Gianluca Vialli e i grandi obiettivi di una vita

 
 

Poche ore sono trascorse dalla morte di Gianluca Vialli (1964-2023) attaccante, allenatore "in campo" e dirigente sportivo, simbolo del calcio italiano e ricordi di ogni genere affollano la mente di almeno due generazioni che lo hanno visto in azione e apprezzato il suo talento in campo e fuori dal campo. Anche tra chi tifoso o appassionato sportivo non è, almeno un ricordo di giovinezza è legato a lui. Il mio è un ricordo estivo di ragazzina mentre con ammirazione osservavo una giovane e sportiva cugina palleggiare con abilità parlando del “mitico Vialli” e della voglia di assomigliargli, almeno in quanto a determinazione. Infatti, tra le esperienze innumerevoli richiamate alla memoria da TV e giornali una piuttosto recente che lo riguarda è degna di considerazione perché può dire qualcosa ad ognuno di noi.

Poco tempo dopo aver saputo della sua malattia, Vialli fu intervistato su Rai2 da Fabio Fazio a "Che tempo che fa". In quella occasione si è presentato come un uomo dalle idee molto chiare e mosso da obiettivi determinati e precisi. Come nella vita calcistica, disse, anche nella malattia "mi sono dato subito degli obiettivi" di lungo termine, come non morire prima dei suoi genitori e portare le sue figlie all'altare e di breve termine come affrontare le fasi di cura passo passo e andare in vacanza in Sardegna con un fisico invidiabile. Durante quella intervista non ha celato anche di aver avuto paura e di aver passato momenti di sconforto ma era evidente che, nonostante ciò, aveva davanti a sé una visione per il futuro, degli obiettivi chiari e una volontà forte di realizzarli.

Se guardiamo alle nostre vite personali si potrebbe dire altrettanto? Siamo solo spettatori della vita di un uomo con degli obiettivi oppure siamo altrettanto determinati? Questa è l'essenza dell'essere umano, un'anima vivente orientata ad uno scopo, immagine di un Dio con scopi e obiettivi cosmici.
Siamo stati creati per uno scopo: "vivere per la gloria di Dio e gioire in Lui per sempre" recitava il Catechismo minore di Westminster. Questo è ciò che crediamo, siamo pronti a confessarlo e viverlo con la stessa determinazione con cui Vialli affermava i suoi obiettivi? Il DNA del cristiano e del popolo evangelico è contraddistinto dal piano di Dio, dalla visione per il Suo regno, dalla missione integrale di portare l'Evangelo ad ogni popolo e nazione, di vivere secondo i parametri della sua Parola come individui e comunità. Cristo ha sofferto la morte della croce per la gioia che gli era posta davanti di vedere un popolo di credenti mossi da grandi obiettivi.

Un popolo che non si pone obiettivi di lungo e breve termine sta sopravvivendo non vivendo, il suo DNA è silenziato. Un cristiano che non ha obiettivi è simile ad un uomo che di fronte ad una malattia attende la morte senza consultare un medico.

Ma non si tratta solo di avere obiettivi. Certamente questo è un tratto necessario iscritto nella nostra natura di creature a immagine di Dio ma non è sufficiente. Se gli obiettivi che ci poniamo sono irrealistici perché fuori dal nostro controllo oppure, ancor peggio, banali e inutili non sono obiettivi per cui vale la pena spendere una vita intera.

Quali sono gli obiettivi della nostra vita? Avere un buon lavoro, acquistare casa, mettere su famiglia, andare in vacanza? E quelli del popolo evangelico? Preservare l'ordine attuale nella mia chiesa locale, fare bella musica di "adorazione" ogni domenica, organizzare un evento evangelistico di massa ogni tanto? Tutte cose "buone", ma non tutte le cose buone e lecite sono “utili" diceva l'apostolo Paolo (1Cor 6,12).

Gli obiettivi per i quali Dio ci ha creato e ha creato la sua chiesa (le due cose vanno sempre insieme nella mente di Dio) sono ben più grandi e ben più utili perché hanno a che fare con Colui che è "la luce del mondo", "la salvezza della nazioni": l'annuncio del Vangelo, la Sua gloria in ogni ambito della vita e della cultura e la nostra soddisfazione in Dio mentre siamo impegnati a lavorare per questi obiettivi in modo costante. Sono questi gli obiettivi primari della nostra vita e di quella degli evangelici italiani? Solo a partire da essi possiamo determinare passo dopo passo tutti i nostri obiettivi comunitari e personali, a lungo e breve termine. 

Che posto hanno nei nostri progetti la crescita nella nostra identità evangelica, il rafforzamento dell’unità dei credenti in Cristo e il nostro sostegno a iniziative che accrescano la cultura evangelica? I nostri obiettivi puntano in alto verso Cristo oppure sono più simili a quelli di Vialli che per quanto umanamente legittimi, romantici e pragmatici hanno un orizzonte estremamente limitato?

Raggiungere degli obiettivi richiede sempre grande investimento di motivazione, energie e risorse di ogni genere. Quanto siamo disposti ad investire? Molto spesso mettiamo l'enfasi sulle nostre possibilità ridotte piuttosto che sulle enormi possibilità di Cristo, perdendo di vista che Egli ha stabilito fermamente l’esito finale di ogni obiettivo affidatoci.


“E chi di voi può, con la propria ansietà, aggiungere un'ora sola alla durata della sua vita? … Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in più.” (Mt 6:27 e 33)