Tra estetica e storia dell’arte. La lezione evangelica di Hans Rookmaaker

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Pochi evangelici italiani sanno chi sia stato Hans Rookmaaker (1922-1976). In italiano non c’è ancora molto della sua vasta produzione nel campo dell’estetica e della storia dell’arte, ma quello che c’è è gustoso e profondo. I lettori attenti ricorderanno il nome di Rookmaaker quale autore di un bel saggio su cristianesimo e arte pubblicato sulla rivista Studi di teologia (VIII [1996/1] N° 15). 

Hans Rookmaaker è stato uno dei massimi critici d'arte cristiani del XX secolo e, insieme a Francis Schaeffer, una delle menti evangeliche più stimolanti e brillanti degli anni Settanta nel rapporto tra fede evangelica e cultura contemporanea. Convertitosi leggendo la Bibbia in un campo di concentramento nazista durante l'ultima guerra, Rookmaaker si è in seguito dedicato allo studio dell'estetica e alla critica militante, divenendo professore di storia dell'arte all'Università Libera di Amsterdam fondata all'inizio del XX secolo da Abraham Kuyper. Appartenente alla scuola di pensiero riformata olandese, Rookmaaker ha esplorato le implicazioni dell'idea cosmonomica di Dooyeweerd nel campo delle arti, settore poco battuto dalla scuola neo-calvinista. Dopo alcuni scritti giovanili d'impianto teorico, si è dedicato alla critica a partire dalla sua tesi di dottorato sulla pittura di Gaugin e lasciando una notevole quantità di scritti, note critiche, articoli e saggi. Il suo libro più famoso è stato Modern Art and the Death of a Culture del 1970 che ha segnato profondamente un'intera generazione di studenti evangelici e che è tuttora letto e apprezzato anche da chi non ha vissuto in prima persona quegli anni turbolenti. Insieme a Il Dio che è là (Milano, Guanda 1971) di Schaeffer, il libro Modern Art and the Death of a Culture ha suggerito una lettura evangelica della cultura esistenzialista e nichilista che andava affermandosi in quei decenni.  

Dopo quasi trent'anni dalla morte (2002-2005), finalmente è stata realizzata la pubblicazione dei suoi scritti in una collana di ben sei volumi (quasi 3000 pagine) curata dalla figlia Marleen Hengelaar-Rookmaaker. Ecco i volumi:

vol. 1: Art, Artists and Gauguin

vol. 2: New Orleans Jazz, Mahalia Jackson and the Philosophy of Art

vol. 3: The Creative Gift, Dürer, Dada and Desolation Row

vol. 4: Western Art and the Meanderings of a Culture

vol. 5: Modern Art and the Death of a Culture

Vol. 6: The Easy-Chair Mentality and God’s Hand in History

La visione riformata di Rookmaaker è esposta con molto vigore intellettuale e con grande senso dell’ironia.

Il primo raccoglie gli studi di Rookmaaker su Gaugin e sulla teoria dell'arte del XIX secolo, oltre ai suoi saggi di critico d'arte, molti dei quali nati dalla visita a mostre e pubblicati su varie riviste. Il secondo, invece, è composto dai suoi scritti più filosofici e da quelli di critica musicale. Rookmaaker, infatti, era anche un profondo conoscitore della musica jazz, blues e spiritual. Il terzo si sofferma invece sul senso dell'arte in relazione al divertimento e al dono creativo mentre l'ultima parte è dedicata a brevi saggi su fede e cultura, fede e stile di vita, fede e ricerca accademica. La visione riformata di Rookmaaker è esposta con molto vigore intellettuale e con grande senso dell'ironia. Il quarto volume contiene una monografia sulla storia dell'arte occidentale dal medioevo al XIX secolo, il saggio famoso intitolato "L'arte non ha bisogno di giustificazione" più altri scritti miscellanei. Il quinto volume riproduce la sua opera più famosa che contiene un incoraggiamento agli evangelici ad uscire dai ghetti della loro subcultura disinteressata all’arte e alle questioni culturali e ad apprezzare l’ampiezza e la profondità della visione cristiana del mondo. Il sesto e ultimo volume contiene una biografia di Rookmaaker scritta da Laurel Gasque e una serie di lezioni sul motivo creazione-caduta (rottura)-redenzione, centrale per la fede biblica.  

Sarebbe auspicabile che questo materiale diventi oggetto di tesi di laurea o di dottorato in estetica o in storia della critica dell'arte. Inoltre, sarebbe opportuno che il pensiero di Rookmaaker, così apprezzato all'estero, diventi maggiormente conosciuto in Italia, anche tra gli addetti ai lavori nel campo artistico e musicale. La riflessione cristiana sulle arti ha un debito enorme nei confronti di Rookmaaker. L'iniziativa di pubblicare tutte le sue opere deve essere salutata con grande entusiasmo e con l'aspettativa che altri evangelici lavorino seriamente e creativamente nel medesimo ambito.