più grande, l’evangelo dentro una opzione filosofica, la grazia dentro la natura. 

La mia relazione, unica di un evangelico, è stata intitolata “Tra lettura eclettica e teologia elenctica: Tommaso d’Aquino nella recezione della teologia protestante”. In essa ho individuato due modi di leggere Tommaso da parte evangelica: da un lato, quello “elenctico”, di chi lo ha avvicinato per contestare il suo impianto (Lutero è l’esempio massimo, Van Til è l’ultimo in ordine di tempo), dall’altro, quello “eclettico”, di chi lo ha usato in modo selezionato e circostanziato, prendendo spunto qua e là dal suo pensiero, sempre dentro una distanza di fondo rispetto al suo sistema (Martin Bucero e Pietro Martire Vermigli sono gli esempi del Cinquecento, Francesco Turrettini nel Seicento, Herman Bavinck nel secolo scorso). Il disagio protestante rispetto a Tommaso ha riguardato la sua visione del rapporto natura-grazia con le numerose ricadute su tutta la comprensione ed il vissuto della fede cristiana. 

In alcune province della teologia evangelica internazionale è in atto una sorta di fascinazione nei confronti di Tommaso. In alcuni casi si tratta di un’ingenua infatuazione che mostra segnali di fragilità nell’identità evangelica vissuta. La lezione della teologia evangelica storica dovrebbe essere tenuta presente: tra lettura critica (elenctica) e eclettica sta il proprium della fede evangelica nei confronti di Tommaso e della tradizione in generale, sempre sottoposta al vaglio della Scrittura.

P.S. Per un approfondimento evangelico su Tommaso rimando ai miei: “Letture medievali (XII-XV secolo)”, Studi di teologia (2023) N. 70 e Engaging Thomas Aquinas. An Evangelical Approach, London, Apollos 2024.


 
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Leonardo De Chirico
Leonardo De Chirico

Nato a Mantova, dopo la Laurea in Storia all’Università di Bologna, ha proseguito gli studi teologici all’Evangelical Theological College of Wales per poi conseguire il dottorato di ricerca in teologia (PhD) al King’s College di Londra. Ha frequentato il Corso di perfezionamento in bioetica presso l’Università di Padova. È stato pastore di una chiesa evangelica a Ferrara (1997-2009) e dal 2009 è pastore della chiesa riformata battista Breccia di Roma. È professore di teologia storica all’IFED di Padova (1997-). È direttore di Studi di teologia (2003-) e direttore del Centro studi di etica e bioetica dell’IFED, oltre che Direttore della Reformanda Initiative. Tra i suoi libri Evangelical Theological Perspectives on Post-Vatican II Roman Catholicism (2003), Il papato (2015), Quale unità? L’ecumenismo in discussione (2016), Maria. Una guida evangelica (2017), Stesse parole, mondi diversi (2021). Insieme a P. Bolognesi e A. Ferrari, ha curato il Dizionario di teologia evangelica (2007, rist. 2013). Vive a Roma con sua moglie e i loro due figli.

 

Storia/eLeonardo De Chirico13 maggio 2024dechirico, tommaso, dialogo, aquino, elenctica
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