Amen e Awoman ... ci sarà un limite alla stupidità “corretta”?

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Stupida, ignorante e impropria. Così può essere definita la preghiera del deputato democratico al congresso americano Emanuel Cleaver che ha concluso la sua orazione che precede l’inizio dei lavori parlamentari con “Amen e Awoman” per sottolineare l’esigenza del linguaggio inclusivo. Molti sono i commenti, anche sarcastici, che stanno fioccando sull’improvvida preghiera del politico del Missouri che, ahinoi, è anche pastore metodista.  

Stupida. Il Congresso americano ha introdotto norme per l’impiego del linguaggio inclusivo nella comunicazione parlamentare. Apparentemente il deputato ha pensato che “Amen” contenesse un riferimento agli “uomini” e quindi dovesse essere compensato da un uguale riferimento alla “donna”: di qui “Awoman”. Sembra una barzelletta, ma non lo è. L’effetto comico non deve far perdere di vista il problema. L’Amen e Awoman del deputato Cleaver mostra come l’ossessione dell’inclusivismo possa raggiungere livelli parossistici. La cultura del “politicamente corretto” sta facendo vedere come una giusta sensibilità nei confronti del condizionamento culturale del linguaggio possa diventare una sciocca e pericolosa ideologia che sarebbe risibile se non fosse maledettamente seria. Dalle traduzioni della Bibbia alla denominazione delle cariche pubbliche (esempio: sindaca) è tutto un fiorire di creazione di nomi e di aggiunte di pronomi compensativi o di segni indicanti indeterminatezza (*) per rendere inclusivo il linguaggio. Ripeto: l’istanza di inclusione è giusta, ma attenzione ad incamminarsi nel vicolo cieco del “politicamente corretto” a tutti i costi. Si va a sbattere sull’Amen e Awoman!

Ignorante. Oltre a essere stupido, l’Amen e Awoman è crassamente ignorante. Tutti dovrebbero sapere che “amen” è una parola ebraica che significa “così sia”. Non ha niente a che fare con gli uomini e le donne, il genere maschile o femminile, ecc. Non c’entra niente anche con l’inglese. “Amen” è la conclusione di una preghiera o di un accordo. Chi ha una minima dimestichezza con la Bibbia lo sa. Il fatto che a scivolare sia stato un pastore metodista indica il grado infimo in cui anche la cultura protestante (che storicamente è stata forte sulla conoscenza biblica) può toccare. Se un pastore non sa che “amen” significa “così sia”, ciò non ci dice quale sia lo stato (pessimo) di salute dell’alfabetizzazione biblica della nostra cultura?

Impropria. C’è un terzo elemento da sottolineare, qualcosa che nessuno ha sinora messo in rilievo nel profluvio dei commenti sullo scivolone di Cleaver. Esso ha a che fare con la prassi di pregare prima di iniziare le sedute del parlamento. Intanto la preghiera del deputato non è stata una preghiera cristiana, ma al massimo un’orazione deista o panteista. Senza mai fare riferimento a Gesù Cristo o al Dio trino della Bibbia, lui l’ha conclusa così: “Chiediamo tutto questo nel nome del Dio monoteistico, Brahma, e del “dio” conosciuto attraverso molti nomi dalle diverse fede. Amen e Awoman”. Teologicamente è una preghiera simile a quella proposta da Papa Francesco nella sua Enciclica “Fratelli tutti” dove si invoca un generico dio che va bene a tutti e non offende nessuno. Secondo gli standard minimi della Bibbia, non è preghiera questa, ma chiacchiericcio religioso.  

Poi bisogna farsi una domanda più radicale: e cioè se in uno stato laico, le sedute del Parlamento, delle aule di giustizie, delle classi di scuola di ogni ordine e grado, debbano essere precedute da una non meglio precisata preghiera. La preghiera è appannaggio dei credenti in Gesù Cristo, non dei cittadini di uno Stato che non deve identificarsi con nessuna religione e quindi deve lasciar stare la tentazione di voler colorare religiosamente le sue attività. Il retaggio del regime di “cristianità” (che si illude di operare dentro uno Stato “cristiano” o in una nazione “sotto Dio”) è duro a morire, anche nel Nuovo Mondo che si era liberato da molti lacci dell’assetto costantiniano del cristianesimo europeo. La “religione civile” americana, per quanto ad un livello di libertà religiosa e di pluralismo compiuto maggiore rispetto a molti altri contesti, è ancora intrisa di incrostazioni di “cristianità” che questa preghiera ha messo in evidenza. Prima di essere ridicola per l’Amen e Woman che l’ha conclusa, oltre ad essere un’orazione che non ha alcun senso cristiano, la preghiera del deputato è concettualmente fuori posto. Lo Stato faccia lo Stato, senza invocare protezioni di un dio che è la rappresentazione della fantasia umana e nemmeno prevedendo momenti di preghiera che richiedono la fede in Gesù Cristo per essere autentici. Amen.