L’arianesimo? E’ più vicino (e pericoloso) di quanto sembri

 
 

Ario, arianesimo. Sono un nome e un movimento di cui sentiremo parlare molto nel 2025. Infatti, quest’anno ricorre il 1700 anniversario del Concilio di Nicea che fu convocato proprio per trattare le idee di Ario circa l’identità di Gesù Cristo in relazione a Dio Padre.


Ario insegnava che, poiché il Figlio viene dal Padre, ciò significa che il Figlio è creato e non è pienamente Dio. Per contro, il padre della chiesa Atanasio controbatteva che Cristo era co-eterno e con-sostanziale con il Padre. Il Concilio di Nicea discusse la questione e confermò come biblica e ortodossa la dottrina secondo cui Gesù è veramente Dio e veramente uomo, della stessa natura divina del Padre.


Questa è la dottrina cristiana. Contrariamente a quanto sosteneva Ario, Gesù non è solo “divino”, ma realmente, pienamente e veramente Dio, come il Padre è Dio. E’ distinto dal Padre come Persona, ma della stessa natura divina.


Oggi è difficile da immaginare, ma la disputa prima e dopo Nicea si trasformò in una controversia teologica mondiale che minacciò di distruggere la chiesa. La versione breve di una storia lunga e complessa è che il Concilio redasse il Credo niceno, che include il passaggio in cui si dice che Gesù è “Dio da Dio, luce da luce, Dio vero da Dio vero, generato non fatto, consustanziale al Padre”.


Nonostante le dichiarazioni del Concilio, l'arianesimo come movimento di pensiero è continuato per decenni e secoli sotto diverse spoglie. E’ rimasto una sorta di fiume carsico nella storia della chiesa. Ad esempio, si può dire che la dottrina dei Testimoni di Geova sia impregnata di arianesimo in quanto, pur avendo un’alta concezione di Gesù, non lo riconosce come Dio.


Più in generale, oggi l'arianesimo non è chiamato così, ma è tuttavia un'interpretazione del cristianesimo secondo un pensiero materialistico e umanistico. Gesù è considerato un buon insegnante, un saggio rabbino, un bell'esempio, un martire per una nobile causa, ma non Dio.


Al massimo, Gesù è ammirato come un essere “divino”, realizzato, esemplare. L’arianesimo contemporaneo può arrivare a dire che Gesù è un essere umano così completo che ci rivela l'immagine divina in cui siamo stati tutti creati - e quindi ci mostra com'è Dio. Questa è una tentazione che molti cristiani liberali o persone agnostiche trovano attraente e che può trarre in inganno anche i credenti. 


Possibile che il “nuovo arianesimo” sia presente anche nelle chiese evangeliche che formalmente aderiscono alla cristologia di Nicea e quindi trovano l’arianesimo eretico?


Sembra proprio così, almeno nelle rilevazioni recenti eseguite su un campione di evangelici nordamericani. Nel rapporto The State of Theology (2022) pubblicato da Ligonier Ministries si legge:


C'è una sorprendente disconnessione nel modo in cui questi evangelici rispondono ad altre domande fondamentali, come: chi è Gesù Cristo? Un numero allarmante di evangelici sembra rifiutare la sua divinità, con il 43 percento del campione del sondaggio che concorda sul fatto che "Gesù era un grande insegnante, ma non era Dio" (in aumento rispetto al 30 % del 2020). Questa opinione è incompatibile con la Bibbia (Giovanni 1,1; Ebrei 1,1-4) e con i credi storici della fede cristiana.


Quasi la metà del campione che si identifica come “evangelico” in realtà esprime una posizione “ariana”. 


Ario è vivo e vegeto tra noi. L’arianesimo non è solo un’antica e superata eresia, ma una corrente diffusa nella pancia della cultura e anche della chiesa evangelica contemporanea. Tra le altre cose, ciò significa che nelle chiese non insegniamo la dottrina cristiana ma uno pseudo-vangelo sentimentale e moralistico che non affronta in modo risolutivo il nodo decisivo dell’identità di Gesù Cristo. La questione non è affatto speculativa: se Gesù non è il Dio-uomo, vana è la fede.


“Chi dite che io sia?” (Matteo 16,15). Sulla risposta a questa domanda, la fede cristiana sta in piedi o cade. Con la risposta ariana, la fede cristiana cessa di essere tale, 1700 anni fa e oggi.