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Definire il cattolicesimo romano (VII): il progetto "cattolico" di assorbire il mondo

“Il cattolicesimo romano è Il cattolicesimo romano è una deviazione dal cristianesimo biblico, consolidatasi nel corso dei secoli, riflessa nell’introiezione dell’istituzione imperiale romana, fondatasi su una teologia antropologicamente ottimista e su un’ecclesiologia abnorme definitasi intorno al suo sistema sacramentale, animata dal progetto cattolico (universale) di assorbire il mondo intero

Il Credo apostolico descrive la chiesa come “cattolica” nel senso di universale in quanto estesa in tutto il mondo. Il senso dato alla cattolicità dalla Chiesa di Roma va oltre l’universalità della chiesa.

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Definire il cattolicesimo romano (VI): il sistema sacramentale

“Il cattolicesimo romano è Il cattolicesimo romano è una deviazione dal cristianesimo biblico, consolidatasi nel corso dei secoli, riflessa nell’introiezione dell’istituzione imperiale romana, fondatasi su una teologia antropologicamente ottimista e su un’ecclesiologia abnorme definitasi intorno al suo sistema sacramentale

Ci sono quindi due elementi necessari per il sacramento cattolico: un elemento fisico-naturale e l’agenzia della chiesa che si crede investita del compito di trasfigurare la materia e di impartire la grazia. Dunque, l’oggetto naturale diventa la grazia e la chiesa è incaricata di amministrarla.

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Definire il cattolicesimo romano (V): antropologia ottimista ed ecclesiologia abnorme

“Il cattolicesimo romano è Il cattolicesimo romano è una deviazione dal cristianesimo biblico, consolidatasi nel corso dei secoli, riflessa nell’introiezione dell’istituzione imperiale romana, fondatasi su una teologia antropologicamente ottimista e su un’ecclesiologia abnorme…”

E’ arrivato il momento di approfondire il fondamento teologico del cattolicesimo: una teologia antropologicamente ottimista e un’ecclesiologia abnorme. Si tratta dei due assi portanti di tutto il sistema teologico cattolico: quello su cui tutto il resto trova legittimazione teologica.

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Definire il cattolicesimo romano (IV): l'introiezione dell'istituzione imperiale romana

“Il cattolicesimo romano è Il cattolicesimo romano è una deviazione dal cristianesimo biblico consolidatasi nel corso dei secoli riflessa nell’introiezione dell’istituzione imperiale romana”.

E’ la cultura imperiale romana e la sua concezione dell’esercizio del potere che hanno forgiato in modo determinante il calco della struttura della chiesa di Roma e della corrispondente visione gerarchica del mondo.

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Definire il cattolicesimo romano (III): una deviazione consolidatasi nel corso del tempo

“Il cattolicesimo romano è una deviazione consolidatasi nel corso dei secoli”.

Non esiste una data di nascita del cattolicesimo romano, un momento puntilineare da far coincidere con il suo inizio. Esistono piuttosto fasi e transizioni storiche che sono state particolarmente impattanti sullo sviluppo di quel fenomeno che si è poi caratterizzato come “cattolicesimo romano”.

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Il dogma dell’assunzione corporale di Maria 70 anni dopo

Se si pensa che nel 1870, il dogma precedente (quello sull’infallibilità papale) aveva proclamato come “infallibili” i pronunciamenti “ex cathedra” del papa, appartenendo quello di Pio XII a questa fattispecie, siamo di fronte ad un insegnamento considerato “infallibile”, forse l’unico che un papa romano ha promulgato dopo il dogma del 1870. Quando un’istituzione non è ancorata alla Scrittura soltanto, quindi soggetta alle correzioni della Parola di Dio, le deviazioni non possono che andare di male in peggio.

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Definire il cattolicesimo romano (II): una deviazione dal cristianesimo biblico

“Il cattolicesimo romano è una deviazione dal cristianesimo biblico”.

Credo che un servizio al dialogo teologico sia dato dalla trasparenza delle convinzioni e dall’onestà della comunicazione. E’ più rispettoso dire la verità nella carità, piuttosto che celarla dietro il paravento del “dialogo” che omette di affrontare le questioni decisive, anche se è doloroso dirle e ascoltarle.

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Definire il cattolicesimo romano da un punto di vista evangelico? Un tentativo (I)

E’ possibile definire il cattolicesimo romano? E’ possibile mettere a fuoco in una descrizione la visione del mondo propria della chiesa cattolica romana? Può la teologia evangelica assumersi la responsabilità di inquadrare teologicamente il fenomeno del cattolicesimo romano in una breve definizione che sia descrittiva e anche valutativa?

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“Fratelli tutti”: il prezzo altissimo dell’universalismo cattolico

Dopo “Fratelli tutti”, l’enciclica di papa Francesco sulla fraternità universale, si potrà ancora evangelizzare dicendo che, a causa del peccato, non siamo tutti fratelli senza causare shock e reazioni oltremodo negative? Se siamo già tutti fratelli perché figli dello stesso Dio, quali saranno le implicazioni di lunga durata sulla testimonianza evangelica che vuole essere fedele non alla sensibilità universalista della “correttezza bergogliana”, ma al messaggio biblico dell’evangelo di Gesù Cristo?

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Cambiano i ruoli ma lo schema è lo stesso. Come il cattolicesimo fa giocare “progressisti” e “conservatori” nella stessa squadra

In una grande organizzazione come il cattolicesimo romano, ci sono ruoli diversi. C’è chi (come gli attaccanti) si occupa di esplorare terreni nuovi e di spingere in avanti i confini della cattolicità. D’altra parte, c’è chi (come i difensori) difende l’assetto tradizionale cercando di tenere in equilibrio il sistema. Con papa Francesco, il gioco di squadra è rimasto lo stesso, ma i ruoli sono cambiati. Con Francesco, il papa è passato dal ruolo di difensore a quello di attaccante. E’ lui che forza la dottrina tradizionale e la rende “elastica” e avvolgente.

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Stesse parole, mondi diversi. Perché il cattolicesimo è diverso dall’evangelo

E’ vero: ci sono anche parole diverse, tipiche del cattolicesimo e non condivise dalla fede evangelica. Si pensi a transustanziazione, indulgenze, infallibilità, assunzione corporale di Maria, ecc. Queste sono parole solo cattoliche. Tuttavia, la maggioranza delle parole della fede cristiana sono in comune: ad esempio, fede, grazia, salvezza, croce, vangelo, ecc. Come è possibile questo?

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Evangelizzazione. Non basta la parola

L'espressione "nuova evangelizzazione" è stata coniata da Giovanni Paolo II nel 1979 e successivamente ha conseguito un significato teologico tecnico. La sua specificità ha a che fare con i suoi destinatari, cioè le masse che sono state battezzate nella Chiesa romana, ma hanno "perduto il senso vivo della loro fede". L'obiettivo della NE è di richiamarli alla chiesa madre.

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Evangelizzare i cattolici: perché e come?

Dopo aver raccontato la sua esperienza di persona nata in una famiglia cattolica e poi diventato credente in Gesù Cristo, Moreno ha ricordato che l’interesse per l’evangelo è nato con la lettura del vangelo di Giovanni. La lettura e l’incontro con la Parola di Dio hanno suscitato la fede. Qui di seguito alcune domande poste a Moreno e la sintesi delle sue risposte.

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Quando papa Francesco parla di “riforma” cosa ha in mente?

Nell’ottica del papa, riforma non ha per niente a che fare con una riforma dottrinale nel senso di un cambiamento dell’assetto dogmatico o anche magisteriale della chiesa. La riforma per lui è l’accelerazione del rinnovamento impresso dal Vaticano II in chiave continuista e organica rispetto alla tradizione viva della chiesa di Roma.

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"Che siano uno". Rileggendo l'enciclica Ut unum sint 25 anni dopo

Era il 1995 quando Giovanni Paolo II pubblicò l’enciclica Ut unum sint, echeggiando la preghiera
del Signore Gesù in Giovanni 17,21: “che siano tutti uno”. Partendo dall’impegno “irreversibile” nel cammino ecumenico da parte del Concilio Vaticano II, il papa affermava la via cattolica all’unità: da un lato, l’appello alla “conversione” spirituale e dall’altro il mantenimento delle strutture dogmatiche ed istituzionali irrevocabili proprie della Chiesa di Roma.

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“Tutus tuus” (a Maria). L’eredità di Giovanni Paolo II a cent’anni dalla nascita

Il papa credeva alla provvidenza di Maria, considerandola un attore principale negli affari del mondo, cosmici e terreni, materiali e spirituali. Per questo motivo egli le dedicò il mondo intero all’inizio del nuovo millennio, insieme alla famiglia umana e al nuovo secolo, chiedendole guida e protezione costante.

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Perchè gli evangelici dovrebbero occuparsi del cattolicesimo romano?

La Riforma non è conclusa, l’evangelo è ancora al centro della controversia con Roma e tutti quelli che vogliono stare fermi nella verità devono capire che cosa il cattolicesimo crede e promuove. L’unità a cui aspiriamo è l’unità del popolo di Dio, sotto la signoria di Gesù Cristo, e non una generica unità del genere umano sotto Roma.

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