Evangelici contro il razzismo (II). "Senza distinzioni di razza" (Losanna 1974)

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“Una razza, un solo Evangelo, un compito”: questo il motto della “Dichiarazione di Berlino” (1966) con cui un’importante conferenza evangelica internazionale denunciava il razzismo come contrario alla creazione di Dio e alla buona notizia di Gesù Cristo. Nella panoramica di recenti prese di posizione evangeliche sul razzismo, non può mancare un cenno al Patto di Losanna (1974), frutto del Congresso mondiale sull’evangelizzazione tenuto nella città svizzera. Il Patto è un documento programmatico dell’evangelicalismo mondiale nel campo della missione, della evangelizzazione e della cooperazione inter-evangelica. Ogni serio tentativo per capire la realtà evangelica contemporanea deve fare i conti con i contenuti e con lo “spirito” del Patto di Losanna.

A Losanna, sotto la regia di Billy Graham e John Stott, ma anche col contributo di evangelici latinoamericani come René Padilla e Samuel Escobar e africani come Festo Kivengere, il tema della missione veniva declinato nelle sue ampie connessioni rispetto all’autorità della Bibbia, all’unicità e all’universalità di Gesù Cristo, alla natura dell’evangelizzazione e alla chiamata per tutta la chiesa ad essere soggetto missionario in uno spirito di collaborazione tra chiese particolari e agenzie dedicate. Mentre col Vaticano II (1962-1965) il cattolicesimo romano rilanciava la sua cattolicità avvolgente e mentre il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) flirtava con le ideologie di liberazione politica (Uppsala 1968), l’evangelicalismo con Berlino (1966) e soprattutto con il Patto di Losanna indicava un’altra strada per la testimonianza dell’evangelo nel XX secolo: ancorata alla Scrittura, fedele al messaggio evangelico storico, pronta a rilanciare la missione come impegno olistico fatto di annuncio e azione.  

Tra i tanti contenuti importanti del Patto, spiccano quelli del paragrafo 5 sulla “responsabilità sociale del credente”. Uscendo dalle polarizzazioni che avevano contrapposto la proclamazione dell’evangelo e la responsabilità socio-culturale, Losanna disegna una visione evangelica che recupera la vocazione ampia di una “missione integrale” comprendente ogni aspetto della vita. Nel declinare la responsabilità sociale, Losanna considera la dignità di ogni essere umano come centrale per una testimonianza fedele e credibile. Ecco il testo specifico: 

Siccome l’uomo è stato fatto ad immagine di Dio, ogni individuo, senza distinzione di razza, di religione, di colore, di classe, di sesso o di età, possiede un’intrinseca dignità e, a causa di essa, dovrebbe venir rispettato e servito, non sfruttato (Patto di Losanna n. 5 (Dichiarazioni evangeliche I, p. 52).

Qui, la denuncia implicita del razzismo (la discriminazione secondo il criterio della razza e le ingiustizie che ne seguono) è trattata sotto la rubrica antropologica della “immagine di Dio”. Dal momento che Dio ci ha creato a sua immagine, tutti gli esseri umani, ogni individuo, ogni donna e ogni uomo, è una creatura intrinsecamente degna di rispetto e servizio. Le distinzioni sociali, economiche, culturali all’interno dell’umanità non devono e non possono contravvenire la uguale dignità di tutti e di ciascuno davanti a Dio. Per il fatto di essere creature di Dio, siamo tutti ugualmente degni ai suoi occhi, senza differenza di sorta. Per essere portatrici dell’immagine di Dio, la “distinzione di razza” non può mai essere usata per calpestare la dignità di ciascuno e di tutti. 

Losanna invita la chiesa evangelica a svolgere l’impegno missionario nel rispetto della dignità intrinseca e originaria di tutte le donne e gli uomini in quanto creature di Dio. Certamente, la differenza la fa l’evangelo tra chi crede e chi non crede in Gesù Cristo, ma questa differenza è determinata dalla “fede”, non dal colore della pelle. Ogni altra differenza che comporta discriminazione, ingiustizia, sopraffazione o, nelle parole del Patto, “sfruttamento” è contraria alla missione che Dio ha affidato alla chiesa perché contrastante con la creazione di Dio e l’annuncio della buona notizia di Gesù Cristo.   

(continua)