Fede e scienza: una questione sempre calda

 
 

Il rapporto tra fede e scienza/e ha scandito la storia del cristianesimo e si trova ad un crocevia sempre nevralgico del pensiero cristiano. Nell’epoca moderna esso è stato specchio di incontri e scontri ideologici vedendo il cristianesimo passare da essere la cornice di riferimento dell’impresa scientifica ad essere considerato un nemico della scienza.

Sul piano teologico, la scienza rientra a pieno titolo nel campo di azione del mandato culturale di esercitare dominio responsabile sul mondo ed è una “sfera” dotata di propria sovranità accanto ad altre “sfere” e nel quadro della sottomissione di tutto il creato a Dio. La rottura dell’alleanza ha comportato l’instaurazione di una modalità ribelle di fare scienza che prova a modificare la sua auto-comprensione e le sue pratiche come se fossero autonome da Dio. La grazia comune fa sì che l’operatività della scienza continui a svilupparsi anche se, dopo la caduta, essa rimane sempre ambivalente. La redenzione operata da Cristo fa sì che il popolo di Dio possa e debba impegnarsi nella scienza in modo “riformato”. I cristiani sono chiamati a coltivare un atteggiamento biblicamente realista sulla scienza, ad incoraggiare vocazioni nel campo della scienza, a vigilare sulla hubris della scienza che pretende di diventare un “idolo”. Non esiste una neutralità scientifica che sta sopra o accanto o oltre l’agone dello scontro tra visioni del mondo e impegni teoretici. Mentre è accettabile l’idea che le scienze “umane” siano più chiaramente impattate dai presupposti rispetto a quelle “naturali”, tutte le scienze sono figlie di una visione del mondo. 

Sul piano storico, la Riforma protestante ha dato un impulso significativo alle scienze. Recuperando la visione secondo cui il mondo è “il teatro della gloria di Dio” (Calvino) ha spezzato il fatalismo pagano e il centralismo ecclesiastico creando le condizioni culturali per il suo progresso. La scienza moderna si è successivamente sviluppata disconoscendo la cornice biblica dell’impresa scientifica e, anzi, arrivando a considerare la “scienza” come antitetica alla fede. Nella temperie della crescita delle pretese dell’evoluzionismo, la teologia riformata classica del XIX secolo (Princeton) ha mantenuto un atteggiamento biblicamente realista, mentre la postura del neo-fondamentalismo del XX secolo ha portato a “fissarsi” su posizioni bibliciste incagliandosi in battaglie sulle “evidenze” che perdono di vista le questioni di fondo. Il dibattito contemporaneo oscilla tra posizioni scientiste militanti (à la Dawkins e Hawking) a posizioni più consapevoli dell’indeterminatezza della scienza (Heisenberg), del ruolo delle credenze intorno e dentro la scienza (Polany), dei paradigmi di pensiero entro cui la scienza viene esercitata (Kuhn). Il pensiero evangelico registra il dibattito (McGrath), ma vi sono voci che incoraggiano a “redimere” la scienza (Poythress) recuperando lo slancio del pensiero riformato. 

I temi su cui oggi la riflessione evangelica sulla scienza è sollecitata, oltre a quelli tradizionali della cosmogonia e dell’antropologia (ad esempio: creazione-evoluzione), sono le nuove frontiere come il potere della medicina nei suoi vari ambiti di applicazione (riproduzione, genetica, ecc.), l’ecologia, le neuroscienze e gli sviluppi dell’intelligenza artificiale. Evidentemente si tratta di campi enormi di ricerca che richiedono non solo una competenza scientifica, ma anche una maturità teologica adeguata alla sfida. 

Per un primo inquadramento, è utile la consultazione di questi libri (come da bibliografia presente alla voce “Fede e scienza” del Dizionario di teologia evangelica, a cura di P. Bolognesi, L. De Chirico, A. Ferrari, Marchirolo (VA), EUN 2007, rist. 2012:

Aa.Vv., “Fede cristiana e scienza”, Sdt VIII (1985) N. 16; H. Blocher, La creazione. L’inizio della Genesi, Roma, GBU 1984; A. McGrath, Scienza e fede in dialogo, Torino, Claudiana 2002; G. Tanzella-Nitti, A. Strumia (a cura di), Dizionario interdisciplinare di scienza e fede: cultura scientifica, filosofia e teologia, 2 voll., Roma, Urbaniana U.P. – Città Nuova Editrice 2002.

A cui vanno integrati i più recenti volumi:

A. McGrath, Dio e l’evoluzione. La discussione attuale, Soveria Mannelli, Rubbettino 2006; A.McGrath, La grande domanda. Perché non si può fare a meno di parlare di scienza, di fede e di Dio, Torino, Bollati, Boringhieri 2016; A. e J.C. McGrath, L’illusione di Dawkins. Il fondamentalismo ateo e la negazione del divino, Caltanissetta, Alfa&Omega 2007; M.J. Behe, La scatola nera di Darwin. La sfida biochimica all’evoluzione, Caltanissetta, Alfa & Omega 2007; W. Dembski, Intelligent Design. Il ponte tra scienza e teologia, Caltanissetta, Alfa&Omega 2007.

Un’importante risorsa gratuita è V. Poythress, Redeeming Science. A God-centered Approach, Wheaton, Crossway 2006