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Prendere Dio in Parola: quali sono i quattro attributi della Bibbia?

Se da una parte la Parola ci narra l’opera redentrice di Gesù Cristo per il perdono dei peccati, dall’altra, nel momento in cui si crede, è necessaria anche per il nostro sostentamento spirituale e per conoscere “la buona, gradita e perfetta volontà di Dio” (Rm 12,2).

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La rivelazione e la Bibbia. Un classico della teologia evangelica del dopo-guerra

Questo volume è una raccolta che Henry ha curato proprio sul tema della rivelazione e della Bibbia. Di fronte alla critica liberale e neo-liberale che imperversava, venticinque studiosi evangelicali hanno sostenuto con intelligenza e perspicacia la visione evangelica classica relativa alla dottrina in questione, senza reticenze sui punti controversi ma senza complessi d'inferiorità rispetto alle tesi liberali.

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“Nel mezzo del cammin di nostra vita …” (III). Cosa c’entra il Purgatorio con la Bibbia?

Evidentemente, con la sua visione del Purgatorio, Dante non conosce i benefici della giustificazione per fede soltanto basata sull’opera di Cristo soltanto: per questo deve prevedere una “via di mezzo” ultraterrena in cui far transitare i cristiani affinché siano purificati. Per Dante, la salvezza è una montagna da scalare dal basso in un’ottica di progressiva santificazione, non una dichiarazione divina sul peccatore penitente che lo riveste della giustizia di Gesù Cristo.

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“Nel mezzo del cammin di nostra vita ..” (II). Risonanze bibliche e non solo nell’Inferno

Nel primo canto dell’Inferno, Virgilio spiega a Dante che, usciti dalla selva oscura, non si può salire sulla collina della felicità se non facendo un altro percorso attraverso i regni dell’aldilà. Esso è stato precluso agli esseri umani, salvo che a Enea (nell’Eneide) e a Paolo (secondo un’interpretazione di 2 Corinzi 12,2-4 che in realtà non parla dell’inferno ma del cielo). In questa duplice ispirazione (classica e biblica) si ritrovano le fonti del pensiero dantesco: da un lato l’eredità classica, dall’altra quella biblica interpretata secondo i canoni del cristianesimo medievale.

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“Nel mezzo del cammin di nostra vita” (I): richiami biblici all’inizio della Commedia di Dante

Sono circa un migliaio i richiami alla Bibbia presenti nella Commedia. Alcune volte si tratta di citazioni del testo biblico (dalla Vulgata latina o in traduzione in volgare), altre volte di evocazioni di personaggi o episodi della storia biblica, altre volte ancora di allusioni ad essi intrecciati nel poema. Si può dire che la Bibbia sia pervasivamente presente e costituisca uno dei testi da cui Dante ha tratto molta ispirazione essendo un elemento costitutivo del suo immaginario religioso.

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La Bibbia “seppellita”, metafora dell’Italia in un quadro di Joseph Severn

Nel quadro Burying Bible (1861) Severn coglie la drammaticità della controriforma. Descrive in immagini la disperazione e la sofferenza di uomini e donne a cui fu tolta la libertà di essere nutriti dalla Parola del Dio vivente. La sensibilità e la profondità di Severn nel dipingere questo quadro mostra una rara comprensione di una realtà storica che per i più rappresenta un semplice fatto minoritario e che in Italia non ha comportato eccessive sofferenze.

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