Il libro incomparabile. Non può che essere la Bibbia
N.B. Questo articolo è tratto dalla prefazione al volume di Giuseppe Scarallo, Il libro incomparabile. L’origine, il messaggio e il valore della Bibbia, Aversa (CE), Multimedia 2025, pp. 298.
“Voi investigate le Scritture, perché pensate d'aver per mezzo di esse vita eterna, ed esse sono quelle che rendono testimonianza di me” (Giovanni 5,39). La raccomandazione più autorevole viene dal Signore Gesù stesso: le Scritture vanno lette e studiate, tramite esse si ha accesso alla vita eterna, la Bibbia parla di Cristo stesso: il Signore e il Salvatore.
La Bibbia è stata al centro dei momenti di riforma della storia. I risvegli dell’Antico Testamento erano accompagnati da un ritorno alla legge. La predicazione profetica faceva riferimento alla legge scritta per richiamare alla fedeltà all’alleanza. L’insegnamento del Signore Gesù era basato sulla Scrittura. La scrittura dei vangeli è intrisa di citazioni, allusioni, richiami all’Antico Testamento per descrivere la figura e l’opera di Gesù. L’opera di persuasione delle prime comunità ebraiche riunite nelle sinagoghe si fondava sul ritorno ai testi biblici interpretati in chiave messianica. La predicazione apostolica è stata un commento cristologico alla Bibbia.
La chiesa fedele lo ha sempre capito. Non a caso Girolamo, nel commentare il prologo di Isaia, poteva scrivere che “ignorare le Scritture significa ignorare Cristo”[1]. E infatti, nella storia della chiesa, i periodi di reale cambiamento hanno sempre avuto al centro la Scrittura. La predicazione espositiva di Agostino e di Giovanni Crisostomo ha segnato i primi secoli di vita ecclesiale. La Riforma protestante del 16° secolo ha rimesso al centro la Parola: sola Scrittura! I risvegli evangelici dei secoli successivi hanno ricevuto impulso dalla valorizzazione della Parola e hanno dato il via ad iniziative volte alla diffusione della Bibbia (Società bibliche, missioni, …). Quando posta al centro, la Bibbia è sempre stata motore di sano cambiamento.
Le grandi questioni della chiesa moderna si sono concentrate sulla conferma o sulla contestazione della centralità della Bibbia. La diatriba tra la Riforma e Roma può essere riassunta così: la Bibbia sta al centro della chiesa (come sostiene la Riforma) o la chiesa ha un suo equilibrio multicentrico che defila il ruolo della Bibbia (come dice la Controriforma)? Anche nei dibattiti interni al protestantesimo successivo, le questioni hanno visto protagonista la Bibbia: la Bibbia sta al centro della chiesa (l’opzione evangelica) o deve essere la ragione o il sentimento ad avere supremazia sulla Scrittura (l’opzione liberale)?
Per questo è necessario che gli evangelici riaffermino in ogni generazione il loro impegno nei confronti della Scrittura. Ad esempio, l’“Impegno di Città del Capo” (2010), il terzo congresso del Movimento di Losanna e uno dei documenti più rappresentativi dell’evangelismo contemporaneo, afferma:
“Riceviamo l’intera Bibbia come parola di Dio, ispirata dallo Spirito Santo, proferita e scritta tramite autori umani. Ci sottomettiamo ad essa ritenendola autorevole in modo supremo e unico, tale da governare le nostre convinzioni e il nostro agire ... Affermiamo che la Bibbia è la parola scritta definitiva di Dio, non oltrepassata da alcuna ulteriore rivelazione ma ci rallegriamo che lo Spirito Santo illumina le menti del popolo di Dio affinché la Bibbia continui ad esprimere la verità di Dio in modo nuovo alle persone appartenenti a ogni cultura”[2].
Questa è la posizione evangelica classica. Detto questo, pur affermata in modo coerente dalla chiesa fedele, l’importanza della Bibbia non deve mai essere data stata per scontata. Il mondo vive in perenne stato di agitazione di fronte alla Bibbia. Se non arriva a contestarla apertamente, la parcheggia nel deposito dei codici culturali o negli scaffali alti e polverosi della biblioteca della memoria. In ogni modo, cerca di anestetizzarla e di tenerla alla larga.
Oggi viviamo una situazione paradossale. Il grado di accessibilità alla Bibbia non è stato mai così alto. Vedere la Bibbia venduta come gadget di riviste nazional-popolari è un segno dei tempi in un Paese che per secoli ha tentato di impedire che il popolo fosse esposto alla Scrittura. Non parliamo poi delle mille possibilità che Internet offre alla fruizione della Bibbia. La Bibbia è forse materialmente nelle case degli italiani, ma è al centro della loro vita?
In questo quadro apparentemente molto più Bible-friendly del passato, qual è la specificità evangelica rispetto alla Scrittura? Gli evangelici sono conosciuti come “il popolo del Libro”. Ma in che senso lo sono, se lo sono? Basta solo diffondere la Bibbia, distribuirla, stamparla, farla circolare, averla sottobraccio, o serve qualcos’altro? Basta dire agli altri: “leggi la Bibbia”? Cosa significa avere la Bibbia al centro di fronte alle molteplici sfide che ci troviamo davanti?
Ecco che arriviamo a questo volume di Giuseppe Scarallo: Il libro incomparabile. Esso è un’introduzione al libro dei libri: la Bibbia. Un libro incomparabile, appunto. Il volume può aiutare il lettore a digiuno ad avvicinarsi alla Scritture avendo una guida affidabile alle principali questioni che la lettura biblica suscita: domande storiche, linguistiche, culturali, teologiche, spirituali. Questo libro aiuta anche il lettore più esperto ad approfondire temi di cultura biblica. La pubblicistica evangelica, già ricca di strumenti simili[3], può beneficiare di questo ulteriore strumento di studio per il quale essere grati a Dio, il Signore della Parola.
[1] Girolamo, Commento a Isaia/1, a cura di R. Maisano, Roma, Città Nuova 2013.
[2] “Impegno di Città del Capo” (2010) in Dichiarazioni evangeliche II. Il movimento evangelicale 1997-2017, a cura di P. Bolognesi, Bologna, EDB 2017, p. 174. Non a caso, a testimonianza della sua recezione anche nell’evangelismo italiano, questo testo è posto come preambolo al documento “La Scrittura e lo Spirito Santo. Dialogo teologico tra l’Alleanza Evangelica Italiana e la Federazione delle Chiese Pentecostali” (2013), Ideaitalia XVIII, n. 1 (2014), pp. i-iv.
[3] Si veda, ad esempio, R. Kuiper, La Bibbia. Basi costitutive di fede cristiana, Finale Ligure (SV), EP Edizioni 1979; J. Stott, La Bibbia libro per oggi, Perugia, Patmos 1989; G.E. Veith, Perché la Scrittura è tutto ciò che ci occorre, Caltanissetta, Alfa & Omega 2002; D. Helm, La Bibbia a tu per tu. Una semplice guida per ogni cristiano, Porto Mantovano (MN), Coram Deo 2025. Questi volumi sono di diverso taglio ma contribuiscono tutti ad affermare un’alta considerazione della Parola di Dio scritta.