Il ritorno dell’ancien régime. Cosa vuol dire l’aborto in Costituzione

 
 

Liberté, égalité, fraternité. Sono gli slogan della Rivoluzione francese che sono poi entrati a far parte dello spirito repubblicano del Paese transalpino. Rispetto ai valori dell’ancien régime (sottomissione, tradizione, gerarchia), la triade repubblicana dava voce ad un afflato laico che valorizzava la libertà, l’uguaglianza e la fraternità tra le persone. Prendendo a prestito il capitale della cultura cristiana (senza riconoscerlo, anzi disconoscendolo), questi principi davano l’impressione di aver portato una boccata d’ossigeno nel corpo della cultura europea. Era solo un’apparenza allora e lo è ancor più ora.

Fa una grande tristezza meditare su cosa sia rimasto della liberté, égalité, fraternité all’indomani della votazione del Parlamento francese di inserire in Costituzione (art. 34) “la libertà garantita” dell’aborto. Quest’ultimo era già legale in Francia, peraltro praticato in più di 200.000 casi all’anno, ma ora è diventato un diritto costituzionale. Dà a pensare l’impuntatura ideologica sottesa alla decisione fortemente voluta dal presidente Macron e votata da un’ampia e trasversale maggioranza di deputati e senatori francesi. Non si tratta più di regolare senza criminalizzare quello che comunque rimane il dramma della soppressione di una vita umana (come accade in tutti i Paesi occidentali), ma di affermare il diritto di farlo, elevandolo al rango di quelli esplicitamente tutelati dalla Costituzione. Dalla disciplina della legge ordinaria si è passati all’affermazione di un principio fondante la civiltà giuridica francese.

Con l’aborto in Costituzione la triade francese è impazzita. La liberté è affermata per alcune persone (le donne), ma non per tutti (i nascituri). L’égalité è riconosciuta per alcuni soggetti (i prestanti e forti) a scapito di altri (gli indifesi) che vengono sottoposti alle decisioni altrui sulla propria vita. Che dire della fraternité? L’aborto costituzionalizzato polarizza gli uni contro gli altri (madri contro figli, decisori e vittime, questa generazione e la prossima) più che promuovere la solidarietà diffusa. Sembra di essere tornati all’ancien régime. 

Oltre a questo, fa un certo effetto meditare su quanto è avvenuto in Francia alla luce di una dichiarazione evangelica parigina che, proprio sui temi della difesa della vita, aveva attirato l’attenzione del mondo evangelico internazionale. Si tratta della “Dichiarazione di Parigi sulla vita umana” del 1987, pubblicata in Dichiarazioni evangeliche. Il movimento evangelicale 1966-1996, a cura di Pietro Bolognesi, Bologna, EDB 1997, pp. 339-340. 

Più di trentacinque anni fa, all’indomani dell’introduzione in Europa di legislazioni depenalizzanti e permissive sull’aborto e nel bel mezzo di crescenti pressioni per la legalizzazione dell’eutanasia, la dichiarazione lanciava un appello “per il rispetto e la protezione della vita dell’uomo in quanto appartiene a Dio dal concepimento alla morte naturale” e “per la valorizzazione della famiglia e della maternità”. Tra i firmatari c’erano teologi evangelici come H. Blocher e P. Beyerhaus, eticisti come N. Cameron e pastori come Ph. Decorvet. 

In particolare, a proposito dell’aborto, veniva paventato un pericolo: “Constatiamo che attraverso la tolleranza della legge verso l’aborto, la sua banalizzazione nella mentalità e nel funzionamento dei servizi medici, persino la sua glorificazione in nome della libertà, si apra la strada ad ogni sorta di manipolazione della vita umana”.

Con la costituzionalizzazione dell’aborto in Francia, la “glorificazione in nome della libertà” del diritto a sopprimere una vita nascente è quello che è effettivamente accaduto. In nome di un presunto diritto, ora diventato addirittura costituzionale, si è tornati all’ancien régime, da cui peraltro non si era mai usciti. I principi rivoluzionari si sono rivelati figli dell’ancien régime, organici all’ideologia del più forte contro il più debole, promotori della libertà di alcuni a prezzo dell’eliminazione di altri. La vera liberté, égalité e fraternité sono in Cristo. Le altre versioni sono sobbalzi di un pensiero asservito alle logiche perverse di questo mondo.