La rivelazione e la Bibbia. Un classico della teologia evangelica del dopo-guerra

 
La rivelazione e la Bibbia
 

Ci sono libri che, pur datati, non invecchiano. A distanza di anni e decenni mantengono (quasi) intatta la loro fragranza. Uno di questi libri è 

Carl F.H. Henry (a cura di), La rivelazione e la Bibbia nel pensiero evangelico contemporaneo, Napoli, Edizioni Centro Biblico 1973, pp. 516.

Si tratta di un libro uscito più di quarant’anni anni fa, ma di grande valore anche a distanza di tanto tempo. Il suo curatore, Carl Henry (1913-2003), è stato una delle figure più eminenti della teologia evangelica nord-americana della seconda metà del Novecento. Quest'opera è tra le poche che siano state tradotte in lingua italiana. 

Henry è stato, insieme a Billy Graham, uno dei protagonisti dell'evangelismo del Secondo dopoguerra. Presidente del Congresso di Berlino del 1966 (uno dei primi eventi a ridare fiato missionario al mondo evangelico), direttore per molti anni di Christianity Today (una tra le più diffuse riviste evangeliche del mondo), pubblicista prolifico e grande divulgatore teologico (da ricordare la sua opera in sei volumi God, Revelation and Authority), Henry ha contribuito in maniera significativa ad incoraggiare gli evangelicali ad abbandonare la mentalità del ghetto assediato del neo-fondamentalismo, a recuperare la propria identità teologica fondata sull'evangelo e a misurarsi con le sfide del tempo in senso missionario. 

Da un punto di vista teologico, Henry ha denunciato con forza i vicoli ciechi del neo-fondamentalismo statunitense che stava inaridendo la spinta apologetica del fondamentalismo d'inizio Novecento.

Nel fare questo, Henry ha messo in guardia dalle insidie della neo-ortodossia che, pur mostrando un diverso atteggiamento nei confronti della dottrina evangelica classica, non aveva fatto i conti in modo radicale col liberalismo teologico, rimanendo ancora invischiata nella cesura tra fede e storia. La dottrina della rivelazione e della Scrittura è stata allora l'interesse principale di Henry nel corso della sua lunga militanza teologica. 

Questo volume è una raccolta che Henry ha curato proprio sul tema della rivelazione e della Bibbia. Di fronte alla critica liberale e neo-liberale che imperversava, venticinque studiosi evangelicali hanno sostenuto con intelligenza e perspicacia la visione evangelica classica relativa alla dottrina in questione, senza reticenze sui punti controversi ma senza complessi d'inferiorità rispetto alle tesi liberali. Dato che la rivelazione è uno dei terreni di verifica del carattere evangelico di una teologia, questo volume conserva tutta la sua freschezza e costituisce un punto di riferimento significativo per chi vuole confrontarsi con la teologica evangelica. 

Nel volume, ci sono contributi di alcuni tra i più bei nomi della teologia evangelicale della seconda metà del Novecento: tra questi, Pierre Marcel, Roger Nicole, James Packer, Hermann Ridderbos, Ned Stonehouse, Edward Young, F.F. Bruce. Oltre a questo opera fondamentale, di Henry si possono consultare in italiano degli importanti documenti che il teologo americano ha contribuito a redigere: la "Dichiarazione di Berlino" del Congresso mondiale sull'evangelizzazione (1966) e le "Affermazioni di Deerfield sull'identità evangelica" (1989), entrambi raccolti nel volume di Pietro Bolognesi (a cura di), Dichiarazioni evangeliche. Il movimento evangelicale 1966-1996, Bologna, Ed. Dehoniane 1997.  

Il volume è dunque un punto di riferimento importante per addentrarsi nella sensibilità della teologia evangelica contemporanea.