I cinque punti magnetici della fede. La lezione di J. Bavinck via D. Strange

 
 

Alle orecchie dei cultori della teologia contemporanea il nome di Bavinck fa immediatamente pensare all’Olanda d’inizio Novecento ed ad un esponente di primo piano del neo-calvinismo. Quello è ovviamente Herman Bavinck (1854-1921), grande teologo sistematico, da pochi anni apprezzato e studiato più ampiamente grazie alla traduzione in inglese dei suoi scritti principali. Meno conosciuto è il nipote di Herman, Johan Herman Bavinck (1895-1964), missiologo, conosciuto fuori dal mondo olandese soprattutto per il suo stimolante volume tradotto in inglese Introduction to the Science of Missions (1960). 

Gli scritti J.H. Bavinck offrono un contributo di spessore su temi quali il rapporto tra rivelazione e religione, la coscienza religiosa, la relazione tra l’evangelo e le altre religioni, e sono frutto non solo della sua docenza ma anche della sua pluriennale esperienza missionaria in Indonesia. Nella riflessione missiologica seguita alla conferenza missionaria di Edimburgo del 1910, Bavinck diede voce ad una teologia della missione che considerava le religioni come altrettante risposte alla rivelazione generale di Dio da mettere a confronto critico con la rivelazione speciale. Risposte segnate idiosincraticamente dal peccato, ma pur sempre risposte in cui vedere le loro contraddizioni ed anche gli echi della rivelazione generale nelle culture umane. 

Anche a causa della barriera linguistica, l’impatto di Bavinck sulla missiologia evangelica contemporanea (da Losanna 1974 in poi) è stato praticamente ininfluente e questo mancato incontro è una lacuna di non poco conto. In anni recenti, tuttavia, il teologo inglese Daniel Strange sta diffondendo alcune intuizioni di Bavinck nella riflessione missiologica evangelica. Strange ne aveva parlato alle Giornate teologiche 2019 dell’IFED su “Dove va la fede” e le ha riproposte nel suo libro Making Faith Magnetic (2021).

Far emergere i punti magnetici della fede: questa è la strategia missiologica suggerita. Secondo Bavinck, riletto da Strange, ogni religione risponde in vario modo a cinque domande che ne costituiscono i punti d’attrazione. Essi sono:

1. La ricerca di totalità: un modo per connettersi alla realtà
2. Il bisogno di una norma: un modo per vivere
3. L’anelito di liberazione: un modo per uscire dall’oppressione
4. Il senso del destino: un modo per controllare
5. La realtà di una potenza superiore: un modo per misurarsi con il soprannaturale

Secondo Strange, ogni conversazione “religiosa” tocca uno o più di questi punti magnetici. Sta a noi riuscire a veicolare il messaggio dell’evangelo mostrando come la Buona notizia è la password giusta per relazionarsi al mondo, vivere secondo la volontà di Dio, essere liberati dal peccato, affidarsi alla benevola provvidenza divina e vivere nella potenza dello Spirito Santo. 

Ogni religione fornisce risposte scomposte ed improbabili ai punti magnetici. La linea della totalità e del fatalismo (destino) suggerisce che le persone vivono con un senso della loro insignificanza, sentendosi legati e mancando di ogni potere. Un essere umano è un’increspatura nell’oceano dell’universo e le grandi forze cosmiche fanno il loro gioco capriccioso con noi. Una persona è niente, è considerata una cellula nel contesto di tutto il resto; non ha un’esistenza individuale, è solo una piccola scintilla nel rovente fuoco cosmico. L’altra linea – della norma e della liberazione – evoca pensieri di libertà, di essere diversi dalla natura, di individualità, di rendicontazione, di colpa, di speranza di essere liberato. Gli esseri umani sono entità uniche, ognuna è speciale, e hanno il destino tra le mani. Ognuno è una sorta di micro-dio, un dio in miniatura, che ha in mano la responsabilità e la potenzialità dell’esistenza. All’intersezione di queste due linee di pensiero – il destino all’interno di una totalità e la libertà di agire e di essere liberati – sta la consapevolezza dell’essere in relazione ad una potenza superiore. La potenza superiore è allo stesso tempo il significato più profondo del tutto, il reggitore delle leggi cosmiche, colei che dà forza alla norma, colei che aiuta a raggiungere la salvezza. All’intersezione tra questi due livelli sta ovviamente il cuore della coscienza religiosa. Precisamente lì, secondo Bavinck, "troviamo l’essenza di ogni religione”.

L’evangelo sovverte i punti magnetici e li compie. Nel buio dell’esistenza umana, solo la proclamazione dell’evangelo di Gesù Cristo può portare luce. La verità si trova in Lui. Questa è la potenza completa e vivente per le persone, la potenza a lungo repressa e respinta. 

1. Totalità. Gesù dice: “Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro porta molto frutto” (Giovanni 15,5).

2. Norma. Gesù dice: “Non pensate che sia venuto per abolire la legge o i profeti; io sono venuto non per abolire, ma per portare a compimento” (Matteo 5,17).

3. Liberazione. Gesù dice: “Io sono la vita, la verità e la vita” (Giovanni 14,6).

4. Destino. Gesù dice: “Io sono il buon pastore; il buon pastore dà la sua vita per le pecore” (Giovanni 10,11).

5. Potenza superiore. Gesù dice: “Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Giovanni 8,12).

Sta alla chiesa essere un popolo magnetico che vive l’evangelo in modo da testimoniare l’autorità di Dio, il controllo di Dio e la presenza di Dio in tutto e su tutto.