“Un attentato ai diritti di Dio”? La concezione cattolica della chiesa secondo Henri Blocher (I)

 
 

Aprire un libro di Blocher è come essere invitati ad un pranzo di nozze. E’ un’esperienza teologicamente e culturalmente ricca, gustosa, impegnativa. Considero Henri Blocher tra i primi quattro teologi sistematici evangelici viventi, insieme a John Frame, Paul Wells e Pietro Bolognesi. Dunque, l’uscita del suo ultimo libro La doctrine de l’Église e des sacrements, vol. 1, Vaux-sur-Seine, Edifac 2023, è una festa per la teologia, a maggior ragione considerando il fatto che si tratta di un’opera (quella sull’ecclesiologia) a lungo attesa da parte del teologo parigino (a cui manca ancora il secondo volume sui sacramenti).

Il libro è composto di due parti: nella prima Blocher espone i dati biblici dell’ecclesiologia mentre nella seconda analizza tre tipologie di concezioni di chiesa: quella cattolica, quella riformata (moltitudinista e pedobattista) e quella confessante (battista). In questo articolo sorvoleremo su gran parte del libro per concentrare l’attenzione sullo studio dell’ecclesiologia cattolica.

Blocher non entra nella questione da novizio. Nella sua lunga militanza teologica, ha partecipato a dialoghi internazionali e nazionali (francesi) tra teologi cattolici ed evangelici ed è stato tra i principali architetti del “Documento di Singapore” (1986) dell’Alleanza Evangelica Mondiale che contiene una solida valutazione evangelica del cattolicesimo romano (in Dichiarazioni evangeliche. Il movimento evangelicale 1966-1996, a cura di P. Bolognesi, Bologna, EDB 1997, pp. 266-315). Si può dire che in questa sezione del libro Blocher offre un’analisi teologica ponderata che è frutto di una vita di studi ed interazioni con la teologia cattolica.

Dal punto di vista metodologico, oltre ai testi magisteriali, su tutti la Lumen Gentium del Vaticano II, Blocher interagisce costantemente con Y. Congar (“teologo dall’ampiezza e dalla finezza eccezionali”, p. 108), A. Dulles, H. De Lubac, B. Sesboüé e W. Kasper: praticamente la migliore e più rappresentativa riflessione ecclesiologica cattolica del Concilio e del post-concilio. Nello sfondo, c’è un’attenzione costante a Tommaso d’Aquino che “incarna l’opzione cattolica in teologia” per eccellenza (p. 109). Tra gli autori evangelici, Blocher riconosce un debito particolare a A. Nisus (p. 7, autore di L’Église comme communion et comme institution. Une lecture de l’ecclésiologie du cardinal Congar à partir de la tradition des Églises de professants, Paris, Cerf 2012: una “opera fondamentale”, p. 108, n. 2). In ambito protestante, Blocher tratta con molto rispetto l’opera di Vittorio Subilia in quanto espone una “critica in profondità d’ispirazione barthiana conservatrice” (p. 105). Blocher legge l’interpretazione del cattolicesimo da parte di Subilia con molta attenzione e, in genere, con approvazione, salvo sottolineare il fatto che per il teologo valdese il rifiuto della teologia del tempio cattolica significa anche il rigetto barthiano del “deposito” della rivelazione biblica (pp. 150-151). Per Blocher, l’irrequietezza della teologia dialettica rispetto allo statuto ispirato della Scrittura non è la posizione evangelica: mentre quest’ultima critica la ricostruzione cattolica del sistema del tempio (con il sacerdotalismo, il ritualismo e la mediazione della chiesa), riceve la Bibbia come Parola di Dio scritta, luogo stabile ed affidabile della Rivelazione divina.

Entrando nel vivo dell’analisi di Blocher dell’ecclesiologia cattolica, questo è il modo in cui la ordina: dapprima si concentra sul “cuore” di essa, cioè la concezione della chiesa come “continuazione dell’incarnazione” nelle sue diverse articolazioni (corpo di Cristo, mistero, sacramento, chiesa e Maria); poi si sofferma sulle “principali dualità” presenti nell’ecclesiologia cattolica (istituzione e comunità, pellegrinaggio e gloria, chiesa e società); in terzo luogo, suggerisce quattro linee interpretative che riassumono la critica evangelica:

  • l’esaltazione dell’umano,

  • l’attentato ai diritti di Dio,

  • la tentazione monofisita,

  • l’affievolimento del portato dell’“una-volta-e-per-sempre”.

Questa lettura è meritevole di essere approfondita e discussa.

(continua)